Vercelli, Lega nella bufera Un commissario in sezione
Ma il sindaco si ribella: un chiarimento, o ci dimettiamo tutti Ma il sindaco si ribella: un chiarimento, o ci dimettiamo tutti Vercelli, Lega nella bufera Un commissario in sezione VERCELLI. Tempesta sulla Lega Nord: il segretario nazionale del Piemonte Gipo Farassino ha «commissariato» la sezione di Vercelli e destituito il segretario cittadino, Antonio Prencipe, con l'intero direttivo. Ma la decisione, comunicata con un vero blitz notturno dalla segretaria provinciale Anna Corda (che Farassino ha appunto scelto come commissario), è stata contestata dal sindaco, Mietta Baracchi Bavagnoli, che ha detto: «Se non ci sarà subito un chiarimento, ci dimetteremo: io e l'intera giunta». E' successo giovedì sera, ma le avvisaglie partono da lontano; dopo il successo elettorale del giugno scorso, all'interno della Lega s'erano avvertiti segni di crisi: il tutto era culminato nelle dimissioni del segretario cittadino Piermario Viale. Il 10 settembre, il Carroccio vercellese elegge il suo nuovo segretario: è un giovane imprenditore originario di Foggia, si chiama Antonio Prencipe ed è fratello di Raffaele Prencipe, consigliere comunale cui Mietta Baracchia ha delegato la Cultura. Con il senatore Giuseppe Bodo ed il sindaco, Raffaele Prencipe è considerato l'eminenza grigia della Lega, ed il suo ruolo, sempre più autorevole, a poco a poco incomincia ad infastidire qualche dissidente all'interno del Carroccio. Dissidenti che non sono po- chi se è vero che, durante una seduta del Consiglio comunale, ben 7 dei 24 leghisti non partecipano al voto sulla nuova area industriale di Vercelli. Scoppia un primo caso, anche se il presunto leader del dissenso, appunto l'ex segretario Viale, getta d'acqua sul fuoco: «Non c'è nessuna fronda». Nei dissidi fra i leghisti, si incunea il consigliere di «Alleanza Popolare» Francesco Radaelli, ex democristiano ora aderente al patto Segni. In una delle varie esternazioni, Radaelli parla di molti leghisti iscritti a vecchi partiti, e (cosa che lo statuto vieta) alla massoneria. Raffaele Prencipe, che non aveva mai fatto mistero di essere stato missino, prende carta e penna e annuncia le sue dimissioni, dichiarando di non avercela tanto con Radaelli, quando con i «cani rognosi» che spargono veleni. E allude, pur non espressamente, alla fronda. Il «caso» scoppia qui. Prencipe presenta le dimissioni al direttivo cittadino (ricordiamo che ne è segretario il fratello) mentre Gipo Farassino pretendeva che fossero portate al provinciale, dov'era appena stata eletta Anna Corda, giovane architetto valsesiano. Ma Prencipe è categorico: «E' lo statuto a impormi di fare così». Il direttivo cittadino respinge le dimissioni e Farassino dà subito mandato ad Anna Corda di «commissionare» Vercelli. E' tutto qui o c'è dell'altro? Diffi¬ cile dirlo perché, ufficialmente, parla solo Farassino, che dice: «Da tempo la sezione di Vercelli era allo sbando, ci voleva un po' di disciplina, Anna Corda saprà rimettere ordine». Giovedì sera, la segretaria provinciale della Lega va nella sede del Carroccio, dov'erano appena stati riuniti i consiglieri comunali per preparare la riunione di domani, e comunica le sue decisioni: «A nome della segreteria nazionale, dichiaro di assumere il ruolo di "commissario" di questa sezione: il segretario e il direttivo sono dichiarati decaduti». Ma il sindaco Mietta Baracchi Bavagnoli ribatte: «E' una decisione che non condividiamo». E mette sul piatto, «in attesa di chiarimenti», le dimissioni dell'intera giunta. Farassino, che ieri è stato convocato a Milano, con altri segretari nazionali, da Bossi, smorza i toni allarmistici: «Il sindaco non può aver detto quella frase, perché si sarebbe messo in contrasto con il suo segretario nazionale. Secondo me qualcuno sta informando male e ad arte i giornali». Ma nessuno ha smentito le frasi pubblicate ieri mattina e forse Bossi ha una nuova bomba tra le mani. Enrico De Maria ittica Gipo Farassino. A sinistra, Anna Corda
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