«A Mani pulite ho raccontato tutta la verità sul partito»

Occhetto dopo il faccia a faccia: un confronto molto cordiale con due persone simpaticissime Occhetto dopo il faccia a faccia: un confronto molto cordiale con due persone simpaticissime «A Mani pulite ho raccontato tutta la verità sul partito» MILANO. «Ho raccontato tutto quello che so», dice Achille Occhietto dopo l'incontro con i pm di Mani pulite Antonio Di Pietro e Gherardo Colombo, «due persone simpaticissime» ha confidato ai suo collaboratori. Entrato alle 11, dal Comando della Guardia di Finanza di Milano è uscito alle 15, ma il segretario della Quercia ad un certo punto deve avere avuto la sensazione che il tempo si fermasse perché ai microfoni delle tv assicura che il colloquio è durato solo due ore: «Se le agenzie scrivono quattro, si sbagliano». E' tranquillo, Occhetto, sicuro di aver spazzato il terreno da tutti i sospetti cresciuti nell'ultima settimana: «E' stato un incontro molto cordiale ed è servito a dire tutte le cose vere che riguardano le questioni emerse in questi giorni. Abbiamo chiarito le nostre posizioni. E' stato un faccia a faccia molto importante, utile e positivo. Ho deciso di andare dai magistrati quando ho visto che sui giornali venivano fuori molte notizie false su mie eventuali convocazioni. Ho pensato così che fosse giusto rivolgersi direttamente ai giudici del pool di Milano per ribadire le cose che, fra l'altro, mi avete sentito dire anche l'altra sera al "Rosso e il nero"». Occhetto e Di Pietro. La storia di un tète-à-tète che era nell'aria di Tangentopoli da tempo comincia con una telefonata del leader del pds. L'ondivago segretario del pds la fa subito dopo la vittoria delle sinistre nel ballottaggio per i sindaci. E', per lui, il momento migliore, ma anche il più delicato sul piano politico, visto che proprio in quelle ore parte la sua corsa alla poltrona di palazzo Chigi. «Sono pronto a venire da voi, spontaneamente», dice Occhetto a Di Pietro. «Si accomodi», risponde il magistrato. Di «comune accordo» i due decidono la data: venerdì 10 dicembre, Nostra Signora di Loreto. E' la fine di un lungo «inseguimento», poiché da tempo gli stessi giudici di Mani pulite avevano espresso a Botteghe Oscure il desiderio di un confronto con il segretario. Non c'è convocazione ufficiale, non ci sono avvisi, non ci sono avvocati. Occhetto si presenta a Milano nella veste di testimone, di persona a conoscenza di fatti. I fatti, appunto. Le insistenti dichiarazioni di Lorenzo Panzavolta («Greganti incassò la tangente per conto del pcipds»); l'inchiesta sulla metropolitana di Milano; il memoriale di Craxi sui finanziamenti illeciti provenienti dai Paesi dell'Est e sul sistema «sporco» delle cooperative rosse; i rapporti del partito con il gruppo Ferruzzi. Occhetto tocca tutti i punti: «Era mio dovere farlo. Sono il segretario del pds, quindi sono la persona che più di tutti è a conoscenza dei fatti che riguardano il partito». Smentisce Panzavolta, Occhetto: «Il pds è estraneo al sistema delle tangenti». Stempe¬ ra il dossier dell'ex segretario del psi: «Mi hanno domandato se ritenevo verosimili le sue affermazioni. Io gli ho detto quello che penso e ho dato loro anche elementi nuovi per orientarsi nelle ricerche. Ho spiegato come mi sembri perlo¬ meno curioso che nel momento in cui eravamo impegnati nell'unità nazionale e venivamo attaccati dagli estremisti esistesse una nostra organizzazione segreta con progetti eversivi». Amette che sì, incontrò Gardini, ma quella volta si parlò soltanto di politica e non di miliardi. Il grande capo della Ferruzzi sarebbe andato da lui per sollecitare un intervento a favore degli sgravi fiscali, ma Occhetto rispose di no, che non se ne faceva nulla, «tant'è che il pds votò contro in Parlamento». E a Di Pietro e Colombo il leader della Quercia ha portato anche il comunicato che dava notizia di quel colloquio: «La gente mica se lo ricorda, ma noi l'avevamo fatto». E' un Occhetto sereno, quello che torna a Roma. Ai suoi collaboratori dice: «I giudici mi hanno parlato come si parla con uno a cui non c'è nulla da contestare». E' convinto che la sua deposizione spontanea chiuda definitivamente «il capitolo dei veleni» contro il pds. E a chi gli chiede: «Achille, ma vi dovete rivedere?», risponde sereno: «No. Che io sappia no». [d. c. d.] «I giudici mi hanno parlato come si parla con uno a cui non c'è nulla da contestare» Qui accanto Primo Greganti e Bettino Craxi Nella foto grande Gherardo Colombo

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