Panto: anch'io come il Cavaliere di Guido Tiberga

Ponto; anch'io come il Cavaliere L'ex sponsor televisivo di «Colpo grosso» lancia il «Progetto azzurro» Ponto; anch'io come il Cavaliere L'industriale delle porte pensa a un suo partito IMPRENDITORI E POLITICA LA voglia di politica degli imprenditori si esprime in maniera sempre più strana. Ieri, su un quotidiano, è apparso un annuncio a tutta pagina, con una fotografia che sembra appena rubata da un album di famiglia: «Mi chiamo Fiorenzo Davanzo, ho 32 anni, sono un operaio specializzato. Questa è la mia famiglia: mia moglie Fiorella con i miei figli Sara e Carlo». Alla foto segue un lungo discorso in cui il signor Davanzo spiega ai «lavoratori» quello che i lavoratori sanno già da parecchio tempo: «Questo mese ho portato a casa lire 1.695.000 - dice -. Ma leggendo nel foglio allegato alla mia busta paga ho scoperto una cosa incredibile. Mi sono state sottratte per legge lire 1.401.612». E poi giù con la difesa «del pane che ho guadagnato per la mia famiglia», con gli attacchi «al sistema che mi ha dato un pugno nello stomaco». Con le rivendicazioni: «Non sono un interdetto, il mio guadagno voglio gestirlo io». Alla fine un invito, con tanto di indirizzo e numero da contattare: «Ho deciso: voglio cambiare le cose. Fai come me: aderisci a Progetto Azzurro...». Al telefono la prima sorpresa. Al numero dell'operaio Fiorenzo risponde l'imprenditore Giorgio Panto, industriale delle porte, uno che è passato alla storia della televisione commerciale come lo sponsor di Colpo Grosso, programma-culto per gli amanti del sexy quiz. «Mi gioco la Carta Vrnto», dicevano le concorrenti. E oplà, si toglievano il reggiseno. «Oggi le ideologie non esistono più - attacca Panto -. I muri sono caduti, i sindacati anche. Per questo ho fondato Progetto Azzurro: oggi l'unica cosa che unisce la gente seria, dall'industriale all'operaio, è il lavoro. Ed è da qui che bisogna partire per cambiare le cose. Il mio è un appello alle forze produttive, a chi tira la carretta: loro ci chiamano, versano una modesta quota d'adesione, e noi progettiamo un futuro migliore per tutti. Quando saremo almeno 5 mila passeremo all'azione. Un partito? Può darsi: Berlusconi non è l'unico a difendere il liberismo». Giorgio Panto ha già pronto il programma. Blocco delle assunzioni per gli statali («Loro non producono, non li voglio nel mio Progetto Azzurro»). Privatizzazione dei servizi e delle aziende pubbliche. Tagli alle imposte per le im¬ prese. Elezione diretta del premier. Abolizione delle banche di Stato. Riforma fiscale. «Il lavoratore deve ricevere tutto quello che gli spetta. Sarà lui a pagare le sue tasse. Le trattenute per assistenza e sanità? Inutili: basta obbligare gli operai ad assicurarsi, come si fa con le automobili. I privati offrono di più e costano meno. I sindacati devono chiedersi se rappresentano ancora i lavoratori: si spaccano la testa per far aumentare la contingenza di un punto. Quando con il mio sistema i dipendenti prenderebbero 800 mila lire di più ogni mese. E gli operai, con la busta paga più ricca, spendono di più. E se aumenta il consumo le aziende escono dalla crisi, con benefici per tutti. La solidarietà sociale? E' una bella cosa, ma con la solidarietà mi aumenta il costo del lavoro, e allora all'estero non vendo più niente...». Guido Tiberga

Persone citate: Berlusconi, Colpo Grosso, Davanzo, Fiorenzo Davanzo, Giorgio Panto, Panto, Politica, Progetto Azzurro