In pista a cavallo di un miliardo di Cosimo Mancini
In pista a cavallo di un miliardo MOTO Emozionante prova della Cagiva 500 da Gran Premio a Misano Adriatico In pista a cavallo di un miliardo Prestazioni da brivido per un comune pilota MISANO. Ma come sono le 500 da Gran Premio? Perché ci sono solo quattro o cinque piloti al mondo in grado di guidarle al limite? E' la domanda che si pongono gli appassionati e alla quale abbiamo potuto dare una risposta, sulla pista di Misano Adriatico, grazie a Giacomo Agostini, team manager della Cagiva, all'ingegner Riccardo Rosa, responsabile del reparto corse, e ai fratelli Castiglioni, proprietari del Gruppo Cagiva. Dimensioni e peso della Cagiva da corsa sono quelle della Mito 125 (130 chili, 31 Cv), la potenza è sei volte superiore. Già da ferma questa supermoto crea dei problemi per la sella troppo alta e il manubrio troppo basso, e quando i meccanici incominciano a spingermi ho paura di non riuscire a mantenere l'equilibrio. Poi, il motore si avvia e mi rendo conto che, per non farlo spegnere, devo spalancare decisamente il gas. Sfrizionando rag¬ giungo gli 80 l'ora, la velocità minima in prima che, a 13.000 giri, Locca i 150 l'ora. Arrivo alla prima curva e so già, per averlo sentito dire tante volte, che mi aspettano delle sensazioni sgradevoli e poco rassicuranti, ma è peggio di quanto mi aspettassi. Sembra che al posto del pneumatico abbiano messo una gomma da masticare e che la forcella (si dice costi 50 milioni) debba avvitarsi facendomi cadere. Finita la curva apro il gas ma, prima che possa inserire la seconda è già ora di chiudere. Faccio altre due svolte, sempre in prima, quindi metto seconda e terza nel punto in cui i campioni come Chandler e Kocinski inseriscono la sesta. Sembra di girare su un circuito per minimoto. Le curve sono sempre lì, a pochi metri, e non riesco nemmeno a trovare il tempo per guardare il contagiri. Finalmente ecco il rettilineo delle tribune. Dimentico che Marco Papa, il collaudatore della Cagiva, mi aveva avvertito di non pensarci nemmeno a utilizzare tutto l'acceleratore nelle prime tre marce. Apro il gas come farei sulla mia moto, segue la solita accelerazione, poi è il finimondo. La Cagiva sale in verticale. Me ne rendo conto quando sto per ribaltarmi. Chiudo, inserisco la seconda e apro di nuovo. Altra verticale. Metto la terza e apro di meno; subito la quarta ed è ora di frenare. Tutto sbagliato. La moto si fenna cento metri prima del dovuto. I dischi al carbonio (due milioni l'uno) non sono sbalorditivi, ma è la leggerezza del mezzo che fa la differenza. Sono meno agitato e mi ricordo di quel fantastico dispositivo che consente di cambiare marcia, non solo senza usare la frizione (cosa che sa fare qualunque buon motociclista), ma continuando a tenere spalacato il gas. L'operazione, come ci spie¬ ga l'ing. Rosa, avviene in un tempo compreso tra i 4 e i 7 centesimi di secondo, contro il ventesimo di secondo impiegato dai comuni mortali. Il motore si mette a suonare una sinfonia, forse è merito anche della benzina Agip da 50 mila lire al litro. Faccio il curvone in quarta e riesco, finalmente, a guardare il contagiri. Mentre leggo dodicimila, il display salta a tredici. Metto la quinta e poi penso che devo inserire la sesta a qualun- que costo. Ed ecco un ennesimo balzo in avanti, nonostante viaggi intorno ai 250. Rialzo gli occhi sulla pista e quella maledetta curva da prima è proprio davanti al mio naso. Un solo pensiero: riportare intero ai box questo giocattolo che vale un miliardo. Freno alla disperata e il retrotreno tende a scomporsi. La forcella è a pacchetto, sono troppo alla corda. Nella fretta di frenare non ho pensato a impostare la curva. Ce la faccio allo spasimo e decido di fermarmi prima di combinare disastri. Ai box collegano il computer di bordo (un bel mucchietto di milioni) a quello della telemetria. Un grafico riporta tutto quello che ho fatto: numero di giri, cambi di marcia e velocità. Ho girato 30 secondi più lento dei campioni. Potrei recuperarne 15. Per gli altri quindici credo che non ci siano speranze. Cosimo Mancini La Cagiva 500 utilizzata dal Team Agostini nelle corse per i piloti Chandler e Kocinski è una moto leggera, che pesa appena 130 kg, con una potenza che sfiora i 190 cavalli
Persone citate: Agostini, Castiglioni, Giacomo Agostini, Kocinski, Marco Papa
Luoghi citati: Misano Adriatico
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