Il sindaco rivuole Cinecittà

Saranno ristrutturati gli stabilimenti Fert di corso Lombardia Saranno ristrutturati gli stabilimenti Fert di corso Lombardia Il sindaco rivuole Cinecittà Sorgerà un parco vicino a piazza Sofia Accolte le modifiche per il nuovo prg E' stato il sindaco Castellani a proporre che sui ruderi della Fert, tra corso Lombardia e via Temi, rinasca Cinecittà. Accogliendo le richieste avanzate da gruppi e cittadini, chiede siano riqualificati e conservati gli edifici destinati alla produzione cinematografica. Ieri la commissione all'urbanistica che esamina le modifiche al preliminare del nuovo piano regolatore ha accolto l'emendamento. Gli stabilimenti della Fert sorsero nel 1919. Comprendevano tre teatri per ripresa sonora di 500, 750 e 1000 metri quadrati, una centrale elettrica, laboratori e uffici. Avevano 65 camerini e una mensa per 115 coperti. Produssero film che fecero epoca e cassetta. Videro gli esordi di registi e produttori divenuti poi famosi: Fellini e Antonioni, Cristaldi e De Laurentiis. Anche Di Palma, fotografo di Woody Alien, vi lavorò. La discesa nel dopoguerra, fino al degrado. La proposta dei progettisti del nuovo prg era di demolire tutto per far posto a case in edilizia convenzionata. La commissione ieri ha approvato altri emendamenti di rilievo. All'unanimità ha deciso di destinare a parco l'area verde intorno a piazza Sofia eliminando la parte che prevedeva di realizzare 400 alloggi. Gli uffici giudiziari sono stati inglobati nella spina 2 diminuendo così l'indice di edificabilità in quel tratto dallo 0,7 allo 0,5 per metro quadro. Tra i corsi Bolzano e Matteotti non sorgeranno nuove costruzioni; sì alle ristrutturazioni. Non si realizzerà la «manica» che nel 1700 univa piazzetta Reale con Palazzo Madama, si farà invece un concorso di idee. Il lavoro della commissione proseguirà fino a sabato. I gruppi di Rifondazione, Rete e Alleanza verde sollevano perplessità di fondo sulla validità del nuovo piano. Dicono che le aree di trasformazione riguardano il 10% della parte piana di Torino: «Ci sono attività produttive per circa 40 mila unità; il cambio di destinazione invoglierà i proprietari a chiudere le attività per lucrare sulla rendita». Un altro punto riguarda quelle aree destinate a servizi e a parco che possono generare, se cedute al Comune, volumi edificabili in altri spazi: «I proprietari dovranno pagare l'Ici del 6 per mille in base al valore commerciale». Ma la maggioranza ò di pai-ere contrario: «E' un'obiezione da farsi solo allorché si accederà a questo scambio e gli estimi catastali saranno rivalutati». In attesa che il dibattito arrivi in sala rossa, la città discute. L'Ordine degli Ingegneri oggi, alle 17,30, in via Giolitti 1, avvia un confronto su «Torino Europea». Il primo tema è «Il potenziamen¬ to del nodo ferroviario». Intervengono gli ingegneri Guido Barba Navaretti, Andrea Gianasso, Roberto Renacco, Domenico Melodia, Giovanni Cavallero e Ilario Signoretti. [1. bor.] Uno degli stabilimenti degradati della Fert tra corso Lombardia e via Terni

Luoghi citati: Bolzano, Torino