Operai e frati di fronte alla giustizia, cittadini di fronte alla Sip

Operai efrati di fronte alla giustizia, cittadini di fronte alla Sip LETTERE AL GIORNALE Operai efrati di fronte alla giustizia, cittadini di fronte alla Sip Pagata cara quella pacca Mentre un operaio di Chieti si è beccato un anno e mezzo per aver dato una pacca sul sedere di una ragazza, dei dodici frati che negli Stati Uniti hanno abusato sessualmente di decine di bambini e ragazzi uno soltanto è stato punito: condannato a un solo anno di carcere, egli ne è uscito dopo sei mesi... nientemento che per buona condotta. Tutto sommato, quasi una vittoria femminista. Anche se il paragone forse non è perfetto, l'insulto alla donna è stato punito ben più duramente di quello al maschio. Eva Tina Aurocchi Villaromagnano (Alessandria) Tutti colpevoli per la Bosnia Questa è una lettera brevissima, perché possa essere letta anche da chi non ha il tempo di leggere grosse e doverose riflessioni, per trarne qualche seria decisione. Governanti cari, fino a quando dovremo sopportare di sentire atrocità commesse in Bosnia e vedere l'immobilità pietrificata della politica estera europea e nostra: non siamo noi i più vicini alla ex Jugoslavia? Non vengono massacrati continuamente degli innocenti? Bambini, malati e vecchi non appartengono, forse, a tutta l'umanità, quindi a noi? Sono nostri bambini, malati, vecchi: perché li trascuriamo? A che punto bisogna arrivare per capire che siamo colpevoli, dei Ponzio Pilato alla grande? Giuseppe Fontana, Schio (Vi) Quando Nenni scriveva a Suslov La Stampa del 1° dicembre pubblica un ampio servizio da Mosca su una lettera, datata 26 giugno 1956, mandata da Nen- ni all'ideologo del Pcus, Suslov, relativa alla denuncia dei crimini di Stalin fatta da Krusciov nel suo rapporto segreto al XX Congresso. Il corrispondente da Mosca scrive che quella lettera viene pubblicata «per la prima volta». Debbo informare i vostri lettori che «per la prima volta» l'ho resa pubblica io nella mia biografia del leader socialista edita da Laterza il 1986, alle pag. 281282. Tale lettera infatti si trova tra le carte di Pietro Nenni che sono custodite presso la Fondazione che si intitola al suo nome e che sono a disposizione degli studiosi. Giuseppe Tamburrano, Roma Come pagare la bolletta Mi riferisco alla lettera del sig. Adriano Steccone pubblicata dal vostro giornale il 30 novembre per sottolineare come la riorganizzazione dei canali di riscossione delle bollette telefoniche, accompagnata dall'apposita campagna di comunicazione, è solo una parte di un più ampio progetto di trasformazione delle strutture commerciali della Sip, in atto su tutto il territorio nazionale, ideato per coniugare le esigenze di una presenza forte e flessibile sul mercato con quelle di una sempre maggiore valorizzazione dei livelli delle prestazioni riservate alla nostra clientela. Stiamo infatti continuando a potenziare il servizio 187 «Sportello telefonico», che attualmente soddisfa oltre il 90 per cento delle richieste complessive della clientela, costituendo nel contempo dei Negozi Sip che saranno affiancati da una rete di vendita indiretta mediante negozi in franchising con il marchio «In Sip». In questo contesto si inquadra la riorganizzazione delle modalità di incasso delle bollette, che tiene conto della prò- gressiva modifica delle abitudini della clientela, in coerenza con quanto da tempo si sta realizzando anche per altri pubblici servizi, tendente a privilegiare il pagamento delle bollette presso gli uffici postali o gli sportelli bancari. Nel 1992 tale propensione ha interessato oltre il 90 per cento dell'utenza, con punte del 95 per cento in numerose zone. Faccio notare che il pagamento delle bollette potrà ancora essere effettuato presso le sedi Sip utilizzando apparecchiature automatiche Bancoboi, che gradualmente saranno attrezzate per distribuire il resto e/o accettare la carta Banco¬ mat. La presenza di queste apparecchiature soddisfa l'esigenza, segnalata anche dalle associazioni dei consumatori, di disporre ancora di forme gratuite di pagamento delle bollette presso le sedi Sip. A. Antonielli, Torino responsabile Relazioni Esterne Sip Odio strisciante contro gli ebrei Rispondo alla lettera degli allievi della II C Rag. e della loro insegnante dell'8 dicembre perché ritengo che lettere simili non debbano passare sotto silenzio per l'odio strisciante che ne traspare. Lettere simili fanno pensare che tutti gli sforzi per combattere l'antiebraismo siano purtroppo inutili e che il pregiudizio contro gli ebrei faccia parte della cultura e del più profondo subconscio della gente. Nel caso degli studenti e dell'insegnante di Chieri l'antiebraismo è celato dietro una maschera di perbenismo, di pietas e retorica, privo della violenza dei naziskin, comunque pilotato e infido. Mi ha fatto gelare il sangue nelle vene l'affermazione che Primo Levi si sia ucciso per l'impotenza e la delusione di vedere gli ebrei «opprimere» i palestinesi come i tedeschi avevano «oppresso» gli ebrei! Sei milioni di ebrei avrebbero fatto salti di gioia pur di essere «oppressi», purtroppo l'oppressione è stata così intensa e perfetta da farli dissolvere in fumo attraverso i camini dei campi di sterminio. I sei milioni di morti ammazzati, non per la guerra, non in quanto nemici, non perché oppositori di un regime, sono stati raccolti da tutta Europa, torturati, privati di ogni diritto umano, privati di identità e di dignità, gasati e poi bruciati. Un milione e mezzo dei loro bambini sono stati infilzati nelle baionette, stuprati, presi per i piedini e, davanti agli occhi delle loro madri, sbattuti contro un muro per spaccare loro la testa, sono stati dati in pasto ai cani, sono stati gettati vivi nei forni. Gli ebrei sono stati «oppressi» in questo modo. E gli ebrei non erano terroristi, non contestavano né negavano l'esistenza degli Stati in cui vivevano e che li avevano ferocemente perseguitati per duemila anni. Gli ebrei d'Europa non assalivano le scuole ammazzando a sangue freddo i bambini, non mettevano bombe sugli autobus, non mettevano bombe nei supermercati, non facevano saltare aerei, non assalivano con bombe e mitra gli aeroporti, non facevano stragi nei ristoranti, non ammazzavano né auspicavano la distruzione delle nazioni in cui vivevano e di cui erano bravi cittadini. Gli ebrei d'Europa «oppressi» dai nazisti erano gente pacifica e in quanto tale è stata sterminata. Affermare che gli israeliani opprimono i palestinesi allo stesso modo è pura diffamazione, ignobile e ingiustificata, è un atteggiamento inqualificabile. Nulla è cambiato in questa Europa piena di colpe: l'odio contro gli ebrei può essere violento come quello dei neonazisti oppure strisciante come quello degli studenti e insegnante di Chieri ma il risultato non cambia. E' comunque odio, offesa e diffamazione. E' una vergogna. Deborah Fait, Bolzano presidente della Federazione Italia-Israele Parlamentare corrotto niente pensione Scrivo a proposito del contestato aumento previdenziale con cui i nostri rappresentanti si preparano ad andare, il più tardi possibile, a godersi un meritato riposo (dopo aver attraversato senza troppi danni un non immeritato periodo di vicissitudini giudiziarie) confortato da pensione non contributiva assolutamente sproporzionata. Mi chiedo invece perché nessuno di quei signori che ci mandano spesso alle urne per quesiti talora risibili abbia subito annunciato l'avvio di una procedura di referendum perché almeno i deputati macchiatisi di reati economici nei confronti della collettività vengano esclusi da tali benefici presenti, passati e futuri. Alberto Stellini, Torino RISPONDE 0.d.B. Caro OdB, l'argomento non è nuovo, ma, purtroppo, questo è il periodo più triste dell'anno per chi ama gli animali, lo ho un'età media e non riesco a capire perché le ragazze che amano tanto i cagnolini, i gattini, gli animali pelosi in genere che sono anche i più teneri da coccolare, vadano in giro con questi poveri resti addosso e non capisco le signore più adulte che sono madri e nonne. Se una donna è bella lo è anche quando indossa un cappotto, una mantella. Se è brutta, non pensi che indossando la pelliccia migliori la situazione... Valentina, Crevacuore COMINCIANO, evidentemente, le letterine di Natale. Questa contiene un messaggio gentile e assennato che non mira ad aggredire, ma a comunicare un sentimento. L'importante è essere belle dentro. Le pellicce ecologiche sono stupende, calde, spiritose, sportive ed eleganti. Ce ne sono veramente per tutti i gusti e, oltre a tutto, sono pure economiche. Non sto qui a raccontarvi le sofferenze e gli strazi a cui sono sottoposte le povere creature, informatevi, ma non presso i negozianti, loro negano sempre... Pubblico volentieri questa lettera, perché è vero che l'argomento non è nuovo, ma vale la pena di ricordarlo anche a rischio di risultar monotoni e scoccianti. Ci sono letterine e letterine di Natale, però E' piùaiuun an facile are imale non tutte si accontentano di cercar di migliorare qualcuno o qualcosa. Ci sono letterine che, considerando la partita perduta, non pensano altro che a sfogarsi e colpire chi le riceve, senza concedere la possibilità di discutere. Questa non ha neppure intestazione, a esempio: «Presentarsi educati, ben vestiti, profumati. Centellinare parole ambigue, soffiate da facce cartonate formatesi con l'uso e l'abuso di maschere falsificatrici, nei fatti rubare, arraffare, iniettare la politica negli affari. Creare un'Italia corrotta di super-ricchi (scandalosamente super-ricchi), lasciando alla deriva un'Italia di super-poveri. Cosa c'è di peggio? Perché adesso non pagano solo gli autori dello sfacelo? Perché sono chiamati a pagare i super-poveri (scandalosamente super-poveri?) già divorati economicamente e civilmente dalle jene del potere?...». Walter Torazza, Milano. L'argomento non è nuovo neppure in questo caso ma il messaggio è senz'altro più duro. E' esacerbato dall'amarezza di sapere che è più facile aiutare un animale non umano che un animale umano. Poco, ma chiaro. Che conclusione è, a ogni modo?... Oreste del Buono E' più facile aiutare un animale