NON CE PEGGIOR SORDO... di Stefano Bartezzaghi

FERMATA FERMATA A RICHIESTA NON CE' PEGGIOR SORDO... "■^^ ACCOGLIEN- j A DO, almeno in | I parte, una loro ri- ì m chiesta, la com; missione Lavoro [^^k del Senato ha de■ cretato che d'ora in i I poi i sordomuti si ', I Ichiameranno «sorJH_, ^ft/di preverbali»: infatti la sordità non ha consentito loro Io sviluppo delle facoltà linguistiche. Ma «sordi» si potrà dire? Sul Los Angeles Times questa parola va sostituita da una parafrasi analoga al nostro «non udenti» (come per la pagina 777 di Televideo). Nel caso dei sordomuti, ovvero dei sordi preverbali o forse meglio dei non udenti pre-verbali, ancora una volta non agisce una tendenza grottesca al politically correit, che per ora è specialmente nordamericana, quanto una tendenza grottesca e indomabile all'astrazione. Con una novità. Dire «operatore ecologico» invece che «spazzino» è usare un'espressione più astratta, ma anche più vaga. Dire «sordo preverbale» invece che «sordomuto», è usare un'espressione più astratta, ma anche più tecnica. E', insomma, come parlare di «emicrania» invece che di «mal di testa» o «segmenti distali inferiori» invece che «piedi». Brutto, ma preciso: almeno per chi ha una concezione brutta e burocratica sia della precisione che della scienza. Ma i sordomuti sono stati descritti da Oliver Sacks (Vedere Voci) come persone tipicamente provviste di straordinarie risorse comunicative, e come si dice, di spirito. Davvero il silenzioso ma non inerte popolo dei pre-verbali fa appello al linguaggio post-verboso dei Parlamenti, dei porta-voce, delle audizioni, delle interpellanze, degli oratori, degli speakers, delle allocuzioni? Davvero vuole costringere a ricordarci l'eufemismo giusto (e scientijically correct, per carità) per menzionarli? O «preverbale» vuole essere soprattutto un invito a pensare, prima di usare la lingua? In quest'ultimo caso si sarebbe completamente d'accordo. Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Brutto, Oliver Sacks

Luoghi citati: Los Angeles