Andrea Doria i tesori assegnati a un sub

Sentenza «premia» l'americano Moyer Sentenza «premia» l'americano Moyer Andrea Doria, i tesori assegnati a un sub Il giudice: nessun diritto per l'armatore Con la nave affondò un carico d'arte WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE D'ora in avanti, nelle sue immersioni, John Moyers dovrà preoccuparsi solo delle correnti ghiacciate, dell'oscurità dell'abisso e dei soliti, numerosi squali. Il resto è pane e burro, dal momento che la corte di Camden, New Jersey, ha definitivamente stabilito che i tesori dell'Andrea Doria appartengono tutti all'ex farmacista di Vineland trasformatosi ormai in sommozzatore professionista. Moyers, che ha già compiuto 52 immersioni nel relitto del transatlantico, è l'erede legale del «tesoro». Secondo il giudice Joseph Rodriguez, Moyers ha manifestato «un tale rispetto per l'Andrea Doria da garantire che i suoi scopi non sono commerciali». Il relitto, d'altra parte, è stato considerato formalmente «abbandonato» dal precedente proprietario, l'italiana Società d'Assicurazioni. L'Andrea Doria andò a picco il 25 luglio del 1956 dopo una collisione con la nave di linea svedese «Stockholm». Nell'incidente morirono 51 persone. Da allora il relitto giace su un fondale di circa 80 metri una cinquantina di miglia al largo dell'isola di Nantucket, Massachusetts. Per una decina d'anni, l'Andrea Doria godette di un certo rispetto, anche perché giace in un braccio di mare piuttosto insidioso. Ma poi cominciarono le spedizioni dei «recuperatoli». Tra questi, il più attivo nell'ultimo decennio è stato senz'ombra di paragone John Moyers, che ha re- L'Andrea Dori cuperato servizi di bicchieri in cristallo, argenteria varia, posate. E' tutta roba che non vende, perché il sogno di Moyers è quello di istituire un giorno un museo del relitto e dei suoi tesori. La sua fama basta a procurargli finanziatori. Fino all'ultima sentenza, Moyers doveva rinnovare di anno in anno il permesso per compiere immersioni di recupero. In pratica, davanti alla corte di Camden, doveva dimostrare di aver bene utilizzato il permesso precedente. Non c'erano mai stati problemi. Ma gli intoppi erano creati dalle spedizioni di sommozzatori dilettanti. Per questo è stato alla fine lo stesso Moyers a chiedere un pronunciamento definitivo, con il quale potesse tutelare le sue spedizioni. L'ha avuto e il suo avvocato, Peter Hess ha dichiarato che Moyers non intende impedire spedizioni di altri sommozzatori. Non è ben chiaro in che cosa possano consistere questi tesori delr«Andrea Doria», tuttavia nel luglio scorso Moyers fece il suo colpo più grosso. Un pattuglia da lui coordinata riuscì a portare a galla due grossi pezzi di un mosaico di ceramica realizzato dall'artista italiano Guido Gambone. «Erano oggetti meravigliosi che luccicavano come smeraldi», ricorda ancora Vincenzo Della Torre, aiuto-cuoco sull'Andrea Doria, uno dei 1652 scampati al naufragio, oggi felice proprietario del ristorante «Caracalla» di Syosset. Valore stimato: 100 mila dollari al pezzo. Paolo Passarmi L'Andrea Doria

Persone citate: Gambone, John Moyers, Joseph Rodriguez, Peter Hess, Vincenzo Della Torre

Luoghi citati: Massachusetts, New Jersey, Washington