Gaza per i Falchi di al-Fatah «finita la tregua con Israele» di Aldo Baquis

Manette al leader degli ultra, ucciso un vice, Rabin duro: alt alle scarcerazioni se il negoziato non va avanti Manette al leader degli ultra, ucciso un vice, Rabin duro: alt alle scarcerazioni se il negoziato non va avanti Gaza, per i Falchi di al-Fatah «finita la tregua con Israele» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO A Gaza la tregua ira Israele e Olp è finita. Lo hanno annunciato unilateralmente ieri - con un comunicato, con una conferenza stampa e con raffiche di mitra in aria - una dozzina di «Falchi di al-Fatah», poche ore dopo che uno dei loro compagni, Khaled Abu Rish, era stato ucciso nella vicina Khan Yunis da membri di un'unità speciale israeliana. I dirigenti politici di al-Fatah nella Striscia di Gaza hanno subito sconfessato i loro militanti di base. Ma l'aggravarsi della situazione nella Striscia e un messaggio perentorio inviato dal negoziatore palestinese Faisal Husseini al premier Yitzhak Rabin hanno costituito ieri due nuovi motivi di preoccupazione, mentre i negoziati fra Israele e Olp segnano il passo. Ieri Rabin - poco prima di partire per una breve visita in Europa, che lo porterà anche a Roma - ha riconosciuto che a due settimane dal termine prefissato delle trattative restano ancora alcuni gravi problemi da risolvere. Il premier ha anche lasciato intendere che l'inizio del ritiro israeliano da Gaza e Gerico potrebbe essere ritardato di alcune settimane, slittando così all'inizio di gennaio. Ieri sera, mentre Rabin si stava dirigendo verso l'aeroporto di Tel Aviv, il suo partito era impegnato alla Knesset a respingere una nuova mozione di sfiducia al governo presentata da tre liste di destra, sulla scia dei gravi incidenti avvenuti nei Territori. Le frizioni più acute fra israeliani e palestinesi sono avvenute a Khan Yunis, 25 km a Sud di Gaza. Domenica reparti dell'esercito israeliano - infrangendo le intese raggiunte durante il negoziato con l'Olp - vi hanno compiuto una retata di attivisti di al-Fatah, fermandone 32. Si trattava di una mossa preventiva, volta a «ripulire» il terreno prima della manovra vera e propria: la cattura di due fratelli Raja e Amar Abu Sitta, pure attivisti di al-Fatah - ricercati per l'omicidio di un colono. Ma l'imboscata tesa nella nottata dai membri dell'unità di élite «Sansone» è stata un fiasco: i due Abu Sitta sono riusciti ancora una volta a dileguarsi, mentre i proiettili dei militari israeliani hanno ucciso un passante e un «falco di al-Fatah», Khaled Abu Rish, che appena una settimana fa aveva pubblicamente rinunciato alla lotta armata. Ieri, dunque, l'intera Khan Yunis è insorta (e in serata disordini sono esplosi anche a Rafah). Ventimila palestinesi hanno preso parte ai funerali e - per la prima volta dalla firma degli accordi fra Israele e Olp - i seguaci di al-Fatah sono sfilati spalla a spalla con quelli di Hamas e della Jihad islamica. La stessa al-Fatah ha proclamato uno sciopero di tre giorni nei Territori, alla notizia, venuta in serata, dell'arresto di un altro noto esponente dell'organizzazione, forse il leader assoluto dei «Falchi», Tayassir al-Bardini. In questo clima incandescente, i Falchi di al-Fatah locali sono dunque usciti allo scoperto per annunciare che non accettano più le direttive di Arafat e che continueranno la lotta contro gli israeliani fino al loro ritiro. Nello stesso tempo, Rabin ha ricevuto un duro messaggio di Husseini. «I suoi soldati - ha scritto il negoziatore palestinese - uccidono arabi a sangue freddo. Tutti lo vedono alla televi¬ sione. Tacendo, lei calpesta la pace. Noi abbiamo saputo condannare episodi di terrorismo compiuti da palestinesi. E lei?». Diab al-Luh, membro del Comitato superiore di al-Fatah per la striscia di Gaza, ha accusato Israele di non aver cessato la caccia agli attivisti palestinesi, ma ha anche esortato i Falchi di Al Fatah a «non abbandonare la strategia di pace», così come è stata delineata da Arafat. L'uccisione di Abu Rish, ha affermato, è stata un incidente. Sottoposto alle crescenti critiche dell'opposizione di destra, Rabin ha adottato una linea du- ra. In un intervento in Parlamento, ha detto che - finché non sarà concluso il negoziato con l'Olp - non ci saranno altre scarcerazioni, né potrà iniziare il riassestamento dell'esercito fuori da Gaza e da Gerico. Nei Territori, intanto, un gruppo ebraico di estrema destra denominato «Eyal» ha diffuso ieri un volantino senza precedenti: il governo di Rabin ha tradito il Paese, si legge nel testo, e d'ora in poi i giovani nazionalisti non devono più arruolarsi nell'esercito. Aldo Baquis Donne palestinesi in una via di Gaza mostrano foto di congiunti detenuti nelle carceri israeliane [FOTO ANSAREUTER]