I RISCHI DELLA GIUSTIZIA

E il 15 l'ombra dello sciopero generale PRIJW A PAGINA I RISCHI DELLA GIUSTIZIA arrivi in un contesto giudiziario sufficientemente chiaro, con il maggior possibile numero di situazioni processuali chiuse. C'è soprattutto l'esigenza di preservare il nuovo quadro politico dal rischio che le vecchie vicende di corruzione continuino ad allungare la loro ombra condizionante. Il morto non deve poter afferrare il vivo, se davvero si vuol voltare pagina rispetto al peggiore stile della vita politica del passato. E" il pericolo del ricatto perdurante, sul quale ancora, molto opportunamente, hanno richiamato l'attenzione i magistrati della procura milanese: finché non tutto è venuto alla luce, persistono enormi possibilità di condizionamento per chi conosce illeciti ancora occulti. Da tutto ciò nasce la ribadita esigenza di misure anche legislative che consentano di abbre- viare i tempi della giustizia, come ha chiesto più volte il procuratore di Milano, Borrelli. Tuttavia, proprio il primo grande processo che è giunto alla sua celebrazione davanti al giudice, il processo Cusani, dice che la soluzione di chiudere i processi col patteggiamento al termine delle indagini preliminari non può valere sempre. Il dibattimento - che il patteggiamento impedisce - ha dimostrato di essere un momento essenziale, non la ripetizione di un copione già scritto nelle carte del pubblico ministero. Dall'istruttoria dibattimentale possono emergere - come sono emersi - nuovi elementi per l'allargamento delle indagini e solo col pubblico confronto davanti al giudice si rispetta il diritto dei cittadini di assistere al processo e di conoscere il modo in cui i loro (ex)governanti lo affrontano. Non si tratta affatto di un diritto al sadismo ma del diritto di conoscere gli uomini, tanto più importante quando sono uomini pubblici. Le esigenze di pubblico di¬ battimento e di accelerazione delle procedure sembrano allora contraddirsi. Dalla contraddi zione si esce così. La semplificazione, in tutti i casi di minor rilievo sociale e processuale, deve servire appunto a consentire lo svolgimento pieno dei processi maggiori. Le esigenze di questi ultimi costi tuiscono una ulteriore buona ra gione per sveltire le procedure dei primi. Progetti così indirizzati non sono mancati, nei mesi scorsi. Ma sono stati lasciati cadere, dal governo innanzitutto. Sembra no insabbiati in Parlamento e nessuno pare interessato a riportarli a galla. Forse è prevalso un duplice atteggiamento apparentemente contraddittorio, ma comunque nemico dell'opera di giustizia svolta dalla magistratura: l'attesa di un'amnistia, in vocata addirittura per una «pa cificazione» in vista delle nuove elezioni, e l'attesa che la magi stratura, non aiutata a dominare tanto problema, si ingolfi da sé Gustavo Zagrebelsky

Persone citate: Borrelli, Cusani, Gustavo Zagrebelsky

Luoghi citati: Milano