LA BUGIA E' IL REATO PIÙ GRAVE di Sergio Romano
«Nessun arresto di troppo» LA BUGIA E' IL REATO PIÙ' GRAVE PRIMA o dopo i giudici ci diranno quali 'articoli del codice penale ! siano stati violati dagli inquisiti di Tangentopoli: finanziamento illecito, evasione fiscale, falso in bilancio, corruzione, concussione. Politicamente, tuttavia, nessuno di questi reati è grave quanto quello di cui si sono macchiati molti uomini politici, quasi tutti i segretari di partito e verosimilmente gli stessi leaders della Lega. Questo reato è la bugia. Non so quali sanzioni l'ordinamento giudiziario preveda per i bugiardi, ma so che nessun sistema democratico può funzionare correttamente se le menzogne suscitano soltanto un sorriso di benevola disapprovazione. Nixon non dovette andarsene dalla Casa Bianca perché si era reso responsabile di una bassa operazione politica a danno dei suoi avversari; dovette abdicare perché aveva ingannato il suo Paese. Le cronache parlamentari inglesi e americane sono piene di uomini e donne che si presentano come penitenti di fronte al tribunale della pubblica opinione e fanno ammenda per le loro menzogne. Soltanto così alcuni si conquistano il diritto di continuare a esercitare una funzione pubblica. Moralismo anglosassone? Non credo. Un uomo politico può essere elusivo, reticente, ambiguo, ma non può dichiarare sfacciatamente il falso senza mettere in discussione la propria credibilità e le regole della democrazia. Un sistema democratico può sopravvivere alla demagogia, all'aggressività verbale, persino alla rissa e all'insulto, ma non può sopravvivere alla menzogna e deve punirla ogni qualvolta riesce a smascherarla. Anche quando è irrilevante sul piano giuridico e comprensibile sul piano umano, la bugia è il peccato capitale di una libera società politica. In Italia, apparentemente, è Sergio Romano CONTINUA A PAG. 2 QUINTA COLONNA
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