Chivasso, torna in cella l'ex vicesindaco Morosa

Chivasso, torna in cella l'ex vicesindaco Morosa Accusato di corruzione per l'appalto-ospedale Chivasso, torna in cella l'ex vicesindaco Morosa L'ex vicesindaco di Chivasso, il socialista Salvatore Marasà, è stato arrestato ieri pomeriggio nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti pagate per il nuovo ospedale di Chivasso. L'accusa è di corruzione, abuso, turbativa d'asta, e falso ideologico. Marasà, che è stato presidente della Usi 39 di Chivasso, si è presentato ieri in Procura accompagnato dal suo legale, avvocato Gian Paolo Zancan. I sostituti procuratori Andrea Bascheri e Eugenia Ghi, titolari dell'inchiesta, hanno accertato che i documenti relativi alla delibera dell'Usi per la realizzazione dell'ospedale e alla gara d'appalto-concorso del 1990 non sono stati redatti dalla competente commissione della Usi, ma da un ufficio esterno. I magistrati sospettano che i documenti siano stati preparati «su misura» da politici e imprenditori, che li avrebbero poi passati alla commissione. Quello di Marasà è il nono arresto di questa inchiesta: l'altro ieri era finito in carcere Giuseppe Merra, vicepresidente della Cei (gruppo Aqua, dei fratelli Pisante, finita sotto inchiesta a Milano), una delle ditte che prese parte alla gara, assieme alla capocordata Itinera. Merra, che ha ottenuto gli arresti domiciliari, aveva ammesso che «c'era la disposizione di pagare tangenti». Ieri inoltre sono stati interrogati Valter Pruiti (Cei) e Bruno Binasco, amministratore delegato della Itinera.

Persone citate: Andrea Bascheri, Bruno Binasco, Eugenia Ghi, Gian Paolo Zancan, Giuseppe Merra, Marasà, Merra, Salvatore Marasà, Valter Pruiti

Luoghi citati: Chivasso, Milano