La giornalista e la casalinga alla scalata del Campidoglio di Liliana MadeoBarbara Palombelli

La giornalista e la casalinga alla scalata del Campidoglio La giornalista e la casalinga alla scalata del Campidoglio . ■ime:: : . ■■:\^-.~y- : ì-:.:,y,".- LE ASPIRANTI «FIRST LADIES» AROMA GLI antipodi. Se i loro mariti si misurano in un testa a testa sempre più serrato, le consorti di Francesco Rutelli e di Gianfranco Fini si ignorano e forse non avrebbero niente da dirsi. Le differenze fra le due possibili first ladies capitoline sono radicali. Una è una famosa giornalista di Repubblica, che ama moltissimo il suo lavoro e non nasconde la stima di sé. L'altra è una casalinga che si dice «profondamente appagata e realizzata come madre, perché niente è più gratificante del sorriso di un figlio». La prima, Barbara Palombelli, moglie di Rutelli, si pone il problema dell'essere e dell'apparire, del ruolo della moglie dell'uomo famoso: non volendo impersonare nessuno dei modelli femminili di questo genere che il suo mestiere le ha fatto incontrare - «né la donna rampante a fianco del marito che sgomita, né l'angelo del focolare che aspetta il ritorno del guerriero in orari impossibili, patetica, con il brodino caldo pronto» - per il momento ha scelto di tenersi da parte, rimanendo in ombra. La seconda invece, Daniela Di Sotto, moglie di Fini, non ha dubbi: «Il mio compito è quello di aspettarlo a casa, col sorriso sulle labbra, senza creargli problemi aiutandolo - quando arriva - a la sciare la politica fuori dalla porta a trovare un ambiente sereno e magari partite a carte o di tennis già organizzate. Spero di esserci riuscita». Sono tutt'e due quarantenni, eleganti, romane, calate ciascuna nel proprio ruolo, legate salda mente alla sorte del loro compa gno, con un occhio vigile verso il Campidoglio senza però affidare al caso uno solo dei loro gesti. Hanno storie diverse. La moglie di Fini viene da una famiglia pie colo borghese: padre sottufficiale dell'aeronautica, madre casalin ga, casa nel popoloso quartiere di Cinecittà. La moglie di Rutelli viene da una famiglia di architet ti e restauratori, una famiglia numerosa, con il padre morto che i figli erano ancora ragazzi, uno stile di vita spartano e insieme ricco del senso dell'appartenenza, della solidarietà, della vita co me progetto e lavoro. Racconta Daniela Di Sotto: «Sono diventata missina a 15 anni, mentendo sulla mia data di nascita per poter avere la tessera. Io non sapevo niente di politica, in casa non se ne parlava. Tutto incominciò nel '70 quando andai alle magistrali, al "Margherita di Savoia". Il quartiere era rosso, gli extraparlamentari erano la maggioranza, lo mi vestivo con ma- glione e pantaloni sempre neri. Perché ero grassissima, una palla. Mi chiamavano fascista, e io non capivo. Una volta volli entrare a scuola, nonostante uno sciopero indetto perché era stato visto un topo. Mi diedero uno schiaffo. Incominciai ad avere paura. Dei ragazzi mi protessero, mi accompagnavano al tram. Uno abitava nel mio palazzo. Mi sembravano carini, ben educati. Erano i ragazzi di via Noto, una famosa sede del Fronte della Gioventù. Divennero i miei amici. Poi diventai la responsabile giovanile delle donne alla sezione di Cinecittà. Erano anni in cui ogni sera, per tornare a casa, bisognava cambiare tragitto. Nel '75 rimasi ferita in un attentato. Mi ricoverarono all'ospedale di Frascati. In famiglia fu un putiferio. Mio fratello, che è radiologo al Policlinico, bazzicava i gruppi della sinistra. Insomma, la politica entrò in casa mia e nella mia vita. Non mi sono mai pentita. Mi sposai. Lavoravo alla tipografia del Secolo d'Italia. Mi separai nell'80. L'anno dopo mi misi con Gianfranco. Nell'85 è nata Giuliana e ho smesso di lavorare. Nell'88 ci siamo sposati. Politica attiva non ne ho più fatta. Ho scelto di essere moglie e madre». A nessun partito invece è mai stata legata «la Palomba», come Rutelli chiama la moglie. Tutta la sua vita lei l'ha giocata per Taf- fermazione professionale e - contemporaneamente - per tenere saldi i legami della famiglia. E' arrivata al giornalismo a furia di lavoro e ostinazioni. Per emanciparsi, ed essere autonoma dalla famiglia, ha incominciato a lavorare a 15 anni come segretaria di una scuola di danza. Poi ha fatto la baby sitter, la commessa, la hostess nei villaggi turistici. Intanto studiava, e si laureava in Lettere. Una stakanovista, che non conosce l'autocommiserazione e la pigrizia. Incominciò a collaborare alla Rai, a giornali minori. Decollò all'inizio degli Anni Ottanta, quando Claudio Rinaldi - direttore dell'Etirqpeo - la fece diventare cronista politica. Nel Transatlantico di Montecitorio apparve come una radiosa promessa: bella, ambiziosa, ottima imprenditrice di se stessa, abile nel creare e cucire rapporti con le persone utili, attiva, sempre curiosa, sempre presente là dove conta. I riconoscimenti sono venuti uno dopo l'altro: chiamata da Panorama, poi dal Corriere della Sera, infine da Repubblica, mentre diventava anche un personaggio televisivo per le sue partecipazioni a «Do menica in», «Samarcanda», «Ita liani». Nel '79 è incominciata la sua storia con Rutelli, che a 26 anni era segretario del partito radica le, e capogruppo alla Camera, ca polista in varie elezioni. Tutti e due di buona famiglia, di bell'a spetto, colti, invitati dalle perso ne giuste nei posti giusti, «allenati a convivere con i personaggi della nomenklatura e a difendersi dal rischio di rimanerne brucia ti». Una coppia ammirata, e prevedibile bersaglio di molte criti che. Con un figlio nato nell'82 e un bimbo dell'Ecuador adottato nel '93. Con lui, fino a un anno fa, illuminato di riflesso dalla luce di lei. Mentre lei - sempre pronta al dibattito, capace di interrompere la stesura di un articolo per ordi nare la verdura per la cena, con l'ambizione di essere ottima come giornalista, moglie, madre, figlia, sorella - non ha fatto una piega quando, per la corsa verso il Campidoglio del marito, ha pagato in questi mesi il prezzo di una presenza marginale nel suo giornale. Il sindaco guadagnerà tre milioni e mezzo, molto meno dello stipendio del parlamentare. Ci pensano le first ladies in pectore? «Ma conta la soddisfazione! lo non sono materialista!» dice la signora Fini. «Si, sarà un problema. Ma lui si sta giocando la sua vita, lo lavorerò di più;, replica «la Palómba». Liliana Madeo Barbara Palombelli, moglie di Rutelli e Daniela Di Sotto, moglie di Fini: due modi opposti di vivere matrimonio e politica A sinistra Barbara Palombelli moglie di Rutelli A destra Daniela Di Sotto moglie di Fini

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