I preti pedofili gli incubi dei pellicciai e la ruota della fortuna

I dispiaceri del filosofo disoccupato LETTERE AL GIORNALE Ipreti pedofili, gli incubi dei pellicciai e la ruota della fortuna Chi penserà ai figli del parroco? Ogni tanto qualcuno, interessato o meno, tira in campo il celibato del prete cattolico. In questi giorni, per i fatti di cronaca sui preti pedofili c omosessuali americani, qualcuno pensa di attribuire simili atteggiamenti al l'atto che il prete non è sposato, come se la diversità dipendesse, esclusivamente, dall'avere una donna per compagna o esserne privi. Eppure dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che l'omosessualità e la pedofilia vengono praticate anche da tanti uomini sposati. Piuttosto dovrebbe essere posto il quesito: come il prete, e in special modo i monsignori, vescovi e cardinali potrebbero mantenere una famiglia (come i loro colleghi protestanti che lavorano), moglie e figli a carico, senza prima inserirsi in un lavoro sociale retribuito. 0 dovrebbe pensarci lo Stato, anche in quel caso, a provvedere al loro sostentamento? E magari portare 1*8 per mille al 20 o addirittura ancor più in alto? Facile parlare, con la lingua... Gilberto Vangioni, Imperia Tele + 3, non si vive di solo Mozart Mi associo anch'io, con la mia famiglia, all'appello già raccolto da parecchi telespettatori di Tele+3 perché non sia sacrificata questa rete: l'unica che ci offre musica classica e lirica, quest'ultima la più ascoltata da noi. Vorremmo però, nel fortunato caso che l'attività di questa rete possa proseguire, augurarci che fosse più varia la scelta di opere e concerti, concedendo un maggior ventaglio di offerta, non limitate quasi sempre a Mozart e quasi sempre ai soliti esecutori. Fosse possibile, nella programmazione di Tele+ 3 sarebbe bellissimo poter trovare delle autentiche chicche, come quei Puritani, protagonista la Ricciarelli, che l'ormai mitico Petruzzolli allestì qualche anno fa, riscoprendo, in prima mondiale, la versione adattata da Bellini per l'interpretazione della celeberrima Malibran. Ubaldo Ricci, Novara Animali umani 70 mila posti a rischio Leggo, su La Stampa del 25 novembre l'articolo «Pellicciai-animalisti, la guerra arriva in tv», che si conclude con l'affermazione del deputato Walter Caporale sulla presentazione di un disegno di legge per vietare l'allevamento e il commercio di animali da pelliccia sul territorio nazionale. Sono un pellicciaio e il mio non si può considerare un discorso imparziale, ma mi pare che le affermazioni del signor Caporale siano viziate da una certa faziosità, in quanto volte esclusivamente alla tutela degli animali da pelliccia, mentre non pare che egli si preoccupi degli altri animali di pelo sprovvisti. Infatti l'uomo, o per meglio dire l'animale umano, influisce in moltissimi modi sull'ecosistema; penso agli animali di cui consumiamo la carne (buoi, polli, conigli, tonni, merluzzi ecc.) o la pelle (mammiferi, uccelli, rettili) o a quelli che per nostro piacere costringiamo a un'esistenza per loro innaturale (cavalli, pecore, cani, gatti) o a tutti quelli ai quali abbiamo alterato l'ambiente naturale con la costruzione di case, strade, industrie. In questa situazione, il focalizzare un solo e marginale aspetto del rapporto «animale uomo»/«animali non umani» mi fa dubitare che vi possano essere sottostanti interessi da parte dell'industria dei materiali sintetici. Aggiungo che gli allevatori e i cacciatori di animali da pelliccia sono da sempre, per tradizione e anche per convenienza, particolarmente attenti alla conservazione delle specie animali. Nella situazione occupazionale italiana poi una legge mirata a creare 70 mila nuovi disoccupati mi sembra quanto meno azzardata. Vorrei ricordare che molti italiani, e tra questi anche chi vive di pellicceria, non hanno la tranquillità, anche economica, che deriva dalle prebende e dai privilegi parlamentari. Gaetano Averna, Torino Universitarie carine e studiose cercansi Vorrei rispondere alla lettera del 16 novembre sul tema «L'Università delle assistenti». Non ho il piacere di conoscere la signorina Lettera Firmata, però vorrei fare la sua conoscenza dal momento che non è così faci¬ le trovare ragazze belle, intelligenti, studiose, con una media alta e un elevato numero di esami sostenuti. Cara Lettera (mi prendo la licenza di darti del tu in quanto tuo compagno di scuola), voglio congratularmi per la tua missione in difesa di tutte le belle ragazze la cui brillante prepara¬ primo passo per indicare al ceto moderato italiano - attualmente non rappresentato - una possibile via per un centrodestra scisso dai veleni di un'eredità obbiettivamente condannabile. Per mio conto, se dovessi votare a Roma, la scelta cadrebbe inevitabilmente su Rutelli (e mi meraviglia molto che qualcuno possa averlo messo in dubbio) ritenendo che ancora oggi il pensiero liberal-democratico debba dialogare a sinistra, nel ricordo sempre presente dei disastri causati dal nazifascismo. Considero questo travisamento un'inconcepibile strumentalizzazione non solo del mio nome, ma soprattutto di quelli di mio padre e di mio zio, Nello e Curio Rosselli. Aldo Rosselli Non ho scritto che Rosselli, se fosse stato elettore romano, avrebbe votato Fini. Ho riportato fedelmente il testo di alcune sue dichiarazioni rilasciate il 24 novembre scorso all'AdnKronos. [p. bat.l L'on. Formigoni e la vicenda Acna Con notevole sorpresa ho letto sulla Stampa del 30 novembre a pag. 29 dichiarazioni a me attribuite a riguardo della vicenda Acna e dell'impianto Ro.Sol., che sono frutto di totale fantasia. La sorpresa è maggiore perché così («frutto di totale fantasia») le avevo già definite in una nota pubblicata dalle agenzie di stampa pochi minuti dopo che un'emittente radiofonica me le aveva del tutto arbitrariamente attribuite. Non è spiegabile dunque perché La Stampa le abbia di nuovo riprese ed è comunque opportuno che vengano di nuo vo smentite. on. Roberto Formigoni sottosegretario di Stato ministero dell'Ambiente zione viene regolarmente distrutta dalle «terribili» e «famigerate» assistenti-zitelle che anelano solamente a giudicare maglioncini e cerchietti delle graziose fanciulle che si apprestano ad affrontare un esame. Vorrei offrire il mio caso alla tua attenzione. Vedi, io non sono bello, non sono studioso, la mia intelligenza è appena normale e il mio libretto è solo buono e contiene un discreto numero di esami. Potresti spendere una buona parola in mia difesa? Non sono figlio né di giudici né di avvocati e tutti gli assistenti (uomini, donne, celibi, zitelle, coniugati, con o senza prole) si «accaniscono» contro di me. Pretendono delle risposte. Solo per scrivere un numerino sul mio libretto. Me misero! Nessuno mi favorisce! Quando meritavo 30, ho preso 30 e quando meritavo 22, ho preso 22. Qualche volta si può discutere sul punto in più o in meno ma io resto dell'idea che «Fortunae rota volvitur» (Cari Orff, Carmina Burana). Gualtiero Bellino Sangano (Torino) Aldo Rosselli: io voterei Rutelli Alcune mie dichiarazioni, «riferite» da Pierluigi Battista in un articolo in data 25 novembre sono un travisamento mediante estrapolazioni e citazioni fuori contesto del mio pensiero circa Fini e il msi in un eventuale - e ancora non concretizzato - ruolo di centrodestra, secondo le linee già battute da diverse democrazie occidentali quali l'Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti. Votando da sempre a Firenze e non a Roma, oltretutto, mai avrei potuto dire la frase da voi messa nel titolo a 4 colonne e virgolettata: «Mi turo il naso e voto Fini». Intendevo invece os servare che se Fini e il msi accettassero di disancorarsi ideo logicamente dal fascismo stori co, ciò potrebbe costituire un

Luoghi citati: Firenze, Francia, Inghilterra, Novara, Roma, Stati Uniti, Torino