Miracolo sul volo per Lourdes di Enrico Benedetto

Nessun guasto: il pilota (sotto inchiesta) ha spento maldestramente i motori Nessun guasto: il pilota (sotto inchiesta) ha spento maldestramente i motori Miracolo sul volo per Lourdes Per due volte il jet precipita e si riprende PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Miracolato. L'Airbus A320 che il 22 ottobre lasciò Orly con destinazione Lourdes ringrazi la Vergine (o una incredibile fortuna) se i suoi 150 passeggeri sono ancora vivi. Pochi attimi dopo il decollo, a due riprese il capitano spense per sbaglio entrambi i reattori. Il jet s'inabissò da 1500 a neppure 500 metri, scomparendo dai radar. Black out elettrico, generatore ausiliario in panne. Dallo scalo - semichiuso per sciopero - partirono ambulanze e mezzi di soccorso. L'aereo pareva condannato. Ma l'equipaggio riuscì a mettere di nuovo in funzione i motori. Fra i 150, un'ampia delegazione che si recava nella città mariana per il congresso ecumenico dal titolo - assai pertinente - «Guarigioni e Miracoli». Ne era membro il rettore della Grande Moschea parigina, Dahl Boubakeur. Che allontana l'ipotesi Grazia, per commentare serafico: «La morte non impaurisce un musulmano. Oggi o domani, cambia poco». Poteva essere una catastrofe. E nessuna indagine - tantomeno le due scatole nere - mai l'avrebbe chiarita. Impossibile registrare l'irrazionalità umana che indusse monsieur X a una serie di operazioni «aberranti» (così le definiscono gli stessi colleghi). Nessuno conosce ancora il suo nome. Sappiamo solo che ha 62 anni e da cinque settimane la compagnia - Air Inter, l'Ati transalpina - gli impedisce di rimettere il piede sui jet. Due inchieste sono in corso, ma se ieri mattina radio «France Info» non avesse diffuso l'indiscrezione, il caso poteva rimanere top secret ancora a lungo. E i passeggeri apprenderanno solo ora che le «difficoltà meteorologiche» invocate dall'equipaggio per tacitare l'episodio erano pura fantasia. In quei giorni, Orly si trovava ostaggio dello sciopero Air France, un blocco quasi totale. Il primo miracolo fu dunque che l'A320 potesse decollare in orario - 10,50 - e senza eccessivi problemi. A bordo gli studiosi del convegno, pellegrini e parecchi giovani che rientravano dalla capitale per le brevi vacanze in calendario tra fine ottobre e inizio novembre. Il jet raggiunge i 1500 m. Ed ecco lampeggiare gli allarmi di bordo nell'intera carlinga. I viaggiatori pensano a un contatto, la partenza sembrava tranquilla. Ma il carrello era ancora fuori, dimenticato lì con grave repentaglio per l'aerodinamica. Correre ai ripari non sarebbe tuttavia difficile. Preso dal panico, il responsabile smanaccia sul pannello il comando di rientro... e invece spegne tutto. Abbaglio tuttora inesplicabile: i due interruttori non sono vicini. Il velivolo perde quota con estrema rapidità, ingovernabile a causa del carrello. In neppure 2' già sfiora il suolo. Passeggeri ed equipaggio sono al buio. Il pilota grida via radio «Mayday, mayday»-. è l'Sos. Nessun manuale prevede un caso simile, tranne avaria. Ma ecco, i reattori tornano a ruggire. Qualche attimo e per l'ennesima sbadataggine il comandante li rispegne. Non rimangono molte alternative alla preghiera. Ma alla fine l'Airbus la spunta: quando ormai si profila il «crash», l'equipaggio riprende in mano la situazione. Però l'aereo non raggiungerà mai Lourdes. Le autorità aeroportuali gli ingiungono di tornare alla base. I testimoni descri¬ vono un pilota «in preda alla collera». Forse era semplice choc nervoso. Hostess e steward rassicurano come possono gli astanti. Nessuno capisce la reale natura del sinistro, la spiegazione climatica «tiene». All'arrivo, la compagnia non fornirà alcun lume. Reimbarca il gruppo su un altro jet e via. Quanto all'A320, i tecnici lo esamineranno fin nei minimi dettagli per scoprire eventuali défaillances. Nulla. La responsabilità parrebbe davvero solo umana. E il lieto fine divino. Enrico Benedetto --ms: PARIGI

Persone citate: Dahl Boubakeur

Luoghi citati: Orly, Parigi