Una discesa per pesi massimi di Cristiano Chiavegato

/ Oggi a Val d'Isère prima libera della stagione: decisivi fisico e materiali / Oggi a Val d'Isère prima libera della stagione: decisivi fisico e materiali Una discesa per pesi massimi Anche Vitellini tra i migliori VAL D'ISERE DAL NOSTRO INVIATO Arrivano gli uomini-jet, ma oggi per la prima discesa di Coppa della stagione, forse basterà avere un motore turbo-elica. La famosa pista Oreiller-Killy, che una volta faceva rizzare i capelli, è stata ridotta a una specie di autostrada. Annullata in pratica la «bosse Collombm», una compressione dove avevano lasciato le ossa molti campioni, compreso lo svizzero che ha dato nome al passsaggio, smussate tutte le difficoltà. Se a questo si aggiunge che la neve è fresca e neppure troppo gelata, diventa un optional sciare bene. Conteranno soprattutto i materiali e il valore espresso in chilogrammi del concorrente. Insomma una gara da pesi massimi. Non per nulla ieri il miglior tempo, nell'unica prova effettuata in questi giorni, è stato fatto segnare dall'austriaco Patrick Ortlieb, che è un armadio da 1 metro e 89 per 91 kg. Bisogna anche dire che non è neppure l'ultimo arrivato, visto che nel 1992, sempre qui a Val d'Isère, ma sull'altra pista, quella più difficile della Face de Bellevarde, questo marcantonio vinse l'Olimpiade. Gli esperti dicono che il primo posto sarà in ballottaggio tra Ortlieb, i marpioni svizzeri Heinzer (che però ha dei dolori muscolari) e Mahrer, i francesi che corrono in casa e qualche kamikaze canadese. Per gli azzurri non ci sono invece favori di pronostico. Ma si avverte nella squadra italiana una sorta di cauto ottimismo. Si dice che i ragazzi di Mauro Cornaz si siano preparati bene, che possano fare ottimi risultati. Sono tuttavia tutti molto abbottonati. Pietro Vitalini, ventiseienne valtellinese che sembra l'attore Terence Hill in bruno, ieri ha fatto segnare il quinto tempo con l'55"42, a 1"20 da Ortlieb che è sceso in l'54"22, pur com¬ mettendo un grosso errore alla compressione. Christian Ghedina è risultato nono, seguito da Gianfanco Martin, diciannovesimo. Più staccati e nell'ordine Luigi Colturi, Perathoner, Josef Polig, Franco Colturi, Peter Runggaldier, Alessandro Fattori, Ernesto De Mattia, Peter Holzer e Alberto Senigagliesi. I nostri hanno tutti qualche problemino, qualche piccola scusa. Gli sci non ancora perfetti e soprattutto per i più tecnici, come Runggaldier, una pista sulla quale è necessario soprat- tutto scivolare bene e non fare sbagli. Vitalini-Terence Hill avrebbe una gran voglia di dare un pugno a Ortlieb-Bud Spencer e a tutti gli altri, ma non si sbilancia: «Un piazzamento fra i primi dieci andrebbe benissimo, tanto per cominciare. Aspettando tracciati più adatti alle nostre caratteristiche». Vedremo. Intanto dopo una giornata spettacolare con sole e temperatura giusta, per oggi si attende la neve. Almeno secondo quanto sostengono i bollettini metereologici. In questo caso le carte andrebbero ulteriormente mescolate e ne verrebbe fuori una discesa-lotteria, nella quale oltre il peso e i materiali, avrebbe grande importanza il numero di partenza. Un problema questo che non tocca diversi concorrenti, quelli che partono nelle ultime file, i veri coraggiosi dello sci a oltre 100 chilometri all'ora. Fra questi troviamo ancora il classico principe messicano Hubertus Von Holmenlohe, il cileno Diego Margozzini, i due senelegalesi Lamine Gueye (ricchissimo, figlio dell'ex presidente del parlamento) e Alphonse Gomis (quello che aveva imparato a sciare sui Pirenei dove si trovava in riformatorio dopo essere stato sorpreso a rubare le gomme a un'auto) e il portoricano David Steele. Inizio alle ore 11. Cristiano Chiavegato Pietro Vitalini (nella foto grande) ha ottenuto il quinto tempo, Ghedina (foto piccola) il nono