«Intervenga il governo» di Enzo Bacarani
Nell'area torinese 2800 impiegati e 5-8 mila operai in esubero Nell'area torinese 2800 impiegati e 5-8 mila operai in esubero «Intervenga il governo» Il sindaco dopo l'incontro con la Fiat Un incontro durato più di mezz'ora. Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat Auto, e Cesare Annibaldi, responsabile delle relazioni esterne, hanno varcato il portone di Palazzo Civico poco dopo le 18 per un incontro con il sindaco. A Castellani i dirigenti della Fiat hanno illustrato la proposta del piano di riorganizzazione dal '94 al '96. Comporta per l'area torinese un esubero strutturale di 2800 impiegati, che verrebbero inseriti in liste di mobilità finalizzate alla pensione, e un esubero congiunturale - che prevede cassa integrazione a zero ore a seconda delle esigenze produttive per un numero di operai variabile dai 5 agli 8 mila. All'incontro erano presenti il vicesindaco Guido Brosio e l'assessore Giovanni Ferrerò. Sindaco, si aspettava queste cifre? «Si sapeva che la situazione era difficile e si temeva sull'entità degli esuberi alla Fiat. La situazione è molto seria e preoccupante, anche se non drammatica. Mi aspettavo cifre peggiori». Una crisi che colpisce anche gli impiegati. «Questo è l'indicatore reale del tipo di difficoltà che stiamo attraversando, difficoltà strutturale e non congiunturale. E' una crisi che va avanti ormai da tempo e che si sperava terminasse, ma non è così». Che cosa intende fare il Comune? «Mi sembra che a questo punto ' Torino diventi un caso nazionale. Mi trovo qui sulla poltrona di sindaco dopo tre anni di crisi dell'auto e mi pare di poter dire che in questi anni Torino è stata abbandonata al suo destino eli città industriale. Non c'è stata una strategia per far fronte alla situazione». Di chi le colpe? «Ci sono responsabilità del governo, ma ci sono anche responsabilità della Fiat». Nell'immediato come si muoverà? «Era già in programma per mercoledì un incontro con il ministro dell'Industria. Nell'occasione discuteremo di questo». E poi? «L'azione del Comune si articolerà in tre direzioni. In primo luogo ci attiveremo per tentare di ridurre queste cifre, in secondo luogo intendiamo verificare quali sono gli ammortizzatori sociali che gestiranno questi esuberi. Infine chiediamo alla Fiat di investire su Torino. Ci è stato detto che ci sono ancora fondi da poter utilizzare». Intravede prospettive in questo senso? «L'unico segnale non negativo che ci è giunto dalla Fiat è l'impegno dichiarato che Mirafiori e Rivalta non si toccano, rientrano nella strategia di produzione dei prossimi anni. Mi risulta anche che la produzione della "164" venga trasferita da Arese a Rivalta». Oltre a quella dell'auto c'è comunque una crisi generale a Torino che investe tutti i settori, il Comune come si muoverà? «Puntiamo alle infrastrutture, vediamo la città in termini di sviluppo: il piano regolatore, l'alta velocità, la metropolitana, l'aeroporto devono servire a questo. Vogliamo creare le condizioni perché arrivino investimenti da fuori. Il declino di Torino è un problema del Paese». Enzo Bacarani Castellani «Annibaldi e Cantarella mi assicurano che Mirafìori e Rivalta non si toccano» Da sinistra Cesare Annibaldi, Paolo Cantarella e il sindaco Valentino Castellani
Persone citate: Annibaldi, Cantarella, Cesare Annibaldi, Giovanni Ferrerò, Guido Brosio, Paolo Cantarella, Valentino Castellani
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