Il XX congresso è una mazzata Ora noi come ci giustifichiamo? di Pietro Nenni

Caro Suslov Caro Suslov Il XX congresso è una mazzata Ora noi come ci giustifichiamo? ERoma, 26 giugno 1956 ARO compagno Suslov, credo sia sempre lei al Comitato Centrale ad occuparsi del settore partiti operai dell'Occidente. Le mando perciò l'articolo comparso su Mondo Operaio sul rapporto segreto del compagno Krusciov. Solleverà certamente da parte sua e da parte dei compagni sovietici molte critiche. C'è tuttavia da tenere conto che a Mosca avete impiegato tre anni dalla morte di Stalin al XX congresso per rivedere molte cose. Per noi il XX congresso fu una grossa sorpresa e il rapporto segreto è stato una mazzata sulla testa. Non eravamo in nessuna misura preparati a un documento di quel genere. Ci siamo sentiti rovesciare addosso le più aspre critiche alle quali il brusco rovesciamento dava un certo credito tra le masse. E' difficile, compagno Suslov, abituarsi all'idea, che fatti e situazioni che noi avevamo spiegato e giustificato come un prodotto della condizione obbiettiva in cui si era trovata la Rivoluzio¬ ne, fossero invece la conseguenza della malvagità e dell'incompetenza dell'uomo che riassumeva ai nostri occhi trent'anni di storia dell'Unione Sovietica. Voglio comunque dirle che se la politica unitaria subisce una crisi, se essa deve in avvenire trovare nuove forme organizzative, sarà però mantenuta nella sua sostanza. L'unità operaia sta per me, e per tutti i miei compagni, al di sopra delle divergenze politiche o ideologiche che possiamo avere con i comunisti italiani o con Mosca. Personalmente sono stato molto colpito dal «rapporto segreto» del quale ancora non so darmi una spiegazione logica. Era tuttavia naturale, e penso che il Presidium del comitato centrale lo avesse previsto, che esso non metteva in discussione soltanto il mito di Stalin ma molte cose che parevano acquisite. Se il «rapporto segreto» ha potuto rappresentare un atto di coraggio e di liberazione per i compagni sovietici, anche nelle nostre reazioni bisogna vedere un atto di coraggio e di liberazione. Si apre per noi in Occidente, per la sinistra socialista come per i comunisti, un periodo di discussione e di esame critico e autocritico che condurremo rapidamente e dopo il quale sono sicuro che ci ritroveremo più forti e più uniti sulla via di una lotta che deve essere condotta con metodo e spirito democratico. Non ho in questo momento nessuna possibilità di lasciare l'Italia. In caso contrario avrei chiesto senz'altro un incontro col loro comitato centrale per cercare un chiarimento su punti angosciosi che ci hanno buttati in una grande perplessità. Accolga i miei saluti e, se ne ha la possibilità, mi faccia conoscere il suo pensiero. (a mano) Suo cordialmente Pietro Nenni

Persone citate: Krusciov, Stalin

Luoghi citati: Italia, Mosca, Unione Sovietica