Gli edili hanno gettato la spugna

Gli edili hanno gettato la spugna Doccia fredda per un milione e 250 mila lavoratori. Dai sindacati sos al governo Gli edili hanno gettato la spugna L'Ance disdetta il contratto con un anno di anticipo TRA RECESSIONE E TANGENTOPOLI CROMA ON una decisione senza precedenti l'Ance ha disdetto il contratto degli edili in scadenza tra più di un anno (dicembre '94) e ha invitato i sindacati a sedersi intorno al tavolo per discutere e affrontare in modo globale la crisi produttiva ed occupazionale del settore. «Una mossa assunta nella speranza di restituire una prospettiva a questo comparto, per un mercato delle costruzioni che sia sorretto da regole di competitività, di produttività ed efficiente organizzazione delle imprese», ha spiegato Carlo Ferroni, direttore generale dell'Ance. «L'iniziativa dell'Ance è gravissima e viola l'accordo intcrconfederale del 3 luglio - controbattono i sindacati -. Una misura di ritorsione che non ha alcuna efficacia giuridica e che costituisce un precedente unico nella storia delle relazioni sindacali del Paese». E assicurano una risposta all'Ance «dura e unitaria» che sarà decisa lunedì nella segreteria di Cgil, Cisl e Uil. E intanto chiedono a governo e Confindustria d'intervenire. Ma l'Ance, presieduta da Riccardo Pisa, esclude che questa decisione sia stata presa per ritorsione, e assicura che, anche in presenza del contratto disdetto, sarà garantito il rispetto degli impegni assunti. L'associazione invita però le organizzazioni, dei lavoratori ad essere più costruttive e spiega di non poter accettare il tentativo di avviare la contrattazione integrativa territoriale. «Non è nostra intenzione innescare un conflitto spiega Ferroni - vogliamo ridiscutere il contratto prima della scadenza solo per affrontare in maniera incisiva i nodi della categoria perché impediscono al comparto di stare sul mercato. Abbiamo problemi di struttura del costo del lavoro, di mobilità dei lavoratori e li dovremo af- frontare. E' essenziale risolverli presto e bene nell'interesse non solo delle imprese, ma degli stessi lavoratori». L'Ance denuncia soprattutto il peso del sistema contributivo nel settore «20 punti in più rispetto all'industria manifatturiera», e chiamano in causa il governo. Ora il consiglio direttivo del'Ance si riunirà verso la metà di dicembre per definire le modalità della disdetta e formulare una proposta complessiva. I sindacati contestano il giudizio dato dall'Ance a proposito delle richieste avanzate nella piattaforma per i contratti integrativi aziendali («sono fuori dalle compatibilità»), ricordando ai costruttori di aver rinviato la contrattazione territoriale «nonostante che il blocco non fosse previsto dall'accordo del 3 luglio». Ma, soprattutto, le federazioni di categoria accusano l'Ance di non digerire le posizioni assunte dal sindacato «sull'abolizione dell'albo dei costruttori, sugli emendamenti accolti dal Senato sulla legge degli appalti, in materia di sicurezza nel lavoro, diritti sindacali e riconoscimento dell'anzianità contributiva». Ma ciò che - secondo i sindacati di categoria - l'Ance non perdona sono «gli articoli della finanziaria che prevedono la rinegoziazione dei prezzi degli appalti». Stefanella Campana Riccardo Pisa presidente dei costruttori edili italiani

Persone citate: Carlo Ferroni, Ferroni, Riccardo Pisa, Stefanella Campana