Pink floyd: giudicateci voi

Le tappe italiane a settembre, Torino, Udine, Modena, Roma Le tappe italiane a settembre, Torino, Udine, Modena, Roma Pink floyd; giudicateci voi In tournée dopo 5 anni di silenzio LONDRA. E' arduo immaginarli alle prese con la psichedelia, oggi: il leader David Gilmour, sfumatura alta e maglioncino educato, ricorda un maestro di sci svedese, il batterista Nick Mason ha l'aria appagata di un bottegaio di lusso che riordina sugli scaffali i suoi articoli preferiti (le Ferrari e Maserati dell'inestimabile collezione personale); l'unico che s'incaponisce a restar scapigliato, con qualche malinconia, è il tastierista Richard Wright. I Pink Floyd senza emozioni annunciano la rottura di un silenzio che durava da 5 anni: stanno lavorando all'album del ritorno e si preparano a cavalcare Stati Uniti ed Europa con una tournée ciclopica, tra la primavera e l'autunno dell'anno prossimo. In Italia verranno in settembre: il 13 a Torino (Stadio delle Alpi), il 15 a Udine, il 17 a Modena perla Festa dell'Unità e il 20 a Roma. La conferenza stampa organizzata ieri nelle campagne di Greenford, nella sede della Brilliant Stages (la ditta incaricata di allestire il palco più sensazionale degli ultimi anni), la dice tutta sulla loro intenzione di colpire ancora la fantasia delle folle a suon di prodigi tecnologici. All'ombra di due sculture cromate, i Pink Floyd si sono rivelati reticenti a parlare del prossimo disco, che uscirà in aprile. «Non sappiamo ancora come si intitolerà - dice Gilmour -. Non so mai descrivere il nostro orientamento musicale: è qualcosa che gli altri possono definire solo dopo l'evento. Noi andiamo avanti alla cieca, a modo nostro; sarete voi a dirci dove andiamo. E non è mai una direzione dettata da motivi commerciali». Nell'album per la prima volta la partecipazione cospicua di Wright alla scrittura dei brani. La tournée, sponsorizzata dalla Volkswagen, non sarà «direttamente collegata al disco»: «Riproporremo i nostri successi degli ultimi vent'anni». Avete mai pensato di ritirarvi? Gilmour: «Ci penso continuamente. Ma poi che cosa faremmo?». Mason: «Se ci trovate un bell'impiego, fatecelo sapere». Perché lasciar passare tanto tempo da «Delicate Sound of Thunder», dell'88? «Non ci pare che sia passato tutto questo tempo. Siamo pigri. E poi un album e una tournée all'anno potevamo reggerli fino a qualche anno fa, non oggi». E Roger Waters, il bassista e cardine del gruppo che nell'85 ha piantato una grana facendo le valigie, per im¬ pedirvi di continuare a esistere come Pink Floyd? «Secondo dicerie, saremmo pronti a tornare insieme. Ci piacciono le dicerie. Ma no, non ci torneremo». Siete ancora in contatto con Syd Barrett, il fondatore che se ne andò nel 1908, perché prostrato dall'Lsd? «Syd non scrive e non telefona. La sua famiglia ritiene che non gli faccia bene ricordargli il passato». A Venezia, ci tornereste? «Non credo che ci riprenderebbero. Noi ci siamo divertiti un mondo: le autorità cittadine non erano all'altezza della situazione, se ne sono andate per il weekend e hanno dato la colpa a noi: così va il rock and roll». Che rapporto c'è tra musica e tecnologia? Gilmour, criptico: «La tecnologia a volte aiuta la musica, a volte la rende più difficile». Maria Chiara Bonazzi Il gruppo inglese dei Pink Floyd