La disfida dei fratelli Bhutto di Domenico Quirico

Madre e figlio accusano il premier pachistano di «usurpazione» Madre e figlio accusano il premier pachistano di «usurpazione» La disfida dei fratelli Bhutto Murtaza contro Benazir, via al processo UNA SAGA ORIENTALE INqualsiasi altro Paese del mondo sarebbe una banale, antipatica lite di famiglia: la madre che prende la parti del figlio maschio contro una sorella troppo invadente e ambiziosa. Ma quando si tratta dei Bhutto, padroni del Pakistan, il copione si tinge, inevitabilmente, di colori shakespeariani. Perché in questa dinastia di re senza corona, perennemente divisi fra tragedia e potere, sangue, passione politica, vendetta e amori non possono sopravvivere separati. La protagonista naturalmente è lei, la bellissima Benazir, il viso appena affilato dalla fatica di quarant'anni vissuti senza respiro. Una pasionaria raffinata, a suo agio nelle aule di Oxford ma anche nel calore e nella polvere del Sindh, sua terra natale, a arringare platee fanatiche e cenI ciose. Ha lottato per anni, con la meticolosa pazienza di un vendicatore, per punire l'uomo che aveva giustiziato suo padre e raccogliere con scandalo, lei donna in un Paese musulmano, l'eredità di famiglia. Ha visto il boia di suo padre sbriciolato in un aereo, abbattuto dal volere di Allah o più umanamente dalla bomba di un killer anonimo. Ha conquistato, perso ignominiosamente e riconquistato il potere, più forte persino delle malefatte di un marito ricco e maneggione. Adesso combatte la battaglia più amara, perché i suoi rivali sono la madre Nusrat, con cui ha diviso i giorni del carcere e del dolore, e il fratello, che l'accusa di aver tradito, per amore del potere, la memoria e l'eredità politica del padre. Si affrontano in un'aula di tribunale, un duello senza esclusione di colpi, spietato come succede quando si affrontano persone che si sono molto amate. L'imputato, in teoria, è lui, Murtaza Bhutto, accusato di aver organizzato nell'81, durante gli anni della dittatura, il sanguinoso dirottamento di un aereo pachistano. Murtaza è vissuto 16 anni in esilio, poteva evitare facilmente il processo; è tornato quando la sorella ha ripreso il potere perché vuole trasformare le udienze in un clamoroso atto d'accusa contro di lei, riconquistare la guida della famiglia e del Paese. Per i Bhutto, ricchi, raffinati, abituati a studiare a Oxford e a fare shopping a Londra e Parigi, la politica è qualcosa di più che un gioco, è un destino cui sacrificare gli affetti, il futuro, perfino la vita. La guerra di Benazir e Murtaza è cominciata fra tragici misteri una calda serata di luglio dell'87 tra la Croisette e Californie, in uno dei quartieri più eleganti di Cannes. I Bhutto sono riuniti per una vacanza di famiglia. Quei ragazzi eleganti, che dividono la giornata tra la spiaggia e il casinò, che si regalano cassette di manghi fatti arrivare da Fortnum & Mason, sono gli stessi per cui le plebi pachistane rischiano la vita, sfidando le fruste e i fucili della dittatura militare. I due fratelli di Benazir, Shah e Murtaza, hanno sposato due ricche e troppo chiacchierate sorelle afghane, la loro terra d'esilio, vivono tra eleganti weekend e velleitari progetti di lotta armata. Un mattino, il corpo senza vita di Shah viene trovato nella camera da letto. «Giaceva sul tappeto accanto al tavolino, la mano protesa, una bella mano bruna. Sembrava Adone addormentato», ha raccontato Benazir nella sua autobiografia. Ucciso dal veleno. I Bhutto gridano al delitto politico, i giudici francesi accusano invece la moglie, testimone troppo reticente. Resterà un mistero senza risposta: ma la storia dell'odio tra i due fratelli comincia da quella notte di morte. Quando è sbarcato dall'aereo che lo riportava in patria, Murtaza sapeva che la sorella non gli avrebbe risparmiato la prigione. Perché lei ha scritto, alla fine della sua autobiografia: «Noi Bhutto siamo generazioni di politici votati al nostro Paese. Il resto è nelle mani di Dio». Domenico Quirico Lui è imputato del sanguinoso dirottamento di un aereo Benazir Bhutto e suo fratello Murtaza divisi da una aspra rivalità politica

Persone citate: Benazir Bhutto, Bhutto, Bhutto Murtaza, Mason, Murtaza Bhutto, Nusrat

Luoghi citati: Cannes, Londra, Oxford, Pakistan, Parigi