La vita da polli fa impazzire quattro inglesi

La vita da polli fa impazzire quattro inglesi gran Bretagna mmmmmm Le signore hanno rinunciato in partenza: «Quattro donne in un metro quadrato? E' impossibile» La vita da polli fa impazzire quattro inglesi Test sulle sofferenze animali, nella stia hanno resistito solo 20 ore LONDRA NOSTRO SERVIZIO Hanno becchettato riso bollito e fagioli da un tubo di plastica, zampettato in una gabbia larga un metro quadrato, vegliato alla luce di una lampada fluorescente e sono stati molestati da una «cacofonia di rumori umani» proveniente da un altoparlante. Quattro volontari inglesi avevano accettato di fare i polli da batteria per una settimana, al soldo di una scrittrice vegetariana convinta che nessun essere umano sia in grado di sopravvivere ai «campi di concentramento» in cui ia società carnivora alleva i gallinacei. Ieri, sul punto di starnazzare istericamente e dare di matto, uno di loro ha tirato una cordicella attaccata a un campanello e ha implorato di uscire. Il test è durato solo 20 ore. Se fossero sopravvissuti senza fuggire, i pennuti provvisori avrebbero ricevuto 6 milioni e far pubblicità al suo «Fruits of Paradise», un'agenda vegetariana per il 1994. E' stata lei ad approntare la stia umana nel proprio cortile e a rintronare i suoi polli prezzolati con una colonna sonora di vagiti infantili, sirene di polizia, trapani e colpi di pistola. «Pensavo che avrebbero resistito un po' più a lungo - gongola -. Si sono fatti onore, ma ciò dimostra che nessuno è preparato a sottoporsi alle sofferenze inflitte agli animali». In un primo momento la provocazione era stata raccolta da una pollicoltrice arrabbiata, Nicola De Pulford, che si era presentata al colloquio d'ammissione vestita di piume e con una fiera cresta torreggiarne sulla cocuzza. Il Papageno dei carnivori ha abbandonato il campo quando ha saputo che avrebbe dovuto sopravvivere in quelle condizioni insieme con altre quattro donno. Maria Chiara Bonazzi 400 mila lire a testa: mangime non disprezzabile, adeguato ai disagi da sopportare La gabbia non ora equipaggiata di sanitari e l'acqua gocciolava con parsimo nia da un rubinetto. «Sono stato io a chiedere di essere liberato, gli altri non volevano - spiega Daryl Heathfield, 27 anni, una gamba mutilata, che aveva accettato la sfida per comperarsi un arto artificiale -. Li ho delusi. Loro volevano resistere, ma faceva un freddo cane e ho rischiato di rimetterci la gamba buona. Di sicuro non desidero reincarnarmi in un pollo, e d'ora in poi mangerò soltanto uova di galline ruspanti». Fa atto di contrizione Richard Brett, 34 anni, camionista, che si era sottoposto all'esperimento di buon grado per dimostrare che le galline sguazzano nel lusso: «Quando hanno aperto la porta non ci sono rimasto poi così male - confessa -. Il cibo era uno schifo. Mi sento tutto indolenzito, so¬ no a pezzi. Il nostro umorismo si era fatto un po' pesante: c'era un tale groviglio di gambe. Sono solidale con quei poveri polli, che passano così tutta la vita. Dev'essere orrendo». Il corpulento muratore Bill Davies ò l'unico a mugugnare. «Sono convinto che là dentro ci sarei rimasto per tutta la settimana prevista - assicura -. I polli sono avvantaggiati dal fatto che le loro zampe non sentono il freddo: noi invece eravamo a piedi nudi. Ma il tormento psicologico l'avrei sopportato benissimo. La rete metallica di recinzione, però, era un supplizio per la schiena. Sono riuscito a dormire soltanto un quarto d'ora alla volta». I quattro si sono rinfrancati lo spirito parlando di sesso e giocando a «spia». Tiene il becco ostinatamente chiuso Stuart Wastie, studente ventunenne di fotografia e quarto volontario. Esulta la signora Rebecca Hall, che ha ideato l'esperimento por

Persone citate: Bill Davies, Daryl Heathfield, Maria Chiara Bonazzi, Nicola De Pulford, Rebecca Hall, Richard Brett, Stuart Wastie

Luoghi citati: Londra