la Malfa: resto in convalescenza di R. Mas.

la Malfa; resto in convalescenza Il pri retto da un direttorio, il futuro del partito si deciderà a gennaio la Malfa; resto in convalescenza «Non voglio dover tornare a chiedere soldi a Santa» ROMA. Il segretario che non c'è di un partito che rischia di non esserci. Ecco cos'è Giorgio La Malfa, ai vertici del pri, di diritto ma non di fatto. «Mi sento ancora convalescente - ha detto al Consiglio nazionale repubblicano -. Ho assunto le mie responsabilità in merito alla legge sul finanziamento dei partiti, e non ho fatto come altri segretari e Bossi, ma il giudizio dell'opinione pubblica è ancora netto. Di conseguenza preferisco rimanere nella mia convalescenza». In pratica alla segreteria del partito repubblicano non tornerà, decretando per se stesso una condizione di limbo che si riverbera sull'intero partito. Adii, nel Consiglio nazionale che si è chiuso ieri, gli chiedeva a gran voce di tornare alla guida del pri, La Malfa ha replicatro: «Se volete che torni fate una sottoscrizione, una colletta per garantire le risorse econo¬ miche del partito che, con la fine del finanziamento pubblico, il prossimo anno potrebbe chiudere le sue sedi. Io certamente non ho alcuna intenzione di tornare dal sig. Sama o da chi per lui». Dunque la segreteria del pri può attendere. Il vicesegretario reggente, Giorgio Bogi, ha dichiarato chiusa la sua esperienza di vicario, e ha abbandonato l'incarico. La sua idea sarebbe quella di confluire in Alleanza democratica, dove peraltro già si trova l'avanguardia del partito - Ayala e Bianco - e in cui in qualche misura si riconosce anche un gran vecchio come Visentini. Un'altra scuola di pensiero trova invece maggiore interesse per la nebulosa-centro e per Segni, specificamente. Nessuno si nasconde però che l'ipotesi Ad significa il rischio di una sudditanza alla politica del pds, mentre il caldero¬ ne centrista rischia commistioni con soggetti a cui il pri non si dichiara interessato: la Lega, Berlusconi, i residuati democristiani, addirittura la destra. E allora? Allora il futuro del piccolo-grande partito si deciderà a gennaio - così ha stabilito il Consiglio nazionale - in una conferenza programmatica. Per intanto le sorti del pri restano affidate ad una sorta di direttorio costituito da quattro persone, più due: Bruno Visentini, Gianni Ravaglia, Oscar Giannino (portavoce di Giorgio La Malfa), Enzo Bianco, più i due capigruppo parlamentai i Alfredo Bianchini e Libero Gualtieri. Da questo travaglio si è chiamato fuori Giovanni Spadolini, che in una lettera letta all'assemblea, ricorda come il suo ruolo di presidente del Senato, specie in questa fase politica, sconsigli la partecipazione ad un agone partitico. [r. mas.]

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