Guerra civile nell'Armata musulmana

I bosniaci attaccano i volontari integralisti che vogliono vietare l'alcol e imporre il chador I bosniaci attaccano i volontari integralisti che vogliono vietare l'alcol e imporre il chador Guerra civile nell'Armata musulmana Spari e morti nelle vie di Travnik A Ginevra mezzo «sì» al piano Cee ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Si spaccano le file musulmane. Violenti scontri, con morti e feriti, sono avvenuti tra cittadini di Travnik (Bosnia centro-settentrionale) e «mercenari di Paesi arabi». Lo riferisce radio Zagabria, che riporta un comunicato diffuso dal ministero dell'Interno dell'autoproclamala Repubblica croato-bosniaca, che parla di situazione «estremamente tesa» a Travnik in seguito a tali scontri, che avrebbero causato «alcuni morti tra civili disarmati». Il confronto tra bosniaci e «mercenari» (in realtà si tratta dei volontari provenienti per lo più da Iran, Pakistan e Afghanistan e che danno vita ad alcune delle truppe d'elite dell'esercito bosniaco musulmano) è iniziato quando questi ultimi, monoliticamente su posizioni integraliste, hanno tentato di imporre nella città la proibizione della vendita di alcol nei caffè e nei ristoranti, e «il modo di vivere islamico». Serbi, musulmani e croati, nuovamente riuniti a Ginevra, avrebbero dato il loro accordo di principio al piano di pace proposto dai Dodici. E' quanto sostiene il ministro degli Esteri tedesco, Klaus Kinkel, che nei discorsi del presidente serbo Milosevic, di quello bosniaco musulmano Izetbegovic e di quello croato Tudjman ha visto emergere una disposizione favorevole ad accogliere la proposta di pace europea come un piano di discussione, sia per la guerra in Bosnia, sia per la Croazia. «Il piano, nato in base all'iniziativa franco-tedesca, è l'unica via per trovare una soluzione alla crisi politica ed economica», ha dichiarato Kinkel al termine della prima sessione plenaria dei negoziati di Ginevra. Ma l'ottimismo iniziale non ha avuto riscontro nel seguito delle trattative dove ancora una volta sono riemerse le posizioni inconciliabili delle tre parti. Più duro che mai, il presidente serbo Milosevic ha accusato la Comunità europea di un complotto contro Belgrado, nonché dei gravi errori nell'ex Jugoslavia dove l'Occidente ha imposto la legge del più forte. Milosevic ha insistito per l'immediata revoca delle sanzioni contro la Serbia. «E' assurdo che le sanzioni colpiscano Belgrado quando la guerra in Bosnia continua perché i musulmani rifiutano la pace», ha detto Milosevic. «I serbi sono stati puniti per una presunta aggressione che non c'è mai stata. In Bosnia è in corso una guerra civile iniziata e causata dai musulmani e dai croati». Il leader serbo-bosniaco Karadzic ha rincarato la dose: «La Comunità internazionale è responsabile di genocidio contro il popolo serbo. Questi negoziati saranno ancora una volta un teatro dove non si concluderà nulla se non si parlerà degli argomenti-chiave per la pace in Bosnia, e cioè la spartizione di Sarajevo e lo sbocco al mare non soltanto dei musulmani, ma anche dei serbi», ha dichiarato Karadzic che non ha mostrato nessuna intenzione di concedere ai musulmani una parte dei territori conquistati dalle sue forze. Anche il presidente bosniaco Izetbegovic è stato molto critico nei confronti della comunità internazionale. Ha esposto le richieste dei musulmani: il ritorno dei territori occupati dai serbi e lo sbocco sul mare Adriatico dove al futuro Stato musulmano i croati devono concedere un pezzo di costa. «Noi appoggiamo il piano di pace dei Dodici, abbiamo detto la nostra, adesso tocca alle altre due parti», ha dichiarato Izetbegovic al termine dell'incontro separato con i ministri degli Esteri dei Dodici. Mentre a Ginevra si discute, in Bosnia si fa la guerra. A detta di radio Sarajevo, l'artiglieria pesante serba ha nuovamente bombardato la città causando alcuni feriti. A loro volta i serbi accusano le forze musulmane di aver aperto il fuoco contro i sobborghi di Sarajevo. I serbi hanno attaccato Gorazde e Tuzla, enclavi musulmane nel Nord-Est del Paese. Su Tuzla sarebbero stati sparati due razzi. Ingrid Badurina Sarajevo, il piccolo Arwin (5 anni) saluta il papà: i Caschi Blu lo porteranno in un ospedale Usa