Gli inquisiti di Fini i riti scaramantici e la Punto nel salotto

Gli inquisiti di Fini, i riti scaramantici e la Punto nel salotto lettere AL GIORNALE Gli inquisiti di Fini, i riti scaramantici e la Punto nel salotto li msi non è estraneo a Tangentopoli Non mi sembra che gli organi di informazione abbiano presentato un quadro equilibrato delle inchieste della magistratura su Tangentopoli, e più in generale sull'illegalità dei nostri parlamentari. Me ne sono reso conto soprattutto negli ultimi giorni, sentendo o leggendo dichiarazioni di esponenti del msi che presentano questo partito come il solo uscito indenne dalla bufera giudiziaria dell'ultimo anno e mezzo. Ma come si fa a sostenere una cosa del genere? Se i giornalisti ascoltassero un esponente repubblicano o pidiessino che protesta la «totale estraneità» del suo partito, non gli chiederebbero conto di un'affermazione tanto azzardata? 0 perlomeno non farebbero notare ai propri lettori che l'elevato numero di richieste di autorizzazione a procedere nei confronti del pri e del pds rende perlomeno bizzarro un simile «chiamarsi fuori»? Essendo convinto che i giornalisti siano in buona fede, devo supporre, ahimè, che - almeno sul msi - siano decisamente male informati. Poiché ho appena terminato una ricerca sull'illegalità parlamentare e conosco con esattezza la situazione dei vari partiti nel primo anno di legislatura (fino al 31 maggio 1993), mi permetto di richiamare l'attenzione su almeno quattro dati: 1 ) Fra tutti i partiti presenti in Parlamento il msi è quello che ha la percentuale più alta di inquisiti (54% contro una media del 29,5%). 2) Se anziché considerare tutti i reati consideriamo solo i reati gravi (Tangentopoli, associazione mafiosa, strage, ecc.) la percentuale di inquisiti del msi risultava prossima alla media (16% contro il 20,6%). 3) Non è assolutamente vero che il msi è estraneo a Tangentopoli; non solo, ma la sua percentuale di inquisiti per reati di questo tipo (12 per cento) è la più alta fra quelle dei partiti che so- no sempre stati all'opposizione. 4) Comunque si facciano i calcoli - su tutti i reati, sui reati gravi, o sui reati di Tangentopoli - il coinvolgimento del msi nelle inchieste è sempre il doppio, il triplo o il quadruplo di quello dei due partiti eredi del pei: REATI - Tutti: msi 54; Rifondazione 14,5; pds 12,7. Gravi: msi 16; Rifondazione 7,3; pds 4,6. Tangenti: msi 12; Rifondazione 5,5; pds 4,6. Luca Ricolfi docente di Metodologia delle Scienze Sociali presso l'Università di Torino Chi ha paura del malocchio? Ho particolarmente apprezzato su La Stampa di sabato 20 novembre i due scritti dedicati al malocchio nonché agli antidoti e ai diversi riti scaramantici. Il tutto con la ghiotta notizia dell'uscita, a cura di Laterza, del saggio di Alfonso Maria Di Nola intitolato Lo specchio e l'olio. Le superstizioni degli italiani. Repubblica ha di recente storpiato (volutamente o inconsciamente?) sulle pagine dell'edizione di Milano il nome di Beniamino Dal Fabbro, critico musicale del Giorno negli Anni 60, «sospetto di funeste influenze sul prossimo» come scrive Mirella Serri. La Stampa invece, e di questo mi compiaccio, non ha avuto esitazioni a pubblicare la foto dell'«anglista Mario Praz». Ho detto del mio compiacimento, ma debbo altresì aggiungere, per correttezza, che nel vedere la suddetta foto mi sono affrettato a toccarmi e a recitare le famose parole: «Terque, quaterque ecc.». Voglio precisare che l'articolo di Mirella Serri con la menzione speciale riservata al professor Mario Praz è stato da me letto quando avevo già recitato il «terque, quaterque...». dr. Filippo Giannini, Roma Impariamo dalla Francia Ho letto che in Francia è in programma un'aspra battaglia contro l'invasione delle parole straniere, soprattutto anglosassoni e che si prevederebbero addirittura salatissime multe a carico dei servizi di informa- zione che adottassero termini esotici facilmente sostituibili con termini indigeni. Cioè, in parole povere: si vorrebbe copiare ciò che intendeva fare Achille Starace nell'Italia degli Anni 30! Che il nazionalismo linguistico francese abbia sempre raggiunto livelli assurdi e non di rado insopportabili, è cosa che si è sempre saputa, così come si è sempre saputo dello spocchioso istinto di prevaricazione linguistica nei confronti degli stranieri: e io stesso l'ho potuto riscontrare parecchi anni fa nei miei rapporti di lavoro con colIoghi francesi, che non una sola volta mi hanno fatto la cortesia di tentare un colloquio in italiano, giungendo anzi al punto di pronunciare «alla francese» il mio cognome («monsieur Scolari»!), nonché alcuni termini stranieri entrati nel linguaggio internazionale come per esempio «nylon», che quegli egregi signori si incaponivano a pronunciare «nilòn», anziché «nailon» secondo le norme linguistiche inglesi! Ma a prescindere da tutto ciò, è innegabilmente saggia e lodevole l'iniziativa francese di combattere l'invadenza dei termini stranieri al fine di purificare il più possibile l'abituale linguaggio in quel Paese; e sarebbe auspicabile che il buon esempio della sorella latina servisse di stimolo e incentivo ai cittadini della nostra Patria, che invece peccano in modo vergognoso nel senso diametralmente opposto, vale a dire nella più ignobile, meschina e servile esterofilia, e purtroppo non soltanto per quanto concerne il lato linguistico! ing. Giuseppe Scolari, Verona Così la Sip guadagna e fa guadagnare «Il modo più comodo di fare le cose è quello di farle fare agli altri» recita una nota pubblicità Sip. E ha ragione!... Poiché è la stessa Sip ad applicare sulla pelle degli utenti questo suo ambiguo motto. Infatti, impedendo all'utente di pagare le bollette (a partire dal gennaio '94) presso i propii uffici, la Sip guadagna e fa guadagnare. a) Risparmia il costo degli impiegati addetti alla riscossione delle bollette, b) Beneficia PPTT e Banche, che da questa bella «pensata» riceveranno nuove fonti di guadagno. Infatti, ogni bolletta telefonica verrà maggiorata di una cifra oscillante dalle 1000 alle 3000 lire. Queste ultime, moltiplicate per i milioni di utenti Sip, faranno i miliardi per la gioia dei beneficiari. Il tutto alla faccia del già spremuto contribuente italiano. Questa è una delle tante «invenzioni» che vanno a infoltire gli oltre 200 balzelli, mediante i quali si spremono i cittadini nel nostro Paese. Se invece di esserci un monopolio Sip dei telefoni, ci fosse una sana e necessaria concorrenza, come ad esempio avviene in Inghilterra, non solo eviteremmo di pagare balzelli come questo, ma godremmo di servizi migliori accompagnati da bollette più leggere. Adriano Steccone, Aosta L'automobile come una scultura La notizia secondo la quale dal prossimo luglio un'ora di parcheggio nel centro di Londra verrà a costare 6000 lire non può che riempire di gioia anche gli amministratori delle città italiane. Infatti anche costoro dovrebbero pensarci, per cercare di limitare l'uso delle vetture. Mi permetto di proporre una ulteriore lista di provvedimenti che si potrebbero adottare: - portare il costo della benzina a 5000 lire il litro; - triplicare il costo del bollo auto e delle tariffe di assicurazione; - inserire un pedaggio per accedere al centro cittadino; - fare pagare il posteggio a tutti coloro che, non disponendo di un box auto, usurpano il suolo pubblico parcheggiando l'auto addirittura sotto casa propria; - stabilire una perenne circola zione a targhe alterne. Meglio il blocco totale del traffico. Adottati tali provvedimenti certamente la gente sarà feli cissima di pagare un bollo < un'assicurazione validi un giorno sì e uno no, ma lo sarà ancora di più nello spendere 15 milioni per comprare la nuova Fiat Punto e poi contemplarla, a mo' di scultura, nel salotto di casa. Giampaolo Squarcine, Torino