Bravo Tomba ma è secondo
Bravo Tomba ma è secondo Gigante di Coppa negli Usa Bravo Tomba ma è secondo PARK CITY DAL NOSTRO INVIATO Due centesimi di secondo, un palpitar di ciglia, una manciata di centimetri, una sfortuna che non finisce mai. Alberto Tomba non è riuscito ad afferrare la vittoria in gigante che inseguiva, anzi che insegue da un anno e mezzo, da quando fu primo a Crans Montana nell'ultima gara della trionfale stagione di Albertville. A rovinargli la festa, lui che in America (e non solo qui) è il più famoso degli sciatori, questa volta ci ha pensato un amico austriaco, Guenther Mader, che come lui si allena con un team tutto suo e che ieri l'ha bruciato sul filo di lana, coprendosi di gloria e soffiando al re delle nevi la soddisfazione del successo più caro. «Vuol dire che vincerò in Canada e poi in Italia: sono soddisfatto, ho sciato meglio nella seconda manche che nella prima, forse lui è stato più cattivo di me nelle porte finali» ha detto Alberto dopo il traguardo. Era insieme un po' deluso per la vittoria mancata, anche se mascherava bene i suoi pensieri, e molto contento per la prova offerta, com'è logico. Stavolta è toccata a lui la parte della vittima, in questa folle corsa contro i centesimi, ma tre anni fa a Waterville Valley, sempre negli Usa, fu Alberto a battere Furuseth di un solo centesimo. E ai Giochi di Calgary, nel 1988, in slalom, vinse l'oro olimpico per 6 centesimi. La storia distribuisce i suoi dolori e le sue fortune. E' stata una seconda manche terribile, piena di emozioni e suspence. Alberto, secondo dopo la discesa iniziale dietro a Mader e davanti ad Aaamodt, come alla fine, peraltro, ha sciato benissimo in avvio. Tomba superava Aamodt. Mader aveva 45 centesimi di svantaggio all'intertempo. Sembrava fatta. Ma Tomba, nel finale, sul falsopiano prima del muro, scivolava con difficoltà mentre l'austriaco recuperava il tempo perduto e volava sulla neve verso la vittoria. Ma la storia, qui nella morsa di gelo di Park City, non è ancora conclusa. L'occasione della rivincita è già pronta. Oggi sulla stessa pista di Willy, ovviamente accorciata, si corre il primo slalom della stagione. Uno slalom pieno di punti interrogativi, perchè nessuno sa quanto vale e quanto valgono gli altri. Tomba, che in questi giorni è stato molto attento a evitare i pronostici sul gigante, magari mettendo tutti fuori strada, non ha nascosto di essere in gran forma in slalom. «Se arrivo, vinco» ha detto Alberto sparando dritto nel centro del bersaglio. Poi si è un poco corretto, giusto per non dare l'impressione di voler spaccare il mondo. E se poi finisce male? «Conterà molto il tracciato. Se è stretto, nessun problema. Ma il regolamento è elastico. Si possono piazzare i pali fino a una distanza di nove metri, dunque il rischio è che mettano 3-4 lunghe: in questo caso la faccenda si complica». Gli avversari, così alla cieca, sembrano essere lo svedese Fogdoe, i norvegesi Aamodt e Jagge, il solito Girardelli, l'austriaco Stangassinger e magari il francese Bianchi che ha avuto seri problemi fisici in estate, un'embolia con dieci giorni di rianimazione dopo una frattura a tibia e perone. «Io metto nel mucchio anche lo sloveno Kosir: può salire sul podio» ha detto ancora Tomba parlando degli avversari. Ma parlandone quasi dall'alto, come se fosse convinto, forse a ragione, di essere lui il vero uomo da battere. E gli altri azzurri? «Occhio a Tescari e a Ladstaetter» ha avvertito Tomba. Tescari ha vinto l'ultima gara Fis a Winter Park, dove si sono messi in luce anche gli altri italiani. «Nelle stesse condizioni possiamo competere con tutti - ha detto Gerosa a nome suo e dei compagni -: il problema è che partiremo con pettorali alti». Lorenzo Cancian ha deciso la squadra: con Tomba, vincitore due anni fa, gareggeranno Tescari, Ladstaetter, Gerosa, De Crignis, Weiss, Norman Bergamelli, Spampatti, Jo Polig e Platter. Carlo Coscia Nel gigante di Park City, Tomba dietro a Mader per 2 centesimi
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