Il msi: un museo per Di Vittorio
Il msi: un museo per PS Vittorio La sinistra contro il candidato a sindaco della fiamma: «Ignobile provocazione» Il msi: un museo per PS Vittorio La proposta di Tatarella «scandalizza» Cerignola UNA GAFFE li GFOGGIA IUSTIZIA sociale, lotte contadine e battaglie per la giustizia nel nome di Zingarelli, Mascagni e Giuseppe Di Vittorio: tutto bene se a propugnare questi ideali fosse un esponente della sinistra, cioè di quella parte politica che da quarant'anni governa Cerignola, il paese di cui questi personaggi sono originari. Le prime consultazioni per l'elezione diretta del sindaco hanno invece sconvolto le collocazioni ideologiche nel grosso centro del Tavoliere e questi punti - più un'idea che i pidiessini considerano blasfema - sono diventati i cardini del programma del candidato sindaco del msi, l'avvocato Salvatore Tatarella. Forte del 37 per cento dei consensi (il 13 per cento in più del cartello pds-Rifondazione), Tatarella ha lanciato l'idea di trasformare la casa di Giuseppe Di Vittorio in un museo. Proprio così: lui, consigliere regionale missino, fratello di un parlamentare che è fra i dirigenti del partito di Fini, vuole individuare nell'abitazione del fondatore della Cgil i valori da tramandare alle generazioni a venire. In Puglia si è scatenato il putiferio: il segretario regionale della Cgil Mario Loizzo l'ha definita «un'ignobile provocazione» e, sottolineando che «un erede della tradizione fascista non può fare queste affermazioni», ha ricordato che proprio per lottare contro il fascismo, per difendere contadini e braccianti dalle aggressioni degli squadristi, Di Vittorio nel 1925 venne arrestato e poi condannato all'espatrio. Da ieri, alla voce della Cgil, che invita i propri iscritti ad appoggiare Cioffi, per porre una pezza alle divisioni interne a pds e Rifondazione (a Cerignola, su 13 liste, 9 erano di sinistra), s'è aggiunta la protesta di Baldina Di Vittorio, figlia del leader sindacale scomparso. Di ritorno dall'estero, dov'era per lavoro, l'erede del fondatore della Cgil bolla come «strumentalizzazione elettorale» la trovata di Tatarella circa la erezione a museo della casa paterna. Baldina Di Vittorio fa appello ai sindacati e alle forze progressiste, laiche e cattoliche, affinché siano loro a raccogliere l'eredità politica e morale del padre. In quanto all'msi e ai suoi aderenti, la Di Vittorio risolve in maniera stringata la polemica degli ultimi giorni: «Sono fascisti - dice - e che siano tali lo conferma l'onorevole Fini quando dice: "Il fascismo appartiene alla storia. Non ho nulla da rinnegare del fascismo"». Anna Langone Protesta anche la figlia del fondatore Cgil «Memoria da tutelare» Il sindacalista Giuseppe Di Vittorio, nato e vissuto per anni a Cerignola
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