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Dopo le ipotesi di un collegamento con il delitto del commissario Calabresi Polemico il presidente della Fieg Giovannini: con Piva editoria dissanguata «Ma il governo inglese ha deciso di non mettere tasse sulla stampa» ROMA. «Gli altri Paesi europei cercano di dare una mano al settore dell'editoria. Noi invece lo puniamo». E' di nuovo polemica tra il presidente della Federazione italiana editori giornali, Giovanni Giovannini, e il governo Ciampi. Lo spunto è dato dalla decisione del governo inglese di non imporre l'Iva su giornali, riviste e libri. Editori e rivenditori britannici avevano condotto un'accesa campagna nei mesi scorsi per convincere il governo che un'imposta sulla stampa avrebbe compromesso gli standard culturali e causato enormi tagli all'occupazione nel settore dell'industria editoriale. Sulla decisione del governo inglese è intervenuto ieri Giovanni Giovannini. «Mentre in Inghilterra il governo annuncia di voler - pur nel quadro di un bilancio caratterizzato da numerosi e gravi tagli della spesa pubblica - mantenere l'esclusione dei quotidiani dall'Iva, in Italia l'Iva sui quotidiani, a partire dal 1° gennaio 1994, subirà un incremento del 33 per cento» ha detto Giovannini. «I quotidiani già pagano 50 miliardi all'anno di Iva e ne verranno così a pagare 67. Altrettanto pagheranno i periodici. Il complesso dei giornali quotidiani e periodici verrà, quindi, tassato per oltre 130 miliardi nel corso del 1994. L'assoggettamento all'Iva della stampa è iniziato nel 1990, e fu giustificato con la necessità di adeguarsi alla direttiva comunitaria in materia di armonizzazione dell'Iva tra i Paesi della Cee». «A distanza di tre anni - ha detto ancora Giovannini - si constata come questa motivazione fosse del tutto infondata visto che altri Paesi facenti parte della Cee, come l'Inghilterra, il Belgio e la Danimarca, continuano a considerare odioso ogni prelievo sui consumi culturali e a mantenere i giornali fuori dal campo di applicazione Iva». [Ansa] Giovanni Giovannini