Il disco nostalgia

1 MILANO. Tempi amari anche per la musica. Pochi e spesso vuoti i concerti (la caduta delle presenze è del 30 per cento), sono crollate anche le vendite dei dischi: più d'un terzo, il 36 per cento. Nella mestizia del momento prenatalizio, gli scaffali dei negozi si riempiono di valanghe di raccolte, riedizioni introvabili, antologie fantasiose; sono spesso invenzioni preziose, non roba di scarto: ma il compagno Antonio del vecchio «Avanzi», risvegliandosi dal coma ventennale in un punto di vendita e guardando i titoli, potrebbe credere senza fatica di aver dormito pochi minuti. C'è Tutto Disney e Tutta Mina Anni d'Oro, ci sono le Perle del Quartetto Cetra e l'Opera Omnia dei Beatles; e poi vecchissime cose di Vasco, Jimi Hendrix che suona o viene suonato, la collezione privata di Santana, l'intera storia dello Zecchino d'Oro. L'ardore di riscoperta dell'industria in crisi è anche una strada comoda, soprattutto perché consente di non investire altri quattrini, pur imponendo lo stesso prezzo d'una nuova uscita; ma finisce comunque per favorire, forse senza neanche volerlo, una catalogazione dell'intero repertorio musicale leggero e rock, mai arrivata a quest'ampiezza. SESSANTAQUATTRO anni di cartoni animati e film, dal '28 al '92, 78 brani che appartengono alla memoria dei bambini di tutte le età, compresi quelli ormai diventati nonni: «The Music of Disney: A Legacy in Song» sono tutte le colonne sonore dell'indimenticato papà di Topolino, uno che ai tempi della Guerra Fredda pare non si fosse comportato molto da democratico, ma che in fatto di magìe infantili resta, a 25 anni dalla morte, maestro insuperato perfino dai giapponesi. I tre Cd del cofanetto sono il curioso inventario del marchio musicale d'un uomo che in vita sua non seppe mai suonare né leggere la musica. Com'è scritto nel bellissimo libro illustrato (e in inglese) che accompagna i dischi, Disney spiegò una volta a un bambino: «Penso a me stesso come a un'ape. Vado da una parte all'altra dello Studio e raccolgo il polline, stimolo gli altri». Fior di autori furono al servizio dei suoi film, e anche le loro storie private contribuirono all'invenzione dei successi: Frank Churchill scrisse In cinque minuti la musica ~i «Chi ha paura del lupo cattivo?» nel '37 («Siam tre piccoli porcelini...», ricordate?); aveva avuto, nell'infanzia, in California, tre porcellini che furono uccisi da un lupo, e non gli mancò l'ispirazione. Se ci fate caso, i cartoni senza la colonna sonora perdono gran parte dell'impatto. E invece la musica originale, con dialoghi e rumori, riporta vivide alla mente le immagini: come il canto degli uccellini in «Fischiate mentre lavorate», da «Biancaneve» sempre del '37. E la voce di Biancaneve è italiana: si chiamava Adriana Caselotti, studiava da soprano e aveva all'epoca 18 anni. Sco nosciuta, ma conosciutissima in tutto il mondo: come Dora Luz, interprete di «You Belong To My Heart» del '44, da «I tre Caballeros», tradotta in italiano «Voglio amarti così»; o Lisa Davis, voce di Crudelia Demon (in inglese «Cruella De Vii» dalla «Carica dei 101» del lontano 1961. Fra le voci che raccontano tante storie, quella di Julie Andrews in «Supercalifragilisti chexpialidocious» da «Mary Poppins» del '64, mentre Louis Prima (quello di «Bonasera segnorina») canta nel «Libro della Giungla» ('67), e nientemeno che un vecchio Maurice Chevalier, ormai pensionato ma qui per fare un favore all'amico Walt, è il protagonista, in pessimo inglese, del tema degli «Aristogatti» del '70. Anche il mondo del cinema è massicciamente presente, con Kirk Douglas protagonista di «Ventimila leghe sotto i mari» nel '54, e addirittura si scopre la voce profonda e gradevole di Sean Connery non ancora toccato dalla grazia di 007 in «Darby O' Gill and The Little People» in una preziosa incisione del '59. Bette Midler - ma è già storia recente - da sempre a metà fra cinema e canzone, si cimenta in «Oliver & Company» nel 1988, mentre Angela Lansbury, ormai attempata, interpreta «Beauty and The Beast» nel '91 : l'opera chiude cronologicamente il cofanetto. 1 mpi amari anche a. Pochi e spesso rti (la caduta delle l 30 per cento), sonche le vendite dei un terzo, il 36 per mestizia del motalizio, gli scaffali riempiono di vacolte, riedizioni intologie fantasiose; invenzioni prezioa di scarto: ma il ntonio del vecchio vegliandosi dal coale in un punto di ardando i titoli, pore senza fatica di pochi minuti. C'è e Tutta Mina Anni o le Perle del Quar l'Opera Omnia dei i vecchissime cose mi Hendrix che suoonato, la collezione ntana, l'intera stohino d'Oro. L'ardorta dell'industria in una strada comoto perché consente tire altri quattrini, do lo stesso prezzo uscita; ma finisce per favorire, forse he volerlo, una cadell'intero reperto leggero e rock, mai uest'ampiezza. Quattro ed singoli in «Signori... Mina!», collaborazione tra la rivista di collezionismo «Raro» e la Fonit Cetra consociata della Rai, che è andata a ripescare le innumerevoli incisioni televisive della Madre di tutte le cantanti: la musica riporta alla mente il clima elegante, misurato e autentico dei compianti varietà tv di cui Mina fu per tanti anni protagonista. «Signori... Mina!» è la frase con cui la annunciava Lelio Luttazzi: ricorre ad ogni inizio di disco rendendo inconfondibile il clima d'epoca. L'esperienza enciclopedica della Voce per eccellenza è ribadita in una ridda di canzoni napoletane brasiliane

Luoghi citati: California, Milano