Anche la lega entra nell'albo nero

Il segretario organizzativo Patelli è rinchiuso da ieri in isolamento giudiziario a San Vittore Il segretario organizzativo Patelli è rinchiuso da ieri in isolamento giudiziario a San Vittore Anche la lega entra nell'albo nero Santa ha detto di aver fatto consegnare una valigetta con un «contributo Montedison» di duecento milioni MILANO. «Lo mettiamo là, dove abbiamo messo tutti gli altri». Dice così Luigi Pagano, il direttore di San Vittore. E là, sesto raggio, lato B, primo piano, finisce Alessandro Patelli, segretario organizzativo della Lega Nord, ex tesoriere del partito, adesso nei guai per un finanziamento di duecento milioni uscito dalle casse della Montedison, miliardi e mazzette a go-go per tutti i partiti. Che giornata nera questa, per la Lega. Al mattino gli «Ambrogini d'oro» con il sindaco Formentini che plaude al procuratore capo Borrelli e gli dice che «non è un caso che a Milano l'azione della magistratura ha potuto incidere nel bubbone della partitocrazia», alla sera la prima della Scala. In mezzo, a rovinare la festa, le manette per l'ex tesoriere di Bossi. Finanziamento illecito ai partiti, l'accusa contenuta nell'ordine di custodia cautelare per Patelli. Glielo mettono in mano alle 15, Questura di via Fatebenefratelli, dove l'ex tesoriere arriva da Zanica, provincia di Bergamo, dove abita. E allora via verso San Vittore, mentre la polizia perquisisce il suo ufficio al Pirellone, dove il consigliere regionale Patelli siede dal '90. Foto, impronte, cella. Isolamento giudiziario, che vuol dire nessun imputato di Tangentopoli in quei tre metri per quattro. Forse un altro detenuto, dipende dai numeri di San Vittore, sovraffollato come sempre. Entra in carcere Patelli, e oggi, 7 dicembre, dopo 21 mesi di inchiesta e 500 arresti pure la Lega entra nell'albo (nero) di Mani puliteNiente a che vedere con gli altri partiti, tangenti e malaffari. Qui si tratta di 200 milioni-dati da Foro Buonaparte e non registrati nei bilanci della Lega. Eppure lo smacco è fortissimo. Ma non inatteso. Se ne parlava da giorni. Alméno da quel 22 novembre quando, al processo Cusani, interrogato da Di Pietro Carlo Sama aveva risposto con un sibillino «non lo escludo» alla domanda se pure la Lega era a libro paga. Sedici giorni di voci, anche su Umberto Bossi pronto a venire da Di Pietro, o addirittura «avvisato», e poi la «bomba» delle 17,10 quando esce la prima agenzia, quattro righe secche per dire che Patelli è stato arrestato. A quell'ora Patelli è già a San Vittore. Recita l'ordine di arresto firmato dal giudice Italo Ghitti: «Per aver ricevuto nel marzo del '92 una somma di 200 milioni di lire dalla Montedison per il tramite di Sergio Portesi (ex direttore affari istituzionali del Gruppo Ferruzzi, oggi manager Farmitalia, ndr), che la consegnava su incarico di Carlo Sama senza che tale erogazione fosse deliberata dall'organo sociale competente e senza che risultasse iscritta nei relativi bilanci». Un finanziamento illecito, dunque. Quando? Come? Perché? Lontano dai riflettori del processo Carlo Sama spiega tutto a Di Pietro. Conferma pure Portesi, il latore della mazzetta che per la Lega adesso è come cianuro puro. E allora via con la cronistoria degli incontri, fino alla fine di marzo '92. Quando al bar Doney di Roma, lo stesso dove dicono incassasse Primo Greganti, Alessandro Patelli prende la valigia con i milioni da Portesi. E prima? Prima ci sono altri incontri. Tra Bossi e Portesi nel '91, poi ancora tra Patelli e Portesi, fino al '92, elezioni alle porte, quando c'è l'incontro (il primo?) tra Bossi e Sama. Si parla di politica, ma anche di soldi. Là Lega spinge perìjhé Montedison ^acquisti spazi pubblicitari per le nascenti iniziative editoriali del gruppo, il giornale che poi non si farà e la radio. Sama forse non vuole coinvolgere pubblicamente il nome del suo Gruppo con la Lega. E allora si arriva all'appuntamento al bar Doney. Ordina Sama, prepara l'operazione Cusani, si muove Portesi e incassa Patelli. L'ex tesoriere della Lega, il giorno prima di essere arrestato, aveva detto a radio «Cnr»: «Cosa c'è di vero in queste voci? Nulla, assolutamente nulla. Sarebbe stupido dire che non conosco Sama con tutte le volte che l'ho visto in Tv. Dire che mi sono incontrato con lui sarebbe però una bugia. Cusani? Non lo conosco nel modo più assoluto». E poi aveva aggiunto: «Questo Cusani è uno di' quei personaggi che non riconoscerei perché non l'ho visto neanche in tv. Nel momento in cui la magistratura corre il rischio affarsi strumentalizzare per, aspetti puramente n'olitici come sta emergendo giorno dopo giorno nel processo Cusani bisogna fare molta attenzione». Fabio Potetti L'accusa riguarda il finanziamento illecito dei partiti Il pagamento sarebbe avvenuto albarDoney Alessandro Patelli, ex tesoriere e attuale segretario organizzativo della Lega, nella foto con il segretario del Carroccio Umberto Bossi Carlo Sama (a lato): dalle sue rivelazioni prima al processo Cusani e poi a Di Pietro è scattato il provvedimento contro Patelli

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Roma, Zanica