Il nano cavaliere fra tesori segreti

Torino. L'antiquariato di Zabert Torino. L'antiquariato di Zabert Il nano cavaliere fra tesori segreti ETORINO A rassegna antiquariale di Gilberto Zabert, fino al 24 dicembre, spazia come di consueto su un raggio assai vasto di tempi e di scuole pittoriche: dal gotico internazionale del «Maestro di Lonigo» della prima metà del '400 alla derivazione di scuola, a tempera, della testa della moglie di Bruto, dal famoso dipinto I littori riportano a Bruto i corpi dei figli presentato da David al «Salon» parigino del 1789, ancora come commissione reale ma assurto subito a manifesto civile e stoico del Terzo Stato. Mentre nell'oggettistica spiccano un grande paravento cinese laccato del '700 e un prezioso piano di tavolo intarsiato in pietre dure della manifattura instaurata a Napoli nel '700 da Carlo III di Borbone. E' una novità il bel gruppo di disegni dal '500 al '700, fra cui spiccano un bellissimo profilo del Bronzino per la sua opera estrema, la Resurrezione della figlia di Gioirò in S. Maria Novella a Firenze e una divertente sanguigna di Nano in veste di cavaliere di quel bizzarro spirito che fu il bresciano Faustino Bocchi. Fra i dipinti, sono da citare opere di qualità, come il bel trio torinese del '700 costituito dalla coppia di scene di genere teatralmente animate dalla succosa pennellata di Giovanni Michele Graneri e dalla natura molto scenografica della Caccia all'anatra di Vittorio Amedeo Cignaroli, opportunamente proposto a modo di trittico, e soprattutto la piccola pala della Madonna col Bambino e San Bernardo, con pimpanti e rubizzi angioletti dalle ali di farfalla. L'opera è piena dei succhi pittorici del miglior Guala, con la sua inimitabile capacità di trasformare ogni figura sacra in un robusto coltivatore di vigne del Monferrato casalese con famiglia. La sequenza più affascinante, per continuità e nello stesso tempo per varietà di discorso, è quella dei paesaggi del XVII e XVIII secolo, fra la grande stagione romana della «natura classica», dai bolognesi intorno ad Annibale Carracci a Poussin, e gli ultimi approdi settecenteschi, sempre romani, prima delle nuove concezioni di Valenciennes e degli inglesi. Il punto di partenza è il grande paesaggio laziale, alludente a Tivoli, del giovane Gaspar Dughet allievo e cognato di Poussin, con due viandanti immersi in «filosofico» colloquio; quello d'arrivo, con lo specifico riferimento alle cascatelle minori di Tivoli e in primo piano figure idilliche di genere contemporaneo, ha tutta la freschezza pittoresca del giovane Hubert Robert appena giunto a Roma nel 1754 e a contatto con il Panini. Di mezzo, e su una strada riccamente pittorica di umori fantastici e quasi preromantici, si pone il bel Paesaggio con ere mita riferito alla comune attività fiorentina nel primo '700 del Magnasco e del Peruzzi ni. [m. r.] nlspgt «Madonna col Bambino e San Bernardo» di Pier Francesco Guata ( 1698-1757)

Luoghi citati: Firenze, Lonigo, Napoli, Roma, Tivoli, Torino, Valenciennes