Deborah vicina al podio di Cristiano Chiavegato

Nel secondo gigante a S. Caterina s'impone l'austriaca Maier Nel secondo gigante a S. Caterina s'impone l'austriaca Maier Deborah vicina al podio Compagnoni quarta per soli 7/100 Oggi si disputa uno slalom speciale SANTA CATERINA DAL NOSTRO INVIATO Cambia il nome ma la «marca» è sempre la stessa: Austria-Ski. Il Wunderteam porta via anche il gigante-bis della Valtellina, stavolta con Ulrike Maier, ventiseienne di Rauris, al quarto successo in Coppa, più nota per aver vinto due titoli mondiali di SuperG, nel 1989 e '91. Ha fatto un dispettuccio alla compagna di squadra Anita Wachter, relegata al secondo posto. In terza posizione è invece salita la simpatica svedese Perniila Wiberg, un'altra resuscitata del circo bianco, che lo scorso anno si era frantumata un ginocchio quando era in gara per portare a casa la Sfera di Cristallo. L'impresa della scandinava (pettorale numero 20, quarta dopo la prima manche) ha forse condizionato la gara di Deborah Compagnoni, finita al quarto posto, staccata di soli 7 centesimi. L'azzurra che era stata bravissima nella prima discesa, quando si era piazzata seconda dietro la Maier - e dopo aver ottenuto il miglior intertempo - si è resa conto che Perniila era andata giù come una scheggia ed ha affrontato la prova conclusiva tirando al massimo. «E questo è stato forse il mio problema - ha poi raccontato Debby -. Ho commesso subito un errore, ho perso la linea. Sono andata larga, mi sono resa conto che avevo perso tempo prezioso. Quindi ho attaccato troppo, per cercare di recuperare. Insomma, ho sciato malissimo». Un'autocritica eccessivamente severa da parte della Compagnoni, delusa di non essere riuscita a salire sul podio davanti ai propri tifosi, armati di campanacci e bandiere tricolori come quelli di Tomba. E anche per avere buttato via un'occasione favorevole da podio. In verità la ragazza di Santa Caterina ha sciato molto meglio di venerdì (all'intertempo nella prima manche aveva 25 centesimi di vantaggio sulla Maier, poi ha concluso staccata di 37 dall'austriaca), dimo¬ strando che la sua scalata al vertice è solo questione di tempo. Si è vista la vera Compagnoni, aggressiva e diritta sui paletti, a parte gli errori che le hanno fatto perdere almeno il terzo posto. Si tratta soltanto di mettere insieme il mosaico e riuscire a fare una gara intera senza sbagliare tanto. «Adesso me ne vado a fare paletti», ha detto Deborah, lasciando capire che oggi nello slalom che concluderà il trittico di gare italiane, potrà dire la sua parola. La sconfitta le brucia, è nera come il carbone. In ogni caso resta il fatto che al momento oltre a Maier, Wachter, Wiberg, Merle e Schneider anche la Compagnoni è fra le atlete che potranno vincere le prossime prove di gigante e non solo quelle. Piuttosto deludenti, sul piano del risultato, invece, le altre azzurre, pur considerando che il quattordicesimo posto di Morena Gallizio e il quindicesimo di Sabina Panzanini non sono da buttare via. La Gallizio purtroppo ha sciato contratta, un po' alta, a manico di scopa, per un ulteriore risentimento alla schiena che le aveva impedito di allenarsi. La Panzanini forse ha pagato le caratteristiche della pista non adatte al suo tipo di sciata e ancor più probabilmente le botte che aveva preso in allenamento nei giorni scorsi. Nelle trenta classificate troviamo solo un'altra italiana, Lara Magoni, ventiseiesima. Le rimanenti sette hanno pagato chi l'inesperienza, chi l'emozione, finendo fuori dalle qualificate per la seconda manche. Oggi (ore 10 e 13) si scopriranno le carte nello slalom. In attesa di sapere cosa è in grado di fare Deborah Compagnoni, i pronostici per il podio sono per le spécialiste che hanno dominato la scorsa stagione: Schneider, Coberger, Chauvet, Wachter, J. Parisien, Eder, Vogt e anche l'azzurra diciannovenne Morena Gallizio, schiena permettendo. Una bella lotteria. Cristiano Chiavegato La Compagnoni ha sciato meglio nella prima manche (suo il secondo miglior tempo) che nella seconda

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