De Gregari fra il bandito e Girardengo deMaistre fra i rami della destra

De Gregari fra il bandito e Girardengo, deMaistrefra i rami della destra 'i|§§ AL GIORNALE De Gregari fra il bandito e Girardengo, deMaistrefra i rami della destra «... si racconta che qualcuno ha tradito» Ho letto con piacere l'articolo apparso sulla Stampa del 5 novembre «La verità sul bandito e il campione»: sono lieto di constatare come la «... strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria...», come si dice nella canzone che ho scritto, susciti oggi tanto interesse. E' tuttavia con un certo disappunto che nell'occhiello dell'articolo ho letto «Smentita la canzone di De Gregori; il ciclista non tradì l'amico ricercato», nella canzone infatti non si afferma nulla del genere, semmai vi si legge «... si racconta che qualcuno ha tradito». La storia del tradimento di Girardengo era voce popolare in quel di Novi Ligure, ma io stesso ho preferito non darle credito lasciando nell'ombra l'identità dell'eventuale informatore, anche se personalmente non credo che l'ombra e il mistero che circondano la vicenda possano essere facilmente dissipati, visto che le testimonianze di cui si dispone oggi sono quanto mai indirette e tardive e che la vera identità dei confidenti è sempre stata uno dei più gelosi segreti di ogni investigatore. Quanto alla discrepanza sulle modalità dell'arresto di Pollastri, prendo atto di quanto da voi pubblicato, includendolo fra le numerose discordanze in cui mi sono imbattuto nel tentativo di approfondire la storia del bandito e del campione. Per concludere, alla canzone di cui sono autore («in toto», e non del solo testo) mi sembra che male si accosti il termine «smentita», quasi fosse un memoriale o una ricerca storica e non quello che è, una ballata popolare attenta più alla leggenda, al mito, agli umori della gente che non alle cronache giudiziarie «di prima del motore». La storia si fa con i documenti, e preferisco lasciare questo compito ad altri: da par¬ te mia sono soddisfatto di aver stimolato con II bandito e il campione più serie indagini su una pagina di epica popolare di cui si stava ormai spegnendo il ricordo. Luigi «Grechi» De Gregori Bevagna (Perugia) La Conf industria e gli insegnanti Oreste del Buono rispondendo il 21 ottobre sulla Stampa alla lettera della signora Flora Gonella mi ha chiamato in causa sostenendo che «un'eventuale risposta a queste domande può essere fornita solo dal vero destinatario di tanti interrogativi». Gli interrogativi a cui allude Del Buono sono indirizzati a me personalmente come responsabile della formazione della Confindustria. La signora Gonella mi attribuisce frasi mai dette e concetti che non solo non ho mai sostenuto pubblicamente ma che non mi sogno nemmeno di pensare. Per i lettori che ignorassero il precedente occorre ricordare che la signora Gonella mi accusa di aver sostenuto che le donne insegnanti sono interessate più che agli studenti alla loro maternità. La Confindustria ha sostenuto che nella scuola c'è bisogno di premiare di più gli insegnanti che lavorano meglio, di diversificare la carriera, di spendere di più per l'aggiornamento e l'innovazione, di ridurre gli sprechi e le inefficienze. Su questi temi si può ovviamente dissentire, ma non mi sembra accettabile che mi vengano attribuite idee che non ho mai sostenuto. Anche perché così facendo i veri problemi che da qualche anno tento di sollevare vengono confusi in un polverone indistinto. Sono convinto che nella scuola ci sia bisogno di un miglior rapporto tra docenti e ragazzi, tra docenti e famiglie, tra docenti e mondo esterno. Ho affermato in molteplici occasioni che la Confindustria è alleata di tutti quei docenti (e sono la maggioranza) che non scambiano il loro lavoro per un part-time, di tutti quei giovani che si sono preparati seriamente a fare gli insegnanti e vedono sbarrato il passo da un turn over sostanzialmente bloccato, di tutti quei presidi che vogliono gesti¬ re la comunità scolastica con creatività ed efficienza. Non ho mai sostenuto in nessuna occasione che le insegnanti devono rinunciare alla maternità, né che sono più interessate a questa che al loro lavoro. Oltre che imprenditore sono stato un educatore e ho dedicato grande parte della mia vita, probabilmente la migliore, ai giovani nel movimento degli scout. Credo profondamente, anche per il mio impegno cattolico, al valore della vita in tutti i suoi aspetti e all'importanza della famiglia come cellula fondamentale della società civile. Per questo auguro di cuore alla signora Gonella, che si sta preparando a diventare mamma, di vivere con gioia e serenità questo evento meraviglioso e di trasmettere anche ai suoi studenti quell'entusiasmo che l'esperienza della maternità suscita in ogni donna. Giancarlo Lombardi consigliere della Confindustria Il filosofo della Restaurazione Nello schema «L'albero della destra», riportato dalla Stampa martedì 23 novembre, con sorpresa ho notato che il filosofo Joseph de Maistre viene accomunato a F. Nietzsche e a coloro che, nell'accezione diffusa, sono considerati ideologi, propugnatori ecc. di quello che viene comunemente definito pensiero di destra. Ritengo tale accostamento fondamentalmente privo di riscontro o, comunque, risultato di una discutibile semplificazione delle idee del filosofo savoiardo. Joseph de Maistre è il pensatore politico della Restaurazione, l'assertore delle monarchie di diritto divino, l'auspice della funzione universale della Chiesa. Alla morte di Dio e alla assoluta corporeità dell'uomo di Nietzsche si contrappone in de Maistre il principio religioso che pone Dio come fondamento ultimo della vita dello Stato; alla concezione aristocratica del superuomo tanto cara ai vagheggiamenti del «Nuovo Ordine», de Maistre, nella sua opera Il Papa, esalta il ruolo svolto dal cristianesimo per la liberazione dell'uomo dalla schiavitù; alle società tecnocratiche perseguite dai regimi totalitari, de Maistre assume il Medio Evo come stagione feconda dello spirito umano, e, con non poca apertura, teorizza il principio della resistenza per il ristabilimento del giusto ordine che trae giustificazione da Dio. Consideriamo perciò Joseph de Maistre come filosofo cattolico o tradizionalista, ma non collochiamolo sugli alberi «della destra», altrimenti dovremmo appendere anche Dante Alighieri (difensore della monarchia universale) e considerare fascisti i contadini della Vandea massacrati dai rivoluzionari. Ci resterebbero comunque da «etichettare» i guelfi e i ghibellini. Giovanni Francesco Rossi Comignago (Novara) Basta con i sondaggi pre-elettorali Fortunatamente l'Italia è un Paese libero, e di riflesso le tornate elettorali si susseguono con molta frequenza. Di conseguenza a ogni consultazione entrano in gioco i sondaggi preelettorali, privi di attendibilità sia per il numero limitato dei contattati, sia per la sincerità degli intervistati. Poiché il voto è segreto e i risultati poco attendibili, sarebbe sperabile che dalle prossime consultazioni si tralasciassero tali sondaggi, evitando inutili previsioni e inservibili commenti, parole del tutto superflue. I sondaggi si usino per altre indagini meno riservate e più utili per conoscere le reali aspettative della gente. Luigi Quaglia, Torino Sama e i finanziamenti alla de di Forlani In una mia precisazione sui finanziamenti ai partiti ho detto e scritto «di avere indirizzato nel '92 alla segreteria amministrativa il dottor Sama che aveva manifestato la volontà di dare un contributo per l'impegno elettorale della de». Sulla Stampa di ieri, in un servizio da Milano a pagina 7, la suddetta frase fra virgolette viene invece riportata, per errore, in senso esattamente opposto. Arnaldo Forlani

Luoghi citati: Comignago, Italia, Milano, Novara, Novi Ligure, Perugia, Torino