I trapianti verso la paralisi di Angelo Conti

Molinette, su una donna di 62 anni primo espianto dopo 2 mesi di stop Molinette, su una donna di 62 anni primo espianto dopo 2 mesi di stop I trapianti verso la paralisi Pochi organi, Sos del sindaco Si è tornati a trapiantare all'ospedale delle Molinette, dopo 65 giorni di fermo, dovuto alla mancanza di donazioni. Ma, per poter operare e salvare una vita umana in pericolo, i chirurghi hanno dovuto sottoporre ad espianto una donna di 62 anni. Sinora mai, nella breve vita dei trapianti piemontesi, si era dovuto ricorrere ad un donatore tanto anziano: una pensionata, colpita da emorragia cerebrale, ricoverata in rianimazione all'ospedale di Rivoli. E' l'ennesimo segnale di un'emergenza ormai gravissima: in Piemonte sono crollate le donazioni, forse per carenza di sensibilizzazione o forse per la disinformazione e lo sconcerto che hanno provocato talune notizie (talvolta grossolanamente imprecise) su presunti traffici di organi, le cui indagini non hanno comunque mai nemmeno sfiorato la nostra regione. Altra concausa è la scarsa disponibilità di taluni reparti di rianimazione: l'osservazione di 12 ore che la legge stabilisce per ogni paziente cerebralmente morto, prima di autorizzare il prelievo, è infatti procedura particolarmente onerosa e complessa. Che molti medici preferiscono evitare. E' statisticamente provato, infatti, che sono quasi sempre gli stessi ospedali a segnalare malati in coma irreversibile. Mentre altri ignorano questo obbligo, fra l'altro sancito dalla legge. La circostanza di un donatore anziano, ieri non ha fermato l'equipe del prof. Mauro Salizzoni, che ha prelevato il fegato, e neppure i chirurghi del progetto trapianti renali, che hanno deciso di espiantare ugualmente. E' rimasta ferma, invece, l'equipe di cardiochirurgia del prof. Michele Di Summa: la potenziale donatrice, oggetto in passato anche di crisi ipertensive, aveva un cuore eccessivamente danneggiato dagli anni. Nessun problema, invece, per il fegato. Il dottor Schieroni, che ha effettuato l'espianto, ha spiegato che «questo organo si rigenera costantemente e sente meno l'invecchiamento di altri». La ricevente, una donna di 43 anni, ha quindi ugualmente buone possibilità di farcela (il centro di Torino vanta una percentuale di sopravvivenza di oltre l'80%). Ma che si tratti di una soluzione d'emergenza lo ammette anche Carlo Augusto Maffeo, presidente dell'Associazione trapiantati di fegato: «I medici ricorrono ad organi prelevati a persone anziane solo per disperazione. In questi giorni c'è l'impegno di tutti per sbloccare una situazione ormai allucinante: la nostra associazione ha chiesto la collaborazione del clero e di tutti i direttori sanitari degli ospedali sedi di rianimazioni». Domani scenderà in campo anche il sindaco Valentino Castellani, che ha convocato una conferenza stampa in Comune per sollecitare la generosità, l'altruismo e la civiltà dei torinesi. Angelo Conti Prelevati reni e fegato Operazione a rischio per l'età della donatrice L'equipe del prof. Mauro Salizzoni (foto piccola) durante l'intervento di ieri alle Molinette

Persone citate: Carlo Augusto Maffeo, Mauro Salizzoni, Michele Di Summa, Schieroni, Valentino Castellani

Luoghi citati: Piemonte, Torino