Juve, torna bella almeno di natie

Stasera contro il Tenerife i bianconeri cercano il gioco e un successo con tanti gol COPPA UEFA Stasera contro il Tenerife i bianconeri cercano il gioco e un successo con tanti gol Juve, torna bella almeno di natie Trapattoni: abbiamo un prestigio da difendere TORINO. Questa sera in Juventus-Tenerife osserveremo la differenza tra una partita di routine e una partita assolutamente straordinaria, diremmo un'avventura, affascinati dai sentimenti che smuovono gli spagnoli in una vigilia piatta come il mare in bonaccia. Loro sono alla prima apparizione nelle Coppe. Loro non hanno tradizione. Loro soprattutto «non sanno se torneranno mai in Europa», come racconta Jorge Valdano, convinto che questo in fondo non sia un problema che lo riguarda perché a 38 anni e con un futuro designato da tecnico di razza non ci si immalinconisce per le miserie di un piccolo club. Dicono che lo attenda il Real Madrid, dove ha giocato finché non lo colse l'epatite e al quale ha tolto con il Tenerife due scudetti negli ultimi due anni. La carriera insomma è assicurata, anche se dovesse fallire qui, ipotesi che Valdano ha messo in conto, con cinque titolari assenti, altri due indisponibili e una squadra che vive il peggior momento della stagione. «Abbiamo subito 9 gol in due partite - ammette l'argentino, che con il Real eliminò ai rigori la Juve di Marchesi -. Siamo più deboli, però ho detto ai miei ragazzi che giocando con coraggio siamo arrivati fino al cospetto della Juve e non è il caso di impaurirsi adesso. Conosco il Trap, una sera a cena mi rincoglionì di teorie sul pallone, perché lui è una Bibbia del calcio, sa tutto. Ma il suo gioco non è il mio. Noi abbiamo solo il collettivo, lui fa tutto in funzione di due o tre campioni, che qui sono Moeller e Baggio». La partita si presenta impari. Potrebbe rilanciarla soltanto la Juve anemica delle ultime due esibizioni in campionato. Un rischio che il Trap non vuole correre e cercherà di ovviarvi con la migliore formazione possibile. Dentro Vialli dal primo minuto e dentro pure il Divin Codino, che poteva restarsene al calduccio a curarsi gli ematomi e invece giocherà: alla sua scelta di sacrificio non sarebbe estranea la presenza in tribuna dell'Arrigo. Sacchi, ufficialmente, deve valutare le condizioni degli azzurrabili per il Mondiale e magari il recupero di Vialli. Ma pensiamo che lo incuriosisca il gioco del Tenerife, che ha molti punti di contatto con il suo: 4-42, difesa in linea (anche se rivoluzionata dall'assenza di tutti i titolari), pressing, controllo di palla. Culturalmente Valdano è figlio di Menotti, «anche se Menotti, un rivoluzionario del pallone, in Nazionale teneva il libero ben dietro a tutti e si chiamava Passarella», sibila il Trap, cui si rizza il pelo quando avverte aria di baruffe tattiche. Cosa dovrà fare la Signora contro una formazione del genere? Innanzitutto scuotersi dal clima di apatia che sembra avvolgere la sfida : il Delle Alpi sarà deserto, si parla di 7 mila biglietti venduti fino a ieri e ci vuole ottimismo a pensare che raddoppieranno. Trap dice che è colpa della crisi e un padre di famiglia di fronte all'overdose di calcio deve scegliere quale spettacolo frequentare e quale no. «L'interesse si riaccenderà per i quarti di finale o la semifinale», sostiene il tecnico. La nostra impressione invece è che al popolo juventino non importi più nulla di una Coppa che la Signora ha vinto due volte negli ultimi quattro anni, facendone un trofeo di famiglia. La gente chiede lo scudetto, segue il campionato (43 mila presenze domenica scorsa contro il Cagliari), tutto il resto è diventato un optional, sebbene irrinunciabile. «Siamo i campioni in carica, dobbiamo difendere il prestigio», insiste il Trap con parole che accompagnarono anche le esibizioni con i russi e i norvegesi. Ma più di tutto la serata di Coppa deve fugare l'immagine di una Juve con poco ossigeno, quanto un maratoneta al quarantesimo chilometro. Dall'euforia del primato di tre settimane fa, si è caduti nello scetticismo. Risoffiano brezze che portano l'insoddisfazione (vera o presunta) dell'Avvocato, ci vuole insomma un colpo di coda, che si potrebbe registrare domenica a S. Siro, ma va anticipato con il Tenerife. Vialli può traghettare la Signora fuori dal pantano. «Vorrei dare un segnale - dice il Gianlucaccio - anche se non sono al 100 per cento. Un gol? Da un bookmaker lo giocherei a 10, altamente improbabile, ma ci proverò». Bravo. Marco Ansaldo COPPA UEFA Detentore JUVENTUS Finali 27 aprile e 11 maggio 1994 0TTAVI Dl FINALE AND. RIT. Sporting L. [Por] Salisburgo |Aul] oggi 8/12 Eintracht [Ger] D. La Coruna [Spa] 1-0 8/12 Brondby [Dan] Borussia D. [Ger] oggi 8/12 Bordeaux [Fra] Karlsruhe [Ger] 1-0 8/12 Malines [Bel] Cagliari [Ita] domani 8/12 Norwich C. [Ing] Inter [Ita] oggi 8/12 Oli Creta [Gre] Boavista [Por] 1-4 8/12 Juvenilis [Ha] Tenerife [Spa] oggi 8/12 DELLE ALPI ORE 18,15 Juventus Tenerife PERUZZI 1 MAN0L0 P0RRINI 2 MATA F0RTUNAT0 3 PAQUI D. BAGGIO 4 T0N0 KOHLER 5 DEL SOLAR TORRICELL! 6 T0NI C0NTE 7 CONTE MAROCCHI 8 CHAN0 VIALLI 9 PINILLA R. BAGGIO 10 FELIPE MOELLER 11 LATORRE All. TRAPATTONI All. J. VALDANO Arbitro: HEYENEMANN (Ger) RAMPULLA 12 0CH0T0RENA FRANCESC0NI 13 DERTYCIA BALDINI 14 PIER GALIA 15 RAVANELLI 16 Trapattoni (a fianco) non si fida del Tenerife e manda in campo la migliore formazione; Vialli (sopra) vuole dimostrare al et Sacchi, presente in tribuna, di meritare ancora l'azzurro

Luoghi citati: Cagliari, Europa, Madrid, Salisburgo, Torino