«Ho l'epatite per colpa di una trasfusione»
«Ho Pepatile per colpa di una trasfusione» Stefano Spaggiari, giocatore di serie A, finì in sala operatoria per un incidente sul campo «Ho Pepatile per colpa di una trasfusione» Cestista accusa l'Ussl dì avergli troncato la carriera LA CURA INFETTA Lm REGGIO EMILIA m EPATOPATIA cronica che lo tormenta da sei anni gli ha mandato all'aria la carriera. Stefano Spaggiari, ex giocatore reggiano di pallacanestro, quando finalmente era entrato nell'Olimpo del basket italiano, la Al, fu bloccato da un incidente di gioco. Si pensò ad uno stop forzato di qualche tempo come accade a tanti giocatori. Invece Spaggiari dovette essere operato più volte e subì trasfusioni. Proprio dal sangue che gli è stato somministrato il giocatore - che ora si è ritirato dall'agonismo - ritiene di essere stato infettato. Per questo ha citato per danni l'Usi 9 di Reggio. Le due parti compariranno in tribunale il 13 gennaio. Nell'atto di citazione Spaggiari, che ha 32 anni ed è sposato e padre di un figlio accusa il centro trasfusionale dell'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio di avergli somministrato in un periodo di tempo compreso fra il 2 aprile e il 20 giugno 1987 sangue infetto che gli ha provocato un'epatite di tipo «C». Le tra- sfusioni di sangue e le somministrazioni di emoderivati avvennero nella sezione di terapia intensiva post-operatoria della prima divisione chirurgica dell'ospedale di Reggio dove Spaggiari rimase ricoverato a lungo dopo i quattro delicati interventi cui fu sottoposto. Il 29 marzo 1987 fu il giorno nero di Stefano. L'atleta era da poco approdato alla squadra maggiore delle Cantine Riunite, della quale era un punto di forza. Quel giorno al palasport di Reggio Emilia la Riunite incontrava nei play-out di Al la Yoga Bologna. Il caso volle che Spaggiari si scontrasse con un altro atleta reggiano, Nino Pellacani, pivot della compagine felsinea. Una ginocchiata di Pellacani stende Spaggiari, colpito all'addome. In ospedale all'atleta della Riunite viene diagnosticato un «trauma addominale chiuso con lacerazione cefalopancratica». Seguono quattro delicati interventi. Quando, in settembre, Stefano Spaggiari lascia l'ospedale, è dimagrito di 25 chili, ma la volontà di riprendere c'è tutta: «Voglio tornare a giocare - dice -; quella maglia 19 della Riunite è un po' la mia vita, deve essere di nuovo mia». La grande forza di volontà dopo un anno riporta il giocatore sul parquet ma Spaggiari non è più lo stesso anche perché deve scendere in campo con un'ampia protezione sulla parte infortunata e non può permettersi gli sforzi che l'allenamento quotidiano nel basket professionistico richiede. Ci sono poi i valori completamente alterati della funzionalità epatica dei quali prima dell'incidente, degli interventi e delle trasfusioni il paziente non aveva mai sofferto. Spaggiari gioca ancora qualche stagione in B2 prima con la Virtus Imola poi con la Spai Correggio. Ma atleticamente non è più lui, se ne rende conto e abbandona il basket. Ora è uno stimato agente immobiliare. Bruno Cancellieri Ricevette emoderivati in terapia intensiva La malattia lo perseguita da sei anni Stefano Spaggiari ai tempi in cui ancora giocava, prima che l'epatite cronica lo costringesse a ritirarsi dall'attività agonistica
Luoghi citati: Correggio, Reggio, Reggio Emilia
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