Gazza & Robi la dura vita del Fenomeno

La Juve insegue la prima vittoria fuori casa centro una Lazio spaccata dalle polemiche La Juve insegue la prima vittoria fuori casa centro una Lazio spaccata dalle polemiche Gazza & Robi, la dura vita del Fenomeno Silenzi, chili in più e Palloni d'Oro ROMA. Gascoigne contro Roberto Baggio, una sfida che nasce nel silenzio: l'inglese è muto per scelta, il Codino si adegua alle direttive della società. I) confronto tra i due geni del pallone parte da un cappuccino per arrivare a Buddha. L'inglese, in perenne lotta con la bilancia, si appresta a tornare finalmente in campo (solo quattro presenze quest'anno) cicciottello assai. E, come non bastasse, finito l'allenamento, ore 12 circa, ha ingannato l'attesa per il pranzo con cappuccino e una fetta di torta. Commento di un laziale: «E' già tanto che non abbia bevuto anche una birra». Il Fenomeno col codino vive in un'altra dimensione. Ieri sera a Mixer ha spiegato come il buddhismo da sei anni sia entrato nella sua vita, confessando che prima di andare in campo pratica il «sansho», una forma di raccoglimento e meditazione. A Tenerife non ha funzionato, ma oggi il Trap spera di rivedere un Baggio formato Pallone d'Oro. Diverse le prospettive di Gascoigne. Ha già pronto il biglietto per tornare in Inghilterra, anche Cragnotti ha perso la pazienza, Zoff si è rassegnato da tempo. Per salvarsi l'inglese promette un grande girone di ritorno, dice di essere innamorato della Lazio, difende Zoff. Oggi con la Juve lo attende una prova della verità. Non ha, però, perso la voglia di scherzare, Gazza: tira palline di carta a chi gli capita vicino, disegna caricature dei compagni, che anche per questo non lo sopportano più. Fuser è stato vicino alla rissa in allenamento, e non tutti digeriscono che l'inglese porti in ritiro padre, fratello e figliastro. Gascoigne guadagna quasi tre miliardi l'anno: per pagarli non basta l'incasso di oggi con la Juventus. Una vita esagerata come capita quasi a tutti i grandi. Anche il Codino non ha vie di mezzo. Proprio sul palcoscenico dell'Olimpico, contro la Roma, ha sbagliato un rigore e altri gol ha fallito in trasferta, rendendo più amaro il bilancio della Signora Grandi Sprechi. Ma è anche vero che senza di lui oggi la squadra di Trap non terrebbe in vita le proprie ambizioni di grandezza. Lontano dal Delle Alpi i conti continuano a non tornare. Dal 17 aprile di quest'anno (3-1 al Milan), i bianconeri non raccolgono i due punti. E oggi c'è anche da sfatare la tradizione negativa con la Lazio all'OUmpico. L'ultimo successo risale al 1983: decisiva una prodezza di Platini. Trapattoni recrimina proprio sui disagi della Juve fuori casa: «I pareggi con Milan e Inter, al limite anche la sconfitta con la Roma, posso accettarli. Ci mancano, invece, i punti lasciati a Foggia e Lecce». Le studia tutte il vecchio Trap pur di debellare il mal di trasferta. Ieri prima di salire sull'aereo per Roma un sacerdote gli ha offerto un piccolo calendario con l'immagine della Madonna. «E' benedetto, padre?» ha chiesto il Giuan. Aggiungendo: «Sa com'è, di questi tempi ne abbiamo bisogno». Già, i problemi non mancano. All'interno della squadra qualcosa si è incrinato. Piccole polemiche fra i giocatori, accuse e ripicche che non sono piaciute affatto. Anche per questo è stato imposto il silenzio stampa, alla ricerca di una tranquillità che con il passare del tempo si era ormai perduta. Quindici giorni di black out che stanno per scadere. «Da domani si torna alla normalità» promette un dirigente bianconero. E' una Juve con i giocatori contati, in panchina la mezza punta Del Piero, unica arma offensiva di Trapattoni. Alla Lazio, invece, c'è Casiraghi che scalpita con il numero 16. Vuole almeno un quarto d'ora contro la sua ex squadra. Zoff, a parole non cerca rivincite personali: «A Torino, per 18 anni, ma è cosa passata. Come Napoli. Resta una partita importante. Questa sera potremo dare un'occhiata al futuro della Lazio». Sulla formazione il dubbio Bacci, giocherà terzino o finta ala? L'atmosfera in casa biancazzurra non è allegra. Zoff più taciturno del solito, Signori che riprende il silenzio stampa perché si sente maltrattato dai giornali, la società che ha «squalificato» quattro cronisti. E su Zoff una nuova minaccia: dopo la lite con Rutelli, il tecnico laziale rischia di diventare l'idolo della frangia fascista albergata in curva Nord. Piero Serantoni Fabio Vergna no Robi Baggio e Gascoigne (fotina) protagonisti della sfida all'Olimpico