Matarrese alza la Coppa dei ricchi

7« A Ginevra il vicepresidente dell'Uefa benedice la nuova formula della Champions League Matarrese alza la Coppa dei ricchi «Nessun contrasto con gli esclusi» Sfida tra le 24 società più potenti GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO Cerimoniale ridotto all'osso, parole con il contagocce, poche domande, risposte secche e precise. In poco più di mezz'ora la grande rivoluzione era di dominio pubblico. Nessuna sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia: l'Uefa cambia il regolamento della Champions League, in base a una formula più moderna che salvaguarda lo spettacolo e privilegia gli interessi economici dei club più potenti che diventeranno così ancora più potenti. Tanto per essere chiari: la squadra che nella stagione '94 -95 dovesse aggiudicarsi il trofeo vincendo tutte le partite, incasserebbe una cifra vicina ai venti miliardi. Ma ecco l'unica vera novità. L'annuncia Matarrese, che è riuscito a far passare una modifica del regolamento: «D'ora in avanti il denaro dei proventi televisivi e pubblicitari non finirà direttamente nelle mani delle società, ma passerà attraverso le singole federazioni. Una parte sarà trattenuta per scopi sociali, l'altra andrà ai clubs. E sarà così anche per la Coppa Coppe e la Coppa Uefa. Siamo riusciti a far approvare un principio morale, evitando sospetti di speculazioni tra l'Uefa e le società». Ma tranquilli: in pratica la trattenuta operata dalla federazione sarà compensata da un aumento degli introiti. La società che gestisce i contratti televisivi e pubblicitari garantirà all'Uefa 235 miliardi, un terzo in più rispetto a oggi. Un trionfo per Matarrese, sempre più potente nel consesso europeo. Dopo aver scongiurato la fusione tra Coppa Uefa e Coppa Campioni, ecco un altro segnale di quanto la federazione italiana sia considerata. «Siamo in primi in Europa, quindi al mondo» gongola Matarrese, che spiega come la decisione di ristrutturare la Champions League sia stata approvata senza contrasti da parte delle federazioni di serie B, quelle escluse e dirottate sulla Coppa Uefa. E per allontanare ogni sospetto aggiunge a difesa dell'ente di cui è vice presidente: «L'Uefa non è un organismo finanziario, ma sportivo e tale deve rimanere per unire. Fermo restando che non si toccano le autonomie delle singole federazioni». Ma ci riesce difficile immaginare che sia nata l'Opera Pia Uefa, con puri scopi sociali e umanitari. Infatti lo confermano i motivi del grande ribaltone. D'ora in avanti i meriti conseguiti sul campo passeranno in secondo piano, immolati sull'altare del business. Ammette Johansson: «Dobbiamo adattarci alle esigenze del mercato tv, degli sponsor, della pubblicità. E' stato un passo obbligato, ma credo anche definitivo». Come dire che non sono previsti altri sconvolgimenti da qui al Duemila. Già, la ricerca spasmodica di tutto ciò che fa spettacolo e quindi porta denaro è stata la molla che ha fatto scattare il meccanismo. Meglio un Milan-Barcellona o un Milan-Partizan Tirana? Risposta scontata anche per un esquimese, ma nessuno ha salvaguardato i diritti dei più deboli. Il Gran Capo del calcio europeo si difende spiegando che con la fine dell'Europa comunista c'è stato un proliferare di federazioni che hanno chiesto l'adesione all'Uefa. «Dobbiamo trovare soluzioni che riflettano sempre i massimi livelli del calcio», tuona Johansson. Ora, con l'ingresso di Moldavia e Adzerbaidjan (affiliazione provvisoria), annunciata proprio ieri, siamo a quota. 50 e secondo i reggitori del calcio europeo un po' di chiarezza era indispensabile. Ma vediamo cosà succederà dopo le decisioni adottate su proposta della commissione inter club dell'Uefa. Il gruppo delle scudettate nei singoli paesi è stato spaccato in base a complicatissimi calcoli che tengono conto della media dei risultati delle squadre nell'ultimo quinquennio, cui viene aggiunto il coefficiente di ogni Paese (media punti dell'insieme di tutte le formazioni partecipanti alle coppe negli ultimi 5 anni). Le prime 23 più la vincitrice dell'edizione precedente faranno la Coppa Campioni. Le altre finiranno nel gran caldero- ne dell'Uefa, ricevendo in cambio un indennizzo economico. Tutto calcolato, quindi, e rischi di sorprese ridotti a zero. Un esempio: in Italia vince il campionato la Lazio, che ha un bilancio europeo disastroso, così l'Italia si ritrova senza squadre nella Champions League. Impossibile. Per non danneggiare le nazioni più potenti, è stato stabilito che se il coefficiente del club sarà irrisorio, subentrerà in aiuto quello della federazione di appartenenza. Alla fase preliminare della Coppa Campioni non prenderanno parte la detentrice del trofeo e le altre sette con il miglior coefficiente. Le rimanenti sedici formazioni dovranno scannarsi in un turno preliminare già fissato per l'agosto del prossimo anno, determinato da un sorteggio dettato dai singoli coefficienti, inmodo da evitare eliminazioni a sorpresa. Otto più otto, ecco il gruppo delle magnifiche sedici della Champions League che da settembre si affronteranno suddivise in quattro gruppi, seguendo il normale calendario delle coppe europee. Stop a dicembre e ripresa a marzo '95 con quarti e semifinali. E in maggio la finale. In totale 61 partite, per una Champions League tutta da bere. Snellita la competizione più prestigiosa, diventa un pachiderma la Coppa Uefa. Avrà 100 posti, con 72 squadre costrette ad un turno prelimiminare. Le partite saliranno da 142 a 197. Fabio Vergna no Un indennizzo economico andrà alle scudettate retrocesse in Uefa LA NUOVA FORMULA CHAMPIONS LEAGUE 24 SQUADRE 23 SQUADRE CAMPIONI NAZIONALI + VINCITRICE EDIZIONE PRECEDENTE 8 AMMESSE DIRETTAMENTE ALLA 1a FASE 7« 16 TURNO PRELIMINARE ELIMINAZIONE DIRETTA ANDATA E RITORNO 16 SQUADRE 4 GIRONI DA 4 SQUADRE PARTITE DI ANDATA E RITORNO PROMOSSE LE PRIME DUE DI OGNI GIRONE 8 SQUADRE FINALE QUARTI DI FINALE (and. e rit.) SEMIFINALI (and. e rit.) A fianco la nuova formula della Champions League; a sinistra, i capi Uefa Johansson e Matarrese

Luoghi citati: Europa, Ginevra, Italia, Lazio, Moldavia, Tirana