Lo sci decolla con le cannonate di Gigi Mattana

Lo sci decolla con le cannonate Neve artificiale per il gran via Lo sci decolla con le cannonate Se circa cinquantanni fa in Florida una maledetta e imprevista notte di gelo non avesse trasformato in ghiaccio l'acqua per irrigare gli aranceti, forse non sarebbero cominciati gli studi e le sperimentazioni sull'innevamento programmato. E adesso lasceremmo gli sci in cantina e staremmo a guardare il cielo maledicendolo. La volontà di essere presenti, spesso «per orgoglio», consente in questo weekend un'apertura in tono minore in molte località sciistiche dell'arco alpino; la maggior parte attende però la prima domenica di dicembre e i successivi Sant'Ambrogio e Immacolata per aumentare lo strato bianco sulle piste con i cannoni o fida nei doni celesti. In una panoramica necessariamente incompleta si nota come tutte le Alpi italiane siano pressoché nella stessa situazione: buona e abbondante neve caduta un mese fa (che ad alta quota è ancora a terra), poi caldo primaverile che ha sciolto quasi tutto, ora il gran gelo che permette di «sparare». In Piemonte la situazione migliore è a Sestriere dove oggi e domani si potrà sciare (ma gli impianti resteranno aperti anche nei giorni feriali) su due seggiovie e sei skilifts alla tariffa promozionale di 25 mila lire giornaliere; a Limone Piemonte si scia nella zona del Pancani a Quota 1400 e a Macugnaga funzionano gli skilifts di alta quota al Monte Moro; Bardonecchia pensa di programmare l'apertura a Colomion e Jafferau per la prossima settimana. In Valle d'Aosta grandi stazioni come Pila e Courmayeur sposteranno l'apertura di una settimana mentre sul versante della Val d'Ayas del Monterosaski la telecabina e tre seggiovie servono due piste innevate dai cannoni. Inutile dire che Cervinia, dove si scia già da un mese, continua in un successo di pubblico incredibile, visto che ha il comprensorio praticamente agibile su 1500 metri di dislivello, anche con il rientro in paese lungo la pista del Ventina. Bormio, meta tradizionale dei milanesi, ha gli impianti di innevamento a pieno regime, ma attende il 3 dicembre per accogliere gli sciatori, mentre Madonna di Campiglio, fra neve naturale e programmata, ha reso agibili quasi tutte le piste nella zona dello Spinale e del Grosté. Il consorzio del Superski Dolomiti ha scelto la via dell'attesa, ma già ritiene che a Sant'Ambrogio potranno funzionare 300 impianti di risalita. Pur in una situazione di innevamento abbastanza buona oggi e domani le possibilità di scelta per gli sciatori non sono esaltanti. Qualche impianto a Cortina d'Ampezzo nella zona del Falzarego e a San Martino di Castrozza a Passo Rolle; molte piste sui tre versanti di Pian de Corones tre impianti nella zona del Sella a Selva e altre possibilità di sciare sull'Alpe di Siusi, nelle valli di Fiemme e Fassa, ad Arabba e in Alta Pusteria. Certo, è ancora troppo presto per alzare grida di allarme, ma vista la crisi generale, visti i momenti difficili che attraversano produttori e negozianti di articoli sportivi, si sperava che forti nevicate a inizio stagione muovessero il volano del settore. Almeno una magicissima consolazione però l'abbiamo: nel campo dell'innevamento programmato l'Italia ha una posizione leader, subito dopo gli Stati Uniti. A parità di climatologia, se da noi si sciucchia in Austria e in Svizzera si passeggia sui prati. Gigi Mattana

Persone citate: Fassa, Pancani, Pila