Micolini guida la Coldiretri

Cambio della guardia dopo 13 anni, la nuova linea sarà il «gioco di squadra» Cambio della guardia dopo 13 anni, la nuova linea sarà il «gioco di squadra» Micolini guida la Coldiretri Lobianco presiederà ilparlamentino roma DAL NOSTRO INVIATO Gli oltre due milioni di soci della Coldiretti hanno un nuovo presidente, è Paolo Micolini, eletto dal consiglio nazionale della maggiore organizzazione agricola italiana con 88 voti su 108. Con lui sono stati eletti quattro vicepresidenti: Giuseppe Marchetti, Paolo Nigro, il piemontese Carlo Gottero e Maria Pia Mancini, prima donna ad entrare nel vertice della confederazione. Paolo Micolini, 55 anni, è nato a Monfalcone, ha un'azienda agricola, dal '91 è vicepresidente della Coldiretti e, da circa un anno presiede la commissione agricoltura di Palazzo Madama (carica che abbandonerà, assieme a quella di senatore, in ossequio alle nuove regole della confederazione). Arcangelo Lobianco, che non si era ricandidato alla poltronissima di Palazzo Rospigliosi, è stato nominato presidente del Consiglio nazionale, il «parlamentino» della Coldiretti. Lobianco cede il timone, ma lascia al suo successore alcune linee guida che Micolini ha raccolto. «La Coldiretti non è il suo presidente», aveva detto il leader uscente a chi gli chiedeva di ripresentarsi e, ieri, nel suo saluto ha aggiunto che «l'era del presidenzialismo è finita, bisogna lasciar spazio al gioco di squadra». Si volta pagina. Il lento «gi- gante verde» ha imboccato una nuova strada, la sua organizzazione verticistica sarà, almeno in parte, smantellata per dare maggiore autonomia alle branche regionali; tutto questo senza allentare il rapporto col centro. E le prime modifiche allo statuto approvate dall'assemblea sono significative. Niente più deputati o senatori nelle posizioni chiave dell'organizzazione, l'incompatibilità tra vertici confederali e cariche parlamentari sarà assoluta, ma anche i consiglieri regionali dovranno scegliere tra le due poltrone. Poi le federazioni regionali: d'ora in poi avranno piena autonomia a livello locale, maggiore flessibi¬ lità progettuale e maggiore forza sindacale; i loro presidenti entreranno a far parte della direzione nazionale. Inoltre nascerà una nuova istituzione, si chiamerà «Consulta nazionale economica e sociale», verrà articolata per settori produttivi e ad essa faranno capo gli uomini della Coldiretti presenti in associazioni e cooperative. Infine più spazio a donne ed anziani, mentre il limite d'età per gli appartenenti al movimento giovanile è stato spostato da 24 a 28 anni. Passando le consegne Lobianco ha ripreso il leit motiv ripetuto in tutti i grandi appuntamenti economici degli ultimi anni: non si può addossare all'agricoltura la colpa dei ritardi dell'economia. E ha insistito sulla necessità che la Coldiretti trovi convergenze con tutte le categorie di lavoratori autonomi, allacciando nuove alleanze e mirando ad obiettivi comuni, come quello dell'equità fiscale. Insomma, nella difesa degli interessi agricoli è necessario che la confederazione si proponga con una visione globale e non troppo settoriale del sistema economico. Al prossimo lavoro della nuova «squadra Coldiretti» Micolini dà quattro punti fermi: unità, difesa e aumento del reddito agricolo, collegialità della confederazione, distanza dai partiti («lasciateci lavorare», ha detto alla de). E le spinte leghiste all'interno? Nessuna concessione a ciò che non è unitarietà: «Siamo coscienti - ha spiegato Micolini - di guidare un treno a due velocità, ma l'obiettivo è quello di accelerare la corsa di tutto il convoglio». «Certo che raccogliere il testimone dopo Bonomi e Lobianco non è cosa da poco - ha concluso il nuovo presidente - uomini irripetibili come loro lasciano una traccia indelebile. Sono felice che Lobianco rimanga a guidare il Consiglio nazionale, la Coldiretti ha bisogno di un grande saggio e lui lo è». Vanni Cornerò A sinistra Paolo Micolini nuovo presidente della Coldiretti e, in alto, Arcangelo Lobianco leader del Consiglio nazionale

Luoghi citati: Monfalcone