L'amore e l'Aids ai tempi di Beverly Hills «90210»

L'amore e l'Aids ai tempi di Beverly Hills «90210» Incontro con il produttore e l'ideatore dello sceneggiato trasmesso da Italia 1 che ha resistito alla serata di Grillo L'amore e l'Aids ai tempi di Beverly Hills «90210» Dice Star: «Il segreto? Non lo so, mi limito a copiare la vita di mia sorella» LOS ANGELES. Più che un programma televisivo «Beverly Hills 90210» è diventato un fenomeno sociale. Giovedì scorso, su Italia 1, ha ottenuto un ascolto di 4 milioni e mezzo, resistendo alla serata di Grillo, e uguagliando Santoro. Negli Stati Uniti, come in Italia e nel resto d'Europa, una generazione di adolescenti sta formando le proprie idee su sesso, amore, tradimento, Aids, successo, denaro attraverso ciò che fanno e dicono Brandon, Brenda, Dylan e gli altri eroi del fortunato show. «90210» è un mondo creato dalla fantasia di Darren Star, produttore esecutivo, ma soprattutto l'uomo che ha inventato i personaggi, che continua a scrivere le sceneggiature. Star, qual è il segreto? «E' difficile trovare una spiegazione, sono sorpreso anche io. Credo che questo sia il primo show in cui l'adolescenza è osservata dal punto di vista di chi vi è dentro». A che cosa si è ispirato nell'inventare situazioni e personaggi? C'è dietro una ricerca di mercato? «Assolutamente no. Molto deriva dalla mia esperienza, dalla cerchia dei miei amici, da mia sorella più piccola. A questo punto, poi, i personaggi sono così forti e definiti che scri- vo direttamente per loro, so già come reagiranno di fronte a certe situazioni». Se dà così tanta importanza al realismo, perché ha scelto l'atmosfera un po' ovattata di Beverly Hills? E non le sembra che i suoi personaggi sono spesso un po' troppo perbene e responsabili? «La serie avrebbe potuto essere ambientata ovunque, ma così ha un tocco di glamour in più che non guasta. E poi, mettendo questo gruppo di ragazzi essenzialmente middle class in un ambiente così, dimostra che sia i ricchi sia i poveri non sono infallibili. Ognuno ha le sue debolezze. Quello che li distingue è che cercano di risolvere i loro problemi e di aiutarsi parlandone tra di loro». In Italia i ragazzi di «90210» sono all'ultimo anno di liceo, negli Usa sono già al college. Li vedre- mo diventare genitori, poi nonni... «Non lo so. Per adesso andiamo di anno in anno. Il college dura quattro anni e speriamo che lo finiscano». Vi capita mai di scrivere pensando ai telespettatori stranieri? «I nostri personaggi derivano dalla nostra esperienza e sono dunque molto americani. E forse attraggono proprio per questo, quando dici Beverly Hills crei immediata curiosità. Quando parli di amore, o di Aids, vai a toccare tuttavia emozioni universali». Lei raggiunge ragazzi in ogni angolo del globo, sente una particolare responsabilità? «Siamo consapevoli dell'impatto e speriamo quando parliamo di argomenti come l'Aids di educare gli spettatori. Ma non vogliamo sentirci limitati da questo. Cerchiamo di scrivere nel modo migliore possibile e ottenere una buona risposta». E sul dibattito sul rapporto tra tv e violenza che opinione ha? «La televisione non produce violenza ma riflette quello che accade nella società. E' assurdo incolpare la televisione per i problemi sociali del mondo. Non ci credo, troppo facile». Lorenzo Soria Brandon, il ragazzo di «Beverly Hills» più amato dalle ragazze italiane. Mentre per gli uomini ia preferita 3 Brenda

Persone citate: Darren Star, Lorenzo Soria Brandon, Santoro

Luoghi citati: Europa, Italia, Los Angeles, Stati Uniti, Usa