Il voto russo delude Eltsin

Estero Inatteso 13% ai comunisti. Il referendum costituzionale arriva a stento al quorum Il voto russo delude Elisili Primo negli exit-poli il falco Zhirinovskij MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due anni fa crollava il comunismo in Russia; ieri, per la prima volta nella loro storia, i russi potevano votare scegliendo tra più partiti. Per quel che si sa, a mezzanotte, i concittadini di Eltsin hanno dimostrato di non gradire molto la novità. Solo a un quarto d'ora dalla chiusura dei seggi nella capitale, ma molte ore dopo che si erano sigillati nel resto dell'immenso Paese, il Cremlino ha annunciato che era stato superato il 50 per cento di partecipazione. Il dato non era solo statistico, ma sostanziale perché oltre al nuovo Parlamento (composto di due camere), ieri in Russia si votava per approvare la nuova Costituzione confezionata da Eltsin per sostituire quella brezneviana tuttora in vigore. Il referendum, per essere valido, richiedeva appunto una partecipazione di almeno metà dell'elettorato. Se la metà è stata davvero superata, si può dire con relativa sicurezza che la Russia ha da oggi una nuova Costituzione che per la prima volta nella storia del Paese assicura a ciascun cittadino libertà simili a quelle occidentali. Tuttavia la scarsa partecipazione al voto manda un segnale di apatia che non si sarebbe potuto sospettare solo due anni fa. E per Eltsin non è l'unico segnale negativo perché dai primi risultati delle elezioni parlamentari viene fuori un risultato non favorevole ai partiti alleati del presidente. I dati dell'Estremo Oriente e gli exit-poli fatti dagli americani dicono che il vincitore potrebbe essere Vladimir Zhirinovskij, leader di un partito che si chiama liberaldemocratico, ma che in realtà è ultranazionalista, apertamente xenofobo, alleato di Saddam Hussein. Secondo queste proiezioni, Zhirinovskij potrebbe essere il capo del primo partito russo con qual- cosa più del 20 per cento. Quasi alla pari, ci sarebbe Vybor Rossii, scelta della Russia, il partito governativo, il più filo-Eltsin, guidato dal vicepremier del governo Egor Gajdar, profeta della tera¬ pia-choc, capo del governo che quasi due anni fa ha liberalizzato i prezzi e lanciato la campagna per le privatizzazioni. Ma le sorprese non sono finite. Perché sempre questi stessi exitpoli dicono che il terzo partito sarebbe quello comunista, guidato dall'ex apparatchiki del pcus Ghennadi Zhouganov, con il 13 per cento. Quasi alla pari ci sarebbe poi il blocco guidato da Grigory Yavlinskij, giovane economista centrista, che condivide il progetto di società che immagina Gajdar, ma propone una via meno choccante per arrivarci. Il primo risultato certo arriva dall'Estremo Oriente, da Vladivostok e più o meno conferma queste previsioni: Vybor è al 17 per cento, Zhirinovskij al 14, i comunisti al 13, Yavlinskij all'I 1. Ma è necessario aspettare perché si riuscirà a capire meglio solo tra qualche giorno: c'è l'immensa provincia che sfugge ai sondaggi. [c. m.] ^aJ II presidente Boris Eltsin

Luoghi citati: Estremo Oriente, Mosca, Russia