Catturato il rapinatore con coltello e siringa di Primo Levi
Aggrediva gli studenti dell'istituto «P. Levi» Aggrediva gli studenti dell'istituto «P. Levi» Catturato il rapinatore con coltello e siringa Fabio Federico, 24 anni, tossicodipendente, pregiudicato per furto e droga, si era specializzato nel rapinare gli studenti dell'istituto tecnico industriale «Primo Levi», in corso Unione Sovietica 490 a Mirafiori Sud. Li aggrediva con un coltello o con una siringa all'entrata o all'uscita dalle lezioni, quando li sorprendeva isolati. In 21 giorni era riuscito a rapinare 23 ragazzi di età compresa fra i 14 e ì 17 anni. Quasi sempre scarso il bottino: 20 o 30 mila lire, oppure catenine, braccialetti, medagliette, anelli, orologi di plastica. Parecchi dei rapinati non avevano fatto denuncia, limitandosi a segnalare l'aggressione ai genitori o ai professori. Il preside dell'istituto, Antonello Biddau, dopo l'ultimo episodio accaduto il pomeriggio del 10 dicembre, ha raccolto le segnalazioni dei professori e ha avvisato la polizia. Subito si è presentato il problema di dare un volto e un nome allo sconosciuto perché gli equipaggi delle radiomobili lo potessero cercare. Il preside allora ha convocato un'assemblea con docenti e genitori. Ognuno aveva qualche particolare da raccontare, qualche segno da indicare in base alle descrizioni dei ragazzi rapinati. A conclusione dell'assemblea il dott. Cuozzo, responsabile delle volanti, aveva i dati somatici del malavitoso e soprattutto due tracce preziose su cui lavorare: lo sconosciuto rapinatore aveva su un braccio due ser- penti intrecciati e sotto il naso una cicatrice che gli deturpava parte del labbro. Fu fatto un disegno, sottoposto a tutte le 23 vittime, ritoccato. Il volto ricostruito in questo modo infine è stato messo a confronto con le foto di numerosi pregiudicati. In breve tempo si è arrivati alla soluzione, dando tutti i particolari - tatuaggio e cicatrice compresi al calcolatore centrale che cataloga tutti coloro che hanno precedenti penali, suddivisi per «specialità». Fabio Federico, ormai «scoperto e incasellato» è stato cercato al domicilio anagrafico, in via Togliatti 17, dove però è risultato assente da tempo. Gli agenti in borghese degli equipaggi «Pegaso» lo hanno atteso sul «luogo di lavoro», davanti alla scuola. Puntuale il giovane tossico si è presentato versò le 13, all'ora di uscita degli studenti. Ma non ha agito: c'erano troppi genitori che preoccupati di quanto era accaduto sostavano nei pressi dsella scuola. Ha capito che diventava troppo rischioso rapinare, anche perché i ragazzi se ne andavano non alla spicciolata, ma tre o quattro insieme per un'eventuale difesa. Quando tutti sono usciti, ha cercato di allontanarsi. Allora gli agenti lo hanno bloccato e condotto a casa sua. Quasi subito ha ammesso le rapine davanti all'istituto. Non tutte. La polizia ha perquisito la casa, ma non ha trovato traccia di refurtiva. Come era prevedibile: il tossico che rapina subito cede i soldi o i monili strappati per avere la sua dose di droga, che lo rende schiavo. Tenuto conto del tipo di reato e dell'età delle vittime il pm ha ritenuto di spedire il pregiudicato direttamente in carcere, in attesa del processo. [iv. bar.] Decisivo l'identikit fatto dai genitori delle 23 vittime L'istituto tecnico industriale «Primo Levi» di corso Unione Sovietica 490, a Miraflori Sud, era il campo d'azione preferito dal rapinatore con coltello e siringa Fabio Federico, 24 anni, arrestato per rapina dagli agenti davanti all'istituto «P. Levi»
Persone citate: Cuozzo, Fabio Federico, Primo Levi
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