Mahler e il canto della Terra

Mahler e il canto della Terra Mahler e il canto della Terra Fassbender e Austin, una coppia per sei episodi TORINO. «La dolce terra rifiorisce e dappertutto verdeggia in primavera/ Dappertutto e per sempre/ S'illuminano d'azzurro gli orizzonti/ Sempre... Sempre». Si è concluso con questa dolente invocazione scandita lentamente da Brigitte Fassbender il ciclo «Il canto della terra» di Gustav Mahler eseguito l'altra sera al Teatro Regio: sei Lieder, che costituiscono il «Lied von der Erde», un'ampia composizione sinfonico-vocale, qui nella versione per voce e pianoforte, in cui si fondono mirabilmente i testi poetici tratti da un'antologia di antiche liriche cinesi, tradotte in tedesco da Hans Bethge. Sei episodi di struggente bellezza, che dalla malinconia dell'autunno sfumano nelle gioie del vino e nei fremiti di primavera. Buon per la Fassbender e per il tenore Michael Austin (un peso massimo americano) che al pianoforte siedesse il francese Cyprien Katsaris sensibilissimo interprete di Mahler, dotato di una lettura talmente approfondita del Lied da creare celestiali atmosfere. Katsaris, che con la Fassbender ha già inciso «Il canto della terra», ha dialogato con il mezzosoprano berlinese, non solo scalfendo con argu¬ zia levantina e appropriata misura la patina orientalistica che serpeggia qua e là nel Lied, ma cogliendo quel sentimento di congedo dalla vita che assurge in Mahler a valore universale. «Una serata di Gala con...» meriterebbe maggior attenzione da parte del pubblico torinese. La Fassbender, sia pur colta da raffreddore, è stata all'altezza della sua classe: la voce è ancora bella, il colore venato di malinconia. In difficoltà Michael Austin nel registro acuto, rna sicuro di sé nel declamare «Se la vita è solo un sogno, perché allora fatica e tormenti?». [ar. ca.] La composizione, nella stesura per pianoforte, ha aperto il ciclo del Regio

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