Da poliziotta a prostituta: «E' più onesto»

Strappa suicida dai binari Ucciso dal treno usa Sesso mercenario, droga e mazzette nella vita quotidiana dei «cop» raccontata da una ex collega Da poliziotta a prostituta: «F più onesto» Los Angeles, un'autobiografia-chocfa infuriare i tutori dell'ordine WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Norma Jean Almodovar ha vinto finalmente la dura battaglia con la cultura. Il suo libro è stato finalmente stampato, con il titolo originale datole da lei quando lo scrisse: «Cop to Cali Girl», da poliziotta a squillo. Sottotitolo: «Perché ho lasciato la polizia di Los Angeles per guadagnarmi onestamente la vita come prostituta». La tesi fondamentale di Norma Jean e del suo libro è tutta in quel semplice, polemico avverbio: «onestamente». In altri termini: è molto più onesto fare la prostituta che la poliziotta. Quando ci fu il processo perché, naturalmente, ce ne fu uno -, Norma Jean sostenne che la condanna le era stata inflitta proprio a causa del suo libro, per la minaccia che costituiva con la sua stringen¬ te denuncia di atti di corruzione. L'autrice-imputata arrivò a invocare l'intervento di Amnesty International in quanto «prigioniera di coscienza». Amnesty non sentì l'appello e Norma Jean si prese tre anni per «prostituzione recidiva». Durante il periodo passato in carcere. Norma Jean meditò fugacemente l'idea di descrivere in un libro anche quell'esperienza, «come è davvero». Ma poi l'idea si è persa per la strada, anche perché, appena uscita, Norma Jean ha scoperto il fascino della politica. Dice che l'interessa perché «ha molte cose in comune con la prostituzione, sia pure con la differenza che alcune cose una prostituta per danaro non le farebbe mai». Le accuse lanciate dal libro di Norma Jean non sono per la verità così sorprendenti. Cose brutte, certe, ma niente che non si potesse immaginare. L'autrice denuncia che, per fare carriera nella polizia, avrebbe dovuto andare a letto con i superiori giusti. Che una volta le venne offerto anche un compenso in danaro da alcuni colleghi perché lei accettasse di essere un «regalo» per un capitano che compiva gli anni. Norma Jean racconta come i poliziotti ottengano abitualmente sesso dalle prostitute in cambio di un mancato arresto. E dice di avere testimonianza della partecipazione di alcuni poliziotti a reti di droga e rapine. Così, la Almodovar decise che, peccare per peccare, tanto valeva farlo per un cifra che le consentisse di guadagnare in cinque ore quello che, come poliziotta, guadagnava in un mese. Ad addolcire il moralismo, lo spirito di denuncia di Norma Jean c'è l'enorma gioia che le ha dato il suo nuovo lavoro. Era il lavoro per lei. «Un lavoro meraviglioso, lo amavo». Norma Jean non ha rimpianti, tranne uno: quello di non poter più esercitare. Uscì in libertà vigilata dopo metà della pena dietro l'impegno di non fare più la «hooker». Erano giornate tristi quelle, passate a fare lavoretti con la ceramica imparati durante il programma rieducativo del carcere. Il vuoto venne poi finalmente riempito dall'impegno politico, tra i ranghi del «Partito Libertario», che in California ha un certo seguito. Norma Jean vuole diventare governatore dello Stato. Ma senza compromessi. Sul «coffee table» del suo salotto torreggia inconcusso il gigantesco volume illustrato su «I grandi bordelli di tutto il mondo». Paolo Passarini li 4

Persone citate: Almodovar, Norma Jean, Norma Jean Almodovar, Paolo Passarini

Luoghi citati: California, Los Angeles, Washington