Storie di eroi randagi di N. S.
Storie di eroi randagi Storie di eroi randagi Da Pancev a Stojkovic e Cop meteore di un calcio zingaro Savicevic e dintorni. Così vicini a noi in senso geografico, così lontani come testa. Sono gli (ex) jugoslavi del calcio. Quelli che, per convenzione, chiamiamo zingari. Vita agra, da eroi randagi. Eccone alcuni estratti. Il caso di Pancev ci sembra molto istruttivo. Il Milan lo opziona e poi lo molla, l'Inter lo ignora e poi lo prende. Morale: un gol (all'Udinese, il 31 gennaio) e stop. Macedone, eia il braccio armato della Stella Rossa. All'Inter, è diventato un portacenere. Pellegrini l'ha messo fuori rosa. Smania dalla voglia di cederlo. Forte di un contratto quadriennale, Pancev se ne frega e resiste. Targato Stella Rossa è anche Stojkovic. Stagione 1991-92, 19 partite e 1 gol nel Verona. Toccata e fuga. Sullo sfondo, una storia di ginocchia e di bisturi, dal Marsiglia al Marsiglia. Via Verona, appunto. Mihajlovic se la passa così così a Roma. Naturalmente, è già stato accusato di dolce vita. Come, del resto, Jugovic, spalla di Gullit e Platt nella Sampdoria. A Genova sopravvive anche Katanec, giraffone sloveno estremamente mite, fra i protagonisti dello scudetto donano '91 (con Boskov in panca). Ma il capitolo più clamoroso riguardò Safet Susic, asso del Sarajevo. Clamoroso, perché stiamo parlando di un giocatore mai approdato in Italia. Ebbe l'impudenza di firmare due contratti, uno con l'Inter e l'altro con il Torino (primi Anni Ottanta). La federazione lo bloccò alla frontiera. Imparasse almeno i regolamenti. Susic ripiegò su Parigi. In compenso, Blaz Sliskovic è sempre stato il pallino di Galeone. Lo portò a Pescara nel 1987, e se l'è ripreso, sempre a Pescara, la stagione scorsa, all'età di 32 anni. Ma prima che il tecnico finisse «fuori squadra», lui fece in tempo a finire fuori rosa. Bosniaco di Mostar, baffuto e paffuto, il calcio come un'arte: e la notte come il giorno. Senza coppe, però... Ad Ascoli sono transitati, in ordine sparso, Trifunovic, Arslanovic e Cvetkovic. Quest'ultimo venne reso popolare dall'abuso linguistico che ne fece Tonino Carino a Novantesimo minuto. Uno scioglilingua. Invece a Torino, di Skoro si ricorda qualche lampo di classe, a Udine con Surjak un sesto posto e 32 punti. Surjak fu il primo della ex Jugoslavia a essere ingaggiato dopo il 1980. A Cesena, ci si rammenta con affetto di Jozic, mentre nessuno «sa» chi è, e chi era, Djukic. Ma vogliamo parlare del centravanti Davor Cop, nato a Rijeka, nove partite con l'Empoli etichetta 1987-88? L'ultima scommessa sono i croati: Boban, Boksic, il giovane juventino Ban. Nel segno del montenegrino Savicevic, la sfida continua. [n. s.]
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