Sesso e droga con la paella

I coca-party scoperti dalle telefonate: «Tesoro c'è la roba, vai al ristorante» Arrestate tre giovani donne Sesso e droga con la paella Una risata fragorosa. Poi: «Tesoro, la roba è arrivata. Vai al solito ristorante e ordina una paella». Frammento di una conversazione telefonica intercettata dai carabinieri. Il nome di quel piatto della cucina spagnola era parola magica per avere una dose di cocaina. Due mesi di indagini hanno fatto scoprire un giro di spaccio. Controllato, secondo le accuse, da tre giovani donne: le sorelle Gemma e Vincenza Lardo, 24 anni e 27 anni e una loro amica, Fioranza Jervasi, 24 anni. Per i carabinieri le tre organizzavano anche, per i clienti più assidui, dei coca-party. Sesso e droga, musiche languide e champagne, specchi e luci soffuse. Forse anche per combattere la concorrenza di altre analoghe centrali di spaccio. Cinque le persone arrestate. Le tre giovani donne e due uomini: Giovanni Ferrara, 35 anni, e Pasquale Quarticelli, 46 anni. Per tutti l'accusa è concorso in spaccio di cocaina. L'indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Gian Giacomo Sandrelli. Ora i carabinieri ipotizzano per le tre ragazze anche il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. L'inchiesta è partita da una vaga segnalazione. La confidenza di un tossicodipendente: «C'è una ragazza che vende cocaina. Bisogna andare in una casa di corso Spezia, dalle parti del mercato rionale». I carabinieri della San Carlo hanno seguito quella tenue traccia. Hanno notato alcuni noti tossicodipendenti entrare nel portone del palazzo al civico 19, proprio davanti ad un cinema a luci rosse. Tutti suonavano ad una porta del primo piano. Quell'alloggio è stato tenuto sotto controllo; molte telefonate sono state registrate, le persone che entravano ed uscivano pedinate. E un po' alla volta, racconta il capitano Marco Turchi della San Carlo, sono affiorate le prime conferme. La storia di questa inchiesta affiora dalle pagine del rapporto dei carabinieri. L'alloggio è al primo piano. Due camere da letto, una cucina, un salotto, due bagni. Moquette, specchi, luci soffuse, musica di fondo. Secondo l'accusa le due"sorelle «controllavano» il mercato di cocaina. Mezzo etto alla settimana. Canali dello spaccio erano anche alcuni ristoranti. La conferma viene dalle telefonate: «Tesoro, ordina la paella». Un business di decine e decine di milioni. E, per i clienti più assidui, c'era un premio: sesso e droga, Una, due o tre donne. Spesso, dicono i carabinieri, anche ragazze che arrivavano apposta da fuori città. E quelle sere si faceva tardi. Quando i carabinièri sono entrati nell'appartaménto di corso Spezia, sul tavolo della cucina c'era mezzo etto di cocaina, nove in «pietra». Quarticelli (pregiudicato, inquisito anche per un omicidio) ha cercato di disfarsene. Ora si indaga su quel giro di donne che, dicono i carabinieri, venivano reclutate nei paesi della cintura. «Tutte belle ragazze. Capelli biondi, lunghi sulle spalle, gonne corte, calze a rete, pellicce, profumo di marca» raccontano i vicini ai quali non piaceva quel via vai. Donne in premio per i clienti più affezionati? (e. mas.] I coca-party scoperti dalle telefonate: «Tesoro c'è la roba, vai al ristorante» Le sorelle Lardo (da sinistra) Gemma e Vincenza In basso Fiorenza Gervasi

Persone citate: Fiorenza Gervasi, Gian Giacomo Sandrelli, Giovanni Ferrara, Marco Turchi, Quarticelli, Vincenza Lardo