Sì il neonato è figlio mio

La giovane madre, 16 anni, racconta: «La notte di Carnevale, ubriachi, abbiamo fatto l'amore» La giovane madre, 16 anni, racconta: «La notte di Carnevale, ubriachi, abbiamo fatto l'amore» Sì, il neonato è figlio mio E' nato sul ballatoio, ora lo voglio Ospedale Sant'Anna, terzo piano, reparto di ostetricia, camera 2. La giovanissima mamma non dimostra i suoi 16 anni: ha un camicione rosa a fiorellini, i capelli neri raccolti sulle spalle, gli occhi spaventati. Ma parla volentieri del bambino che ha partorito giovedì all'alba, sul ballatoio di casa in corso Cairoli 14: «Sì, quel neonato che chiamano Corrado è mio figlio. E adesso Io vorrei vicino a me, vorrei tenerlo. Ho negato di essere sua madre sino a quando i carabinieri mi hanno portato dal medico. A quel punto non potevo più dire di no». Conferma di averlo partorito all'alba: «Ero nel letto, stavo male. Mio padre è uscito di casa verso le 4,30 per andare a lavorare alla Fiat. Ho atteso che mia madre tornasse a dormire, poi mi sono alzata. Ma il bambino stava nascendo, aveva già la testa fuori. Mi sono trascinata sul ballatoio. E' nato lì». Qualcuno l'ha aiutata: «Sì, qualcuno mi ha aiutata. Non una persona della scala, e nemmeno mia madre. Ma non vi posso dire chi». Con questa persona misteriosa dice di aver portato il bimbo nell'androne e di aver gettato biancheria e lenzuola insanguinate in cantina: «Poi sono tornata in casa, ho svegliato mia madre, le ho detto che sentivo dei vagiti salire dalla scala. Lei è scesa ed ha trovato il bambino. Allora abbiamo chiamato i carabinieri». Fra i segreti che tiene per sé c'è il nome del padre del neonato: «Sono rimasta incinta a Carnevale, durante una festa. Ero con un gruppo di coetanei, ci siamo ubriacati, abbiamo fatto l'amore. Mi ricordo pochissimo di quel che è successo. La notte sono stata anche molto male. Il padre di mio figlio? Non l'ho più rivisto». Scagiona il suo attuale boy-friend, Lodovico, 21 anni, disoccupato: «No, lui non c'entra proprio. A quella festa non c'era. E non mi ha neppure aiutato a partorire». Sostiene di non essersi mai accorta della gravidanza: «Sì, sono un po' ingrassata. Ma pensavo che fosse una conseguenza degli antibiotici, che ho preso per l'operazione di tonsille, un mese fa. Per dimagrire andavo a correre lungo il Po. Volevo tornare anche all'attività agonistica, sino all'anno scorso facevo mezzofondo». Vorrebbe tenere il bambino. «Credo di non avere fatto nulla di male. Sono uscita di casa per la vergogna di partorire di fronte a mia madre ed a mio fratello. Poi ho fatto in modo che venisse subito trovato, e subito curato. Non credo di averlo abbandonato, né di avere tentato di ucciderlo, se sono queste le accuse che mi fanno». Il nome Corrado non piace neppure a lei: «E' proprio bruttino. Io ho pensato a Stephan, che trovo molto bello, oppure a Gianni, che è il nome di mio padre». Un gesto d'affetto che non intenerisce Giovanni Geraci. Il quale, secondo gli investigato- ri, avrebbe gettato la biancheria insanguinata in un cassonetto dei rifiuti, dopo averla trovata in cantina. L'uomo è su posizioni molto rigide: non vuole rivedere la figlia. Molto più disponibile la madre, Liliana Catania, che le è stata accanto a lungo, ieri mattina. «Ha ingannato anche me. Avevo avuto qualche sospetto, quando l'avevo vista così grassa, ma lei mi aveva risposto sdegnata che erano solo le cure per le tonsille. Sono convinta che l'abbiano violentata, e che ora voglia coprire il colpevole». Ammette di essersi inventata la storia del sogno: «In realtà sono stata svegliata da mia figlia che mi diceva di avere sentito un pianto di bimbo, quando si era affacciata alla finestra per fumare». Alla gravidanza credevano invece i vicini di casa: «Mi sembrava davvero un po' troppo tonda - dice Giovanni Ferrari per essere soltanto un po' ingrassata. Sospettavamo che attendesse un bambino». Difficile, al momento, dire quale sarà il futuro del neonato. Toccherà al tribunale per i minori valutare la vicenda e decidere se riaffidare il piccolo alla madre o disporne l'adottabilità. Decisiva sarà l'inchiesta dei carabinieri della compagnia San Carlo che devono ora evidenziare le bugie (che potrebbero essere ancora tante) ed accertare le verità che mancano: dal ruolo dei famigliari della ragazza all'identità del padre del neonato. Corrado (o dobbiamo chiamarlo Stephan?) cresce bene. Anche la mamma ne è fiera: «Quando ho visto la sua foto sul giornale, venerdì mattina, mi sono messa a piangere. Mio figlio è un bambino stupendo». Angelo Conti Vuol chiamarlo Stephan Qualcuno l'ha aiutata a partorire ma non vuol dire chi è stato stetti • lì Lì La giovane racconta: «Provavo vergogna a partorire mio figlio davanti ai genitori, ma non lo volevo abbandonare» Il padre Giovanni non vuole più rivedere la ragazza, mentre la madre Liliana le rimane accanto in ospedale

Persone citate: Angelo Conti, Giovanni Ferrari, Giovanni Geraci

Luoghi citati: Catania