Messo fuori squadra da Cecchi Gori e multato di 60 milioni

Messo fuori squadra da Cecchi Gori e multato di 60 milioni Messo fuori squadra da Cecchi Gori e multato di 60 milioni Bruno: ho tradito il presidente ma non finirò così la carriera TANTE SCUSE, FIORENTINA FIRENZE. Tutti contro di lui: accerchiato, cacciato, punito, Pasquale Bruno ora veramente è il cattivo del calcio italiano. Quell'etichetta che qualche giorno fa aveva sdegnosamente respinto («Me l'hanno attaccata a Torino, ma io la odio») di «o' animale» gli è stata impressa a fuoco. E' sommerso dai cartellini rossi, dalle giornate di squalifica (48 in 15 anni di attività, praticamente è stato ferno per un campionato e mezzo), dalle reprimende, dagli attacchi furibondi da parte di tutte le categorie del calcio. Ora l'ultima e rovente espulsione, decretata addirittura dal suo presidente: Vittorio Cecchi Gori. Giovedì era solo una richiesta del massimo dirigente viola, da ieri ò un atto sancito. Lo ha comunicato ufficialmente il dg della Fiorentina, Paolo Giuliani. Voce stentorea, quasi da aula di tribunale: «Il giocatore Pasquale Bruno è da ritenersi fuori squadra a tempo indeterminato. Si allenerà regolarmente durante la settimana, ma non sarà chiamato per prossime par- tite...». Condannato: a quanto? Non è chiaro. Dovrà pentirsi e soffrire, almeno per un paio di turni. Poi rientrerà. Lui ha accettato tutto, nessuna richiesta di clemenza, totale (o quasi) ammissione di colpa. Pasquale «o' animale» non cerca scappatoie. Aveva negato anche l'evidenza quando era stato condannato (tre turni) per una rissa da bettola, con pugno finale sul volto del bresciano Lerda. Aveva assicurato la sua estraneità su quell'acqua penetrata nella provetta consegnatagli dai medici dell'antidoping. Si era beccato oltre 40 milioni di multa ed aveva lanciato un'idea: «Destiniamo le multe dei giocatori a opere di beneficenza...». Ora dovrà pagarne altri 60. In fondo pochi per chi, come lui, guadagna 820 milioni netti a stagione. Ma adesso tutto gli riesce più difficile. Certo non può inveire nei confronti del suo datore di lavoro, appunto Cecchi Gori, che 10 ha messo fuori squadra dopo l'ennesima espulsione. Passi per 11 calcione all'avversario, ma le offese ai guardalinee (altri due probabili turni di squalifica) erano proprio di troppo. E non lo ha salvato neppure la dolce signora Valeria Cecchi Gori, vedova del presidente Mario, che affettuosa lo ha raccontato così: «Pasquale in fondo è così educato, una brava persona». Già, fuori dal campo. Così è rimasto solo contro tutti. Ironia della sorte, ieri sui muri che circondano lo stadio si leggeva: «Bruno occhio, ti colpiremo...». Graffito firmato da ipotetici draghi di passaggio. Fischiato dai fiorentini, odiato dagli juventini, sommerso dagli insulti e dalle ammende, Pasquale si è rintanato nell'ultima trincea. Aveva provato ad entrare nel cuore dei tifosi viola, aveva lanciato loro la maglietta. Ma questi glie l'avevano riportata indietro, lavata e asciugata, insomma non la volevano. Ed allora meglio provare a cambiare pelle. Cenere sulla testa, cilicio, e promesse da libro Cuore: «Rispetto la decisione del presidente, è lui che mi ha voluto qui. L'accolgo serenamente se è per il bene della Fiorentina. Mi mancherà la gara della domenica, forse Vittorio si è sentito tradito. Quando vuoi bene ad una persona e questa ti delude magari hai più sofferenza e reagisci. Al guardalinee ho detto né più né meno quello che tanti altri dicono in una gara. E' la prima volta che mi succede una cosa del genere. Farò uno sforzo per cambiare, come l'ha fatto anche Vittorio Cecchi Gori che ha cercato di smussare gli angoli del suo carattere. Però ho fatto una sciocchezza e il suo è un richiamo da padre a figlio. Se poi conto i turni di squalifica che ho preso...». Ed ha aggiunto: «Ho un contratto fino al 1995, potrei fregarmene, ma sono orgoglioso e voglio riconquistarmi la fiducia di tutti. Voglio dimostrare che non sono un casinista. Non intendo chiudere così la mia carriera». Sincero? Questo è da vedersi, specialmente in campo. Sì, perché qui tutto è da vedere. Certo che è proprio cattivo, ma così cattivo che iniziamo ad avere dei dubbi. Alessandro Rialti

Persone citate: Alessandro Rialti, Cecchi Gori, Lerda, Paolo Giuliani, Pasquale Bruno, Valeria Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori

Luoghi citati: Firenze, Torino