« La libertà? Già rubata » di Cesare Martinetti

« « La libertà? Già rubata » Fiodorov, celebre oculista e candidato AL VOTO SENZA ILLUSIONI MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Svyatoslav Fiodorov ha 66 anni, una spazzola di capelli grigi sulla testa, una stretta di mano da cui si capisce come usa quei due manubri per ginnastica da 32 kilogrammi ciascuno che tiene accanto alla scrivania, un eloquio stringente e concreto. Ci parla della Russia vecchia e nuova nel suo gigantesco ufficio ingombro di elettronica dell'Istituto di microchirurgia dell'occhio di cui è direttore. Attraverso il microscopio del suo tavolo operatorio ha osservato la transizione di questo Paese: da mago della chirurgia è diventato capitalista della sanità. Ha dialogato con il potere sovietico, ha esportato in tutto il mondo la sua tecnica chirurgica, ha fondato un impero: dodici cliniche nell'ex Urss, otto nel resto del mondo (Cina e Usa compresi), una in costruzione a San Marino. Ha appoggiato Gorbaciov, poi Eltsin, adesso è candidato alle elezioni parlamentari con gli «eltsiniani senza potere», numero due della lista di quel «Movimento per le riforme» di Sobchak e Popov che si propone per un'opposizione democratica al Cremlino. Fiodorov s'è buttato in una mischia di cui ci racconta illusioni e delusioni. Svyatoslav Nikolaevich, come si sente a due giorni dalle elezioni? «Come un cristiano nel Colosseo. Ho la sensazione che da un momento all'altro apriranno le gabbie e lasceranno liberi i leoni affamati». Ma sta facendo davvero campagna elettorale? «Come no. Sono appena tornato da Nizhnij Novgorod. Là ci sono 40 mila disoccupati: hanno chiù- so tre catene di montaggio della fabbrica di camion. Ma tra un po' ce ne saranno 160 mila. Tutti servi della gleba. Non c'è iniziativa, nessuno invita la gente a darsi da fare, nessuno dà loro gli strumenti. Aspettano». Chi? I politici? «I politici sono solo capaci di fare nuovi documenti». Le piace la nuova Costituzione? «Noi la appenderemo in sala operatoria, vorrei che i contadini la appendessero nelle stalle. Vedremo se sarà utile a noi per fare più operazioni e alle mucche per produrre il doppio di latte...». Cosa vuol dire? «Che se non si cambia il meccanismo, se non c'è interesse per il profitto, se non si sa cosa appartiene a me o a te, qualunque costituzione o decreto del Presidente non farà altro che alimentare l'enorme sistema burocratico del Paese». Non l'hanno ridotto? «In Russia i burocrati si moltiplicano alla velocità dei conigli. Le fabbriche chiudono, ma i ministeri aumentano: nell'Urss erano 119, oggi sono 159. Tutti i palazzi del Comitato Centrale del pcus sono occupati, temo che tra un po' si chiuderanno scuole e istituti per trovare altri spazi per altri burocrati». Lei lavorava meglio dieci anni fa o adesso? «Certamente adesso, ho più possibilità ed è più interessante se si riesce a ingannare il sistema di controllo dei burocrati». Lei c'è riuscito? «Sì, invece di comprare un microscopio su cui vorrebbero farmi pagare il 32 per cento delle tasse, dico che l'ho affittato». Com'è la salute dei russi? «Non buona. Quando c'era il socialismo i bambini facevano sport, adesso devono andare a lavare le macchine lungo la Moscova per guadagnare un po' di soldi. Le famiglie hanno un reddito di 60-70 dollari al mese: non bastano per vivere». Si vive male? «Si vive poco. Muoiono molte più persone di quante non ne nascano. Le donne non partoriscono più e questo significa che la gente non crede nel futuro». La sanità funziona meglio o peggio? «Peggio, lo Stato è in bancarotta, non ha soldi. Le malattie croni¬ che non vengono curate e se la sanità non è garantita, non si può pretendere che le mucche vadano da sole dal veterinario». Professor Fiodorov, sente nostalgia per il socialismo? «No, assolutamente. Mi ha sempre ostacolato». Veramente l'ha anche aiutata perchè le sue cliniche sono state costruite nell'Urss. «Le persone per bene ci sono in ogni sistema. Io avevo trovato Nikolaj Ryzhkov, premier del governo. Mi ha ricevuto nel suo ufficio il 29 dicembre 1985. Abbiamo parlato quasi 3 ore. Gli ho detto: in Urss c'è un milione e mezzo di persone che ha bisogno di un intervento chirurgico agli occhi. Mi ha chiesto: quando saranno operate? Gli ho risposto: mai, non ci sono i mezzi». E allora? «Ryzhkov ha capito e ha deciso: in tre anni si sono aperte dodici cliniche in tutto il paese, da Mosca a Khabarovsk; si sono co¬ struiti gli appartamenti per i medici e le scuole per i figli. Adesso sarebbe impossibile: fuori Mosca nessuno obbedirebbe agli ordini di Eltsin». Vede che anche lei è un nostalgico? «No, allora sono stato fortunato perché avevo incontrato la persona giusta. Ora sono deluso perché vedo che quel sistema infame si perpetua: la privatizzazione è ridicola e inefficace, i direttori delle aziende non rispondono di niente a nessuno, rubano i soldi che non hanno guadagnato. La cosa che più mi indigna è che il comunismo è rimasto». Il comunismo? «Sì, e prima o poi rinascerà: nessuna Costituzione nuova servirà a nulla se non si abbatte il sistema burocratico. Il nuovo Stato doveva consentire ai cittadini di diventare ricchi, indipendenti e orgogliosi. E invece sono rimasti com'erano: loro servi della gleba, lo Stato padrone di tutto. L'unica cosa nuova, sono i negozietti dove i giovani vendono snickers e preservativi». Lei è ricco? «Ho soldi perché vado all'estero e guadagno con il mio lavoro». Si considera un capitalista? «Sì, ma tutti i 4 mila e 200 dipendenti del mio istituto sono dei capitalisti. Qui si guadagna solo se si produce. Da me un medico ha uno stipendio dieci volte superio- re a quello di Stato, ma sa che deve fare 120-130 operazioni al mese. Qui da noi tutto è chiaro, ognuno sa tutto di tutti. E si lavora molto e bene». Quanti segretari generali del pcus ha conosciuto? «Solo Gorbaciov. Breznev, Andropov e Cernenko non li rispettavo. Gorbaciov speravo che avrebbe restituito a me e ai russi i beni che ci sono stati sottratti nel'17». L'ha delusa? «Gorbaciov era un romantico, una brava persona, ma non capiva la vita, né l'economia. Pensava che per cambiare il sistema bastasse mettere al posto giusto burocrati intelligenti». E Eltsin? ((Avevamo buoni rapporti, mi aveva anche inserito nel gruppo dei suoi consiglieri. Ma dopo tre riunioni mi ha cacciato. Per tre volte avevo fatto lo stesso discorso: via i burocrati, dentro i professionisti. Ma lì continuano a comandare i burocrati». Di nuovo deluso? «Il Presidente firma molti decreti, ma non ho visto uno solo dei suoi ukaz che abbia restituito il sorriso alla gente, né fatto nascere di nuovo i bambini. Non ci sono incentivi per lavorare, i cervelli degli scienziati continuano ad appartenere allo Slato. L'unica lotta che si vede è quella dei burocrati per conquistare sem- pre più potere: comandano i mafiosi, di questo passo la Russia diventerà una Sicilia al cubo». Professor Fiodorov, non è troppo pessimista? ((Al contrario, sono ottimista. Per ora la gente non ha ancora capito che deve lavorare per sè stessa. Quando capirà, farà un grande sciopero pacifico, scenderà in piazza e dirà: ridateci quello che ci avete rubato». Si candiderebbe alla presidenza? «No, ci sono tante persone per bene nel Paese». Per esempio? «Il giurista Serghej Alekseev, il giovane governatore di Nizhnj Novogorod Nemzov, o Yuri Vlasov...» L'ex campione di sollevamento pesi? «Sì, perchè è un uomo buono e un Presidente deve soprattutto amare il suo popolo, anzi deve adorarlo, soffrire e provare pietà per la propria gente». Eltsin non ama i russi? «Non ha restituito la libertà economica. Non doveva aver paura di andare alle elezioni per confrontarsi con i suoi oppositori. Invece ha sparato contro di loro. Non pensavo fosse un codardo, invece ho scoperto che anche per lui la cosa più importante è il potere». Cesare Martinetti «La burocrazia vince la gente vive peggio ma non ho nostalgia per il comunismo» «Un giorno la gente capirà, e sarà la fine» Il celebre oculista Fiodorov candidato dei riformatori